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Il manifesto dei concerti pavesi

Il manifesto dei concerti pavesi

 

 

DOMENICHE D'ORGANO

Primo incontro

con J. S. Bach e S. Agostino

Pavia, Basilica di S. Pietro in Ciel D'Oro

Domenica 25 marzo 2012, V di Quaresima

 

 

Il Comitato Pavia Città di S. Agostino e la Associazione Musicale Lingiardi presentano

DOMENICHE D'ORGANO con J. S. Bach e S. Agostino

Organista Maria Cecilia Farina

Organo Lingiardi op. 266 (1913)

 

 

Programma

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Preludio e fuga in mi (e)min. BWV 533

Due corali di Passione dall'Orgelbüchlein: Christus, der uns selig macht BWV 620 (preceduto dal corale a 4 parti BWV 198)

Da Jesu am Kreuze stund BWV 621

Corale Erbarm dich mein, o Herre Gott BWV 721

Pedal - Exercitium BWV 598

Fantasia e fuga in sol (g) min. BWV 542

 

Un Preludio e fuga piuttosto breve, in mi (e) minore BWV 533, apre il concerto della V Domenica di Quaresima. Il Preludio è di carattere improvvisativo, ricco di durezze e passaggi toccatistici, mentre la Fuga si basa su un vigoroso tema a note ribattute. Entriamo quindi nel mondo dolente della Passione di Cristo con due brani dell'Orgelbüchlein, la silloge di 45 Corali concepita da Bach ad uso didattico, della quale più volte abbiamo parlato in questi tre anni di "Domeniche d'organo".

I corali, nella loro concisione, rappresentano un distillato di significati teologici, di figure retoriche e di simbologia numerica, molto cara a uno scienziato della musica quale il Kantor. Il primo che proponiamo, Christus, der uns selig macht BWV 620, è in tal senso una pagina di pregnanza estrema. Come sempre, riportiamo la prima strofa della melodia originaria:

 

Christus, der uns selig macht,

kein bös hat begangen,

ward für uns zur Mitternacht

als ein Dieb gefangen,

geführt vor gottlose Leut

und falsisch verklaget,

verlacht, verhöhnt und verspeit

wie denn die Schrift sagen.

 

Cristo, che ci rende beati,

nessun male ha commesso,

veniva per noi a mezzanotte

come un ladro catturato,

condotto dinanzi a gente scellerata

e falsamente accusato,

deriso, schernito e beffeggiato,

come dicono le Scritture.

 

(testo e melodia di M. Weisse, 1531, derivati dall'inno Patris sapientia, veritas divina (sec. XIV) Tutto il testo si rifà al racconto della Passione secondo Giovanni. Nella versione organistica, Bach tratta la melodia del corale come un canone all'ottava tra le parti estreme ( il soprano e il basso, eseguito dal Pedale), mentre altre due parti lo contrappuntano, per un totale di quattro. Secondo M.Radulescu, esimio interprete bachiano e mio docente all'Accademia di Vienna, la scelta del canone tra soprano e basso ha un significato retorico ben preciso: Dio, la voce più acuta, che si è fatto uomo in Cristo, è perseguitato dalle forze dell'inferno ( la voce più grave). Per esprimere la drammaticità del testo, Bach ricorre all'uso di cromatismi e di forti dissonanze non preparate ( figura retorica della parrhesia): la musica risulta in questo modo crudele e dura più che bella.

 

Il corale seguente è noto anche col titolo Die sieben Wort (Le sette parole):

 

Da Jesus an dem Kreuze stund

und ihm sein Leichnam war verwund

So gar mit bittern Schmerzen,

die sieben Wort, die Jesus sprach,

betracht in deinem Herzen.

 

Allora Gesù stava sulla croce

e gli veniva ferito il suo corpo agonizzante

con tanti atroci dolori,

le sette parole che Gesù pronunciava

contempla nel tuo cuore.

 

(testo di J. Böschenstain, 1515; melodia di anonimo (Leo Hassler?)

 

La versione organistica di Bach BWV 621 è un brano di grande tensione armonica, determinata da continui ritardi non risolti.

Bach sembra voler creare quell'atmosfera di oscura tensione in stretta relazione col racconto evangelico di Matteo (tra l'ora sesta e l'ora nona si fece buio su tutta la terra...). Radulescu ha studiato la sorprendente simbologia numerica di questo brano: per fare un solo esempio, il brano si compone di 365 note, pari ai giorni dell'anno.

Questo non è forse casuale se visto nell'ottica della teologia luterana, perché per i protestanti il Venerdì Santo è il giorno più importante dell'anno.

Proponiamo poi il corale penitenziale Erbarm dich mein, o Herre Gott BWV 721.

 

Erbarm' dich mein, o Herre Gott

nach deiner Allbarmherzigkeit

Wasch ab, mach rein mein Missethat.

Ich kenn'mein Sünd und ist mir Leid

Allein an dir gesündigt hab

dass ist wider mich stetiglich.

Das Bös vor dir nicht bleiben mag,

du bleibst gerecht und urteilst mich.

 

Pietà di me, Signore Dio

per la tua misericordia.

Lavami, purificami dalle mie colpe.

Conosco il mio peccato e me ne pento.

Contro di te ho peccato,

la mia colpa mi è sempre dinanzi.

Non persista dinanzi a te il male,

tu resti giusto e mi giudichi.

(testo di E. i E. Hegenwald, 1524, tratto dal Salmo 51, melodia di J. Walther)

L'atmosfera del Mea culpa è resa da Bach con i dolenti accordi ribattuti, sui quali svetta la melodia del cantus firmus.

 

Il Pedal exercitium BWV 598 è un' opera considerata da qualche studioso spuria, oppure composta originariamente per violoncello e trascritta per l'organo. E' interessante perché si tratta di un “unicum” nella produzione di Bach. Potrebbe anche essere stato concepito come sezione iniziale di un brano più lungo (spesso nelle Toccate ci sono passaggi di solo Pedale, citiamo ad es. i casi della Toccata, Adagio e Fuga in Do magg. BWV e della Toccata in Fa magg. BWV che abbiamo eseguito in precedenti Domeniche d'organo), anche perché resta sospeso alla dominante.

Per questo motivo abbiamo scelto di eseguirlo collegandolo direttamente alla grande Fantasia e fuga in sol minore BWV 542, che conclude il concerto. Brano straordinario, uno dei più interessanti e complessi di tutta la produzione organistica del Kantor, la Fantasia è stata probabilmente composta in un periodo anteriore a quello della Fuga. La drammaticità delle arditezze armoniche e l'eloquenza del suo stile “ recitativo” hanno alimentato in epoca romantica la leggenda secondo la quale Bach l'avrebbe composta appena dopo la prematura morte della prima moglie, la cugina Maria Barbara.

Ma non vi è nulla di provato in tal senso. La Fuga, una delle più lunghe ed impegnative della produzione del Kantor, si ispira al tema di una danza olandese (Ick ben gegroet) e si ritrova con alcune varianti nel trattato di basso continuo di Johann Mattheson, il quale afferma che esso venne proposto ai candidati al concorso presso il duomo di Amburgo nel 1725.