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Lorenzo Grenier, Ritratto di Donato Calvi, 1664 [Biblioteca Civica "A. Mai"].
DONATO CALVI E LA CULTURA DEL SEICENTO A BERGAMO
«Non fui guardingo al communicar a gl'altri quel puoco sapere possedevo»
Bergamo, 9 novembre 2013
Giornata di studi per il IV centenario della nascita di Donato Calvi
Palazzo Contratti e Manifestazioni della Camera di Commercio
via Petrarca 10, Bergamo
L'11 novembre 2013 ricorre il quattrocentesimo anniversario della nascita dell'agostiniano bergamasco, letterato, storico e teologo, priore per lungo tempo del convento di Sant'Agostino in città e fondatore, nel 1642, dell'Accademia degli Eccitati. Intellettuale poliedrico, la figura del Calvi è stata a lungo sottodimensionata dalla cultura bergamasca, forse perché rappresentativo di un secolo, il Seicento barocco, prima fondamentale tappa verso la modernità, che ancor oggi fatica a liberarsi dai pregiudizi sedimentati nel tempo. Bibliofilo e lettore onnivoro, come testimonia la sua ricca biblioteca, aggiornatissima anche per quanto riguarda il panorama letterario coevo, praticò il genere romanzesco, che larga diffusione ebbe a partire dai primi decenni del Seicento, e nel 1643, sotto lo pseudonimo di Vito Canaldo, pubblicò Le dolcezze amare volgarizzamento della novella di Enea Silvio Piccolomini, Historia de duobus amantibus; l'opera incontrò la fortuna del pubblico e venne ristampata nel 1649 e nel 1654.
Fu autore di importanti opere storiche ancor oggi imprescindibili per lo studioso che voglia affrontare le vicende della storia bergamasca: Scena letteraria degli scrittori bergamaschi, 1664; Campidoglio de guerrieri, et altri illustri personaggi di Bergamo, 1668; Effemeride sagro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo, 1676-1677, opere condotte con metodo, per l'epoca, innovativo: inviò questionari ai parroci, ai priori dei conventi, alle famiglie nobili del territorio, miranti a ottenere informazioni sulla loro storia e antichità; esplorò archivi e fonti bibliografiche in modo metodico e sistematico, colmando i vuoti delle scritture antiche – e assecondando un'attitudine personale al fantastico e al meraviglioso – con relazioni ex auditu, ex antiqua traditione, preziose e consapevoli testimonianze di storia della mentalità; puntualmente citò l'origine documentaria da cui era tratta la notizia, secondo un'operazione che consentiva al lettore il controllo della sua attendibilità.
Sue furono le invenzioni dei «simboli e gieroglifici», come egli stesso li ebbe a definire, degli affreschi di palazzo Moroni, poi realizzati dal pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli, ed il cui significato venne spiegato nel volume Le misteriose pitture del Palazzo Moroni, edito nel 1655. Pose attenzione alla musica, interessandosi alla progressiva diffusione dell'organo nelle chiese parrocchiali e all'esecuzione del canto sacro da parte delle monache; studiò i musicisti del suo tempo, inserendo nella Scena letteraria compositori come Giovanni Legrenzi, accademico eccitato e massima espressione del barocco musicale bergamasco, Giovanni Cavaccio, che operò alla corte di Baviera, a Roma, a Venezia e infine a Bergamo, e Cornelia Calegari, cantante e compositrice, poi monaca nel convento di Santa Margherita di Milano con il none di Maria Caterina.
La figura e la statura intellettuale del Calvi saranno indagate sabato 9 novembre 2013 in un convegno di studi promosso dal Centro studi e ricerche Archivio Bergamasco, associazione che dal 1979 si occupa dello studio, della divulgazione e della valorizzazione delle fonti documentarie, della storia e della cultura bergamasche. L'iniziativa si propone di esplorare la singolare e poliedrica figura del religioso agostiniano, non solo mediante le relazioni che saranno presentate nel corso della giornata, ma anche attraverso le proposte inserite al termine di essa: il concerto I Maestri della Basilica. Musica sacra in Bergamo nel secolo XVII nella chiesa di Matris Domini in città, e la visita dei dipinti di Gian Giacomo Barbelli affrescati nel palazzo dei conti Moroni non saranno appendici o attività collaterali al convegno, ma avranno il compito di valorizzare gli interessi e l'esperienza intellettuale di Donato Calvi.
Sabato 9 novembre 2013
Programma
Prima sessione, ore 10.00: presiede Giulio Orazio Bravi.
Saluto delle autorità
Lucinda Spera (Università per stranieri di Siena), Per una rilettura del Seicento. Tra accademie, libri e pubblico.
Matteo Rabaglio, «Non cessa di mostrarsi singolare con varietà di componimenti». L'attività letteraria di Donato Calvi.
Rodolfo Vittori, «Raccolsi forbita et scielta libreria». La biblioteca di Donato Calvi.
Seconda sessione, ore 15.00: presiede Rodolfo Vittori.
Giulio Orazio Bravi, Le fonti storiche di Donato Calvi per la redazione dell'Effemeride.
Mario Marubbi, Le misteriose pitture di palazzo Moroni: Calvi e le arti.
Piero Soglian, Scuole e Accademie seicentesche nel territorio bergamasco.
Paola Palermo, Marcell o Eynard, Riferimenti musicali negli scritti di Donato Calvi.
Ore 18.00: presso la Chiesa del Monastero domenicano di Matris Domini, via Locatelli 77, Concerto dell'Accademia Legrenziana: I Maestri della Basilica.
Musica sacra in Bergamo nel secolo XVII.
Veronika Kràlova, soprano;
Guido Tacchini, flauto;
Antonio Papetti, violoncello;
Michele Guadalupi, arciliuto.