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Locandina della manifestazione
MOSTRA A PAVIA
Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria,
a cura di Luisa Erba e Carla Mazzoleni
20 aprile - 14 agosto
La mostra "Immagini, libri e carte - Iconografia pavese di Sant'Agostino e materiali della Biblioteca Universitaria", Pavia, Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria, a cura di Luisa Erba e Carla Mazzoleni, inaugurata il 20 aprile, resterà aperta fino al 14 agosto.
Orari:
da lunedì a venerdì 8,30-18,30;
sabato 8,30-13,30.
Dal 15 luglio al 14 agosto:
dal lunedì al sabato 8,30-13,30.
Ingresso libero.
È disponibile anche il catalogo, che si può richiedere al centro culturale agostiniano.
La mostra mette in luce il rapporto fra Agostino e Pavia attraverso le carte e i materiali della Biblioteca Universitaria e delle biblioteche dei canonici lateranensi e dei frati eremitani agostiniani che per secoli hanno "condiviso" l'uso liturgico della basilica di San Pietro in Ciel d'Oro.
«La mostra, come indica il titolo, privilegia alcuni temi che evidenziano la relazione fra Sant'Agostino e Pavia: Agostino protettore della città, Agostino patrono dell'Università, Agostino patrono dell'Accademia degli Affidati ... Vi sono le copie fatte per gli archivi di documenti che risalgono a re Liutprando, colui che fece arrivare a Pavia il corpo di Sant'Agostino, dell'imperatore Ottone e la bolla pontificia con cui venne confermata la presenza dei frati eremitani agostiniani» sottolinea una delle due che hanno curato la mostra, la prof. ssa Erba.
Sono esposti materiali che riguardano la Basilica, l'Arca di Sant'Agostino e la scoperta delle reliquie con il dibattito sull'identità stessa del corpo trovato, discussione nata per i problemi di convivenza fra Eremitani e Lateranensi.
L'indagine sui libri, in particolare manoscritti e incunaboli, conservati presso la Biblioteca Universitaria ha consentito in primo luogo di distinguere con chiarezza le due diverse biblioteche di provenienza (dei Canonici Regolari e degli Eremitani di Sant'Agostino, legate ai due monasteri che officiavano San Pietro in Ciel d'Oro e siti l'uno a nord e l'altro a sud della chiesa) e di mettere a fuoco alcune loro peculiarità. L'approccio si rivela fondamentale per qualsiasi futuro approfondimento nel difficile percorso di una ricostruzione, almeno virtuale, di due biblioteche monastiche, attigue ma non comunicanti, dotate ciascuna di un proprio importante scriptorium con miniatori e amanuensi famosi, richiesti anche dall'esterno e adeguatamente compensati per la loro attività.
Molto interessante è la porzione di archivio degli Eremitani pervenuta alla Biblioteca: le cartelle contengono pergamene, mappe, disegni, appunti, atti notarili, registri, fascicoli a stampa indispensabili per la conoscenza dell’insediamento pavese e delle vicende della chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro, dell’arca, e delle reliquie di Sant’Agostino.
«Benché l'iconografia di Agostino sia ampiamente diffusa nel mondo cristiano, il caso di Pavia meritava di essere studiato singolarmente - dice Luisa Erba - Come luogo di conservazione delle reliquie, infatti, la città ha una particolare relazione con il Santo, lo venera come uno dei suoi protettori (insieme ai vescovi Siro e Teodoro) e può essere vista come un punto di irraggiamento del culto». Ecco perché la ricognizione è stata condotta partendo dalle chiese cittadine (San Pietro in Ciel d'Oro, San Michele, Santa Maria del Carmine, San Salvatore e Sant'Agata), per arrivare a Casei Gerola (che nella sua chiesa della Madonna delle Grazie di Sant'Agostino conserva un affresco che illustra il corteo che accompagna il trasferimento delle reliquie), Cava Manara (la cui chiesa di Sant'Agostino presenta una ricca iconografia sul Santo, tra cui il “Miracolo di Cava”) e Spessa Po (il cui oratorio era stato dedicato a Sant'Agostino nel 1466, come testimoniato dall'epigrafe lapidea conservata nella chiesa).
È altrettanto interessante il discorso relativo alla porzione di archivio degli Eremitani pervenuta alla Biblioteca.
Le cartelle contengono pergamene, mappe, disegni, appunti, atti notarili, registri, fascicoli a stampa indispensabili per la conoscenza dell'insediamento pavese e naturalmente anche delle vicende della chiesa.