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Agostino e il bambino sulla spiaggia

Il mistero della Trinità: Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

DOMENICHE D'ORGANO

Pavia in S. Pietro in Ciel d'Oro

Domenica 31 maggio 2015

ore 11.45

 

 

 

Domenica 31 maggio nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, preceduta dalla S. Messa in canto gregoriano, con l'accompagnamento della Schola Gregoriana Sancti Augustini, diretta dal Maestro Renato Cadel, riprende la manifestazione "Domeniche d'Organo" promossa dal Comitato Città di Pavia.

Una celebre leggenda racconta come Agostino sia stato illuminato dall'incontro provvidenziale con un bambino su una spiaggia. Mentre il santo dottore meditava sul mistero della Trinità, si accorse di un bambino che raccoglieva l'acqua del mare per versarla in una piccola buca scavata nella sabbia. Sentendosi domandare cosa stesse facendo, il bambino rispose che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Agostino comprese allora che, come non è possibile riversare l'intero mare in una piccola cavità, così pure è impossibile che il mistero della Trinità possa entrare nella mente dell'uomo. Nel raffigurare questo racconto, molti artisti hanno ritratto Agostino muto, a braccia aperte e in un'espressione di grande stupore, quasi a voler dire che la Trinità è un mistero davanti al quale la mente tace e il cuore contempla. Similmente, il gregoriano della liturgia odierna canta il mistero dell'unità delle tre Persone in un clima di intima adorazione. I testi delle antifone non sono di carattere teologico dogmatico, ma al contrario sono un canto di lode e di ringraziamento, nonché un'eco della Scrittura: il communio, infatti, cita l'unico passo del Vangelo in cui è riportata la formula trinitaria. A completare i canti di questa liturgia, sono stati scelti alcuni tropi del Kyrie (ovvero dei testi composti sulla melodia dei lunghi vocalizzi sulla e finale delle parole "Kyrie" e "Christe") che riassumono la teologia del mistero trinitario, e un'antifona che inneggia alla divina maternità di Maria, dogma proclamato al Concilio di Efeso nel 431, un anno dopo la morte di Agostino.

 

L'Organista Maria Cecilia Farina proporrà il sesto ciclo di concerti con a tema J. S. Bach e S. Agostino.

 

Dieterich Buxtehude Praeludium, Fuga e Ciacona in C BuxWV 137   (1637 - 1707)

Johann Sebastian Bach Da Dritter Theil der Clavier-Übung  (1685 - 1750)

Kyrie Gott Vater in Ewigkeit BWV 672

Christe aller Welt Trost BWV 673

Kyrie Gott heiliger Geist BWV 674

Kyrie Gott Vater in Ewigkeit BWV 669

Christe aller Welt Trost BWV 670

Kyrie Gott heiliger Geist BWV 671

Allein Gott in der Höh sey Ehr BWV 675

Fugetta [sic] super Allein Gott BWV

677 Allein Gott in der Höh sey Ehr BWV 676

Praeludium e Fuga in G BWV 541

 

 

Due elementi di novità connotano le Domeniche d'organo del 2015. Anzitutto, la collocazione del concerto dopo la S.Messa in canto gregoriano nella solennità della Ss. Trinità, con la quale è in stretta correlazione tematica. Ogni Domenica d'organo del 2015 affiancherà inoltre alla musica organistica bachiana un brano di autore "prebachiano" per sottolineare quanto sia stata fondamentale, nella formazione del giovane Bach, la linfa della tradizione tedesca precedente.

L'autore scelto per questa domenica è Dieterich Buxtehude, il musicista di origine danese che influenzò forse più d'ogni altro la scrittura organistica di Bach. La stima che il ventenne Johann Sebastian nutriva per questo grande maestro dello stylus phantasticus, nel 1705 lo portò a piedi da Arnstadt a Lubecca per ascoltare le sue improvvisazioni, ricevendo al ritorno una dura accusa dal concistoro per la prolungata assenza. Il Praeludium, Fuga e Ciacona in C (Do maggiore) è uno dei brani più solari del maestro danese, modulato in forma tripartita: una sezione iniziale di carattere improvvisativo, aperta da una cadenza di solo Pedale, la breve fuga e infine una sezione su basso ostinato, cioè la Ciacona. La parte bachiana della meditazione musicale inizia con un estratto della Clavier-Übung parte terza, pubblicata a Norimberga nel 1739 presso Balthasar Schmid. Come abbiamo già scritto in occasione di precedenti Domeniche d'organo, Clavier-Übung letteralmente significa "esercizio per tastiera": tuttavia, dietro questo titolo così umile si nasconde una silloge di concezione architettonico-musicale monumentale.

La terza parte, dedicata all'organo, rappresenta una vera e propria summa della musica religiosa di tutti i tempi. Le composizioni sono strutturate secondo una logica prettamente matematica e impiegano un linguaggio contrappuntistico di estremo rigore: Bach ci appare pienamente immerso nella concezione agostiniana e boeziana del Quadrivium dove la musica è scientia numeri.. La silloge è intrisa di significati teologici , attraverso una complessa simbologia numerica che si svela appieno solo ad un'analisi tecnica del testo. Fonte religiosa sono i due catechismi che Lutero pubblicò nel 1529: il Piccolo Catechismo, per "pastori e predicatori semplici" e il Grande Catechismo, per studiosi e teologi. L'intera parte terza della Clavier-Übung consta di 27 brani: il grandioso Praeludium iniziale, 21 corali, 4 duetti e la Fuga a cinque voci che suggella l'opera. Per la meditazione odierna proponiamo i primi nove corali della silloge, che costituiscono la Missa Brevis luterana (Kyrie e Gloria) e concernono pienamente la Trinità, sia dal punto di vista tematico, sia nella struttura: 9 è infatti un numero perfetto (3x3). I corali vengono presentati sia nelle versioni grandi che in quelle piccole, precedute dall'intonazione della melodia originaria. I corali "piccoli" o alio modo sono miniature della durata di pochissimi minuti ognuna. La brevità non significa però maggiore semplicità: i piccoli corali non hanno una parte di pedale, ma il loro tessuto polifonico è estremamente fitto, il linguaggio è concettuale e mira alla predicazione, al messaggio teologico che ogni brano vuole trasmettere ai fedeli in preghiera.

 

Da sottolineare che le melodie dei tre corali su Kyrie, Christe e Kyrie, derivano dalle melodie gregoriane della Missa Fons bonitatis, scelte non a caso per la Messa che precede il concerto. Conclude il programma uno dei più brillanti Preludi e Fuga di Johann Sebastian: il BWV 541 in G (Sol maggiore). Binomio del quale possediamo l'autografo, è uno dei più impegnativi dal punto di vista tecnico: Bach ne realizzò una "bella copia" per il figlio Wilhelm Friedemann in occasione di un' audizione che doveva sostenere su un organo Silbermann ( per lo stesso figlio sono composte anche le Sei Triosonate BWV 525-530, tra le composizioni di maggiore difficoltà tecnica nell'ambito del repertorio organistico).

Il Preludio, che reca l'indicazione autografa di tempo Vivace, brilla di una luce tutta italiana: vi si respirano l'atmosfera, lo swing e la forma a ritornello del concerto barocco alla Vivaldi, che Bach tanto amava, ma al tempo stesso sono presenti stilemi delle toccate nord-tedesche (per altro anch'essi mutuati dall'idioma tastieristico italiano). La Fuga, col suo incisivo soggetto a note ribattute, si sviluppa in un contrappunto a 4 voci che non concede tregua, con elementi ritmico-melodici che ricordano il primo movimento del V Concerto Brandeburghese BWV 1050.