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Suor Andreina Vertemati: CASSAGO FESTA DI S. AGOSTINO

 Suor Andreina e suor Leonilde verso il Santuario del Miserin nella vallata di Champorcher

Champorcher: suor Andreina e suor Leonilde

 

 

 

CASSAGO FESTA DI S. AGOSTINO

di Suor Andreina Vertemati

 

 

 

Carissimi, ventitré anni fa come oggi, arrivavo a Cassago il 31 agosto. Il 1 settembre cominciai il mio lavoro all'asilo. Vi ringrazio dell'invito e della opportunità questa sera dopo 23 anni di essere ancora tra voi. Conservo sempre nel mio cuore la freschezza dei sentimenti e la gioia del tempo vissuto assieme e dei momenti grandi e piccoli che ci hanno fatto crescere nella fede, nella speranza, nella carità. Sì perchè ogni incontro vero tra cristiani è un aumento di amore verso Dio: perciò è un cammino verso la santità. Infatti ci siamo incontrati perchè Dio ha voluto così. Sottolineo proprio "perchè Dio ha voluto così" che tra l'altro sono parole di un canto che mi piace tanto.

Quella era la Sua volontà: che noi ci conoscessimo, ci amassimo e vivessimo una parte di cammino insieme verso di Lui.

Lui mi ha chiamata fin dalla mia giovinezza e mi ha poi condotto a Cassago per vivere e scrivere un pezzetto di storia con voi. Dobbiamo vedere la storia come un grande mosaico dove ciascuno deve mettervi il suo pezzetto, altrimenti il mosaico diventa incompleto e se non è finito diventa pasticcio. Pur nella mia pochezza e nei miei sbagli il Signore ha scritto diritto sulle righe storte: ne sono sicura e lo ringrazio. Certo ogni cambiamento ha la sua sofferenza, il suo ricominciare a conoscersi, ma la vostra presenza, i vostri volti mi hanno messo subito a mio agio.

Ho trovato tanta collaborazione e comprensione, ma anche tante attività già avviate e ringrazio le Suore che c'erano e che già lavoravano. Oratorio, teatri, catechesi, oratori feriali, cartelloni per ogni avvenimento: tutti momenti di incontro, di gioia, di crescita.

Quante sere trascorse insieme e come non ricordare la nave dei pirati in oratorio femminile, i Papua con i suoi grandi giochi. Guardo di tanto in tanto le foto che conservo ed esse mi mettono in contatto con tutti voi. E da non dimenticare le meravigliose scappatelle in tempo di ferie in Valle d'Aosta, ferie corte ma dense di significato. La scuola materna in quegli anni era un po' nella bufera della statalizzazione e mi ricordo benissimo quelle vecchiette che mi dicevano: "Suora l'è venuda chi in un momento brutto. Chissà cosa penserà de Cassac."

Anche qui un gruppo di genitori che si erano interessati al problema e credevano alle necessità di una scuola libera hanno saputo tenere ferme le loro idee facendo incontri con persone competenti e confrontandosi con le autorità del paese risolvendo questo problema.

"E siccome come si suole dire dulcis in fundo", in mezzo a tante gioie di vivere e lavorare il Signore mi aspettava proprio là con la prova della sofferenza. Come non ricordare in quel momento la vostra solidarietà, la vostra partecipazione, oso dire la vostra condivisione alle mie sofferenze ? Tutto torna alla vostra maggior gloria come dice S. Paolo. Sì perchè anche in quell'ora ci siamo manifestati l'amore reciproco, tanto da poter dire "sia fatta la Sua volontà."

Sono sicura che quell'anno in cui mi sono fermata da ogni attività è stato il più fruttuoso per me perchè ho capito che non è il fare, il correre che conta, ma stare con Lui, pregare e offrire per me e per voi è il rimanere nel suo amore pur nella sofferenza.

Non voglio dilungarmi perchè già troppo siete stati pazienti e scusatemi se vi ho stancato. Della mia vocazione sono fiera e mi trovo bene ovunque il Signore mi vuole, ma ve lo dico a bassa voce: a Cassago ho lasciato un pezzettino di cuore e non lo potrò scordare. Quando sento parlare di Cassago m si raddrizzano le orecchie e ne gioisco. Vi auguro di proseguire sempre col fervore di cui siete animati da veri cristiani. Continuate ad approfondire la vita di S: Agostino, di cui siete fieri del passaggio in modo da poter dire con lui: "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato: ed ecco tu stavi dentro di me ed io fuori ti cercavo."

 

 

 

LA MIA ESPERIENZA A CASSAGO

Suor Leonilde Moiraghi

 

Un grazie di cuore a voi cari cassaghesi, al parroco don Luigi, alla Associazione S. Agostino, che con noi suore della Carità di S. Giovanna Antida fate memoria di due date molto significative, il bicentenario della fondazione del nostro Istituto e i quasi cento anni di presenza qui a Cassago. Non vi nascondo la mia emozione e la mia difficoltà a parlarvi ! Quale testimonianza vi dico ?

Ne ho tante ! Ventotto anni passati con voi non sono pochi ! Tratterò tre aspetti: la vocazione, la scuola materna, la parrocchia.

 

Vocazione

Mi è difficile esprimere la bellezza, il valore e la grandezza della chiamata alla vita consacrata perchè è difficile esprimerlo con linguaggio umano. Essa infatti è un segreto del Divino Amore, la perla più preziosa del Suo cuore come segno di predilezione. L'Evangelista Marco al cap. 10 versetti 21-22 dice: "Allora fissatolo lo amò e gli disse: una cosa sola ti manca: va vendi quello che hai, dallo ai poveri e seguimi."

La consacrazione a Dio secondo il Concilio Vaticano II scaturisce dal bisogno e dall'ardente desiderio di offrirsi totalmente a Dio sommamente amato, con mistici sponsali, per cui il cristiano viene per un nuovo e speciale titolo, destinato al Suo servizio e al Suo amore (Cfr. L. G. 44).

Dopo il pellegrinaggio in Terra Santa con voi, sento che devo essere molto riconoscente al Signore per quanto mi ha donato. Avevo 19 anni quando entrai nella Congregazione delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida a Brescia: era il 24 marzo 1954. La mia missione si è svolta nella scuola materna e nella parrocchia a Mandello Lario, a Fagnano Olona, a Cassago, a Brivio.

 

Scuola Materna

Quando venni a Cassago nel 1970 qui all'asilo c'erano suor Olga, suor Anselmina e suor Angelina. La signora Stella preparava la minestra e i bambini venivano all'asilo con il cestino. La signora Lina Farina ci aiutava nelle pulizie. L'asilo era ente morale e il signor Ilario Corti era il presidente.

Nel 1971 i Visconti vendettero lo stabile al Comune e così l'Asilo divenne comunale. Nel 1972 chiesero un'insegnante allo Stato e così una sezione passò statale. Le sezioni erano omogenee e i bambini divisi per età in piccoli, mezzani e grandi. Con la sezione statale si è dovuto fare sezioni eterogenee cioè bambini misti di età 3, 4 e 5 anni.

La statale prendeva 30 bambini e i rimanenti erano divisi nelle due sezioni comunali. Se l'educazione contiene un tesoro devono essere ben chiari i suoi quattro pilastri: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere con gli altri, imparare ad essere.

Santa Giovanna Antida nella Regola del 1820 chiedeva alle sue suore di rispettare i tempi dei bambini. Ai bambini piace soffermarsi sulle cose che li interessano, condividendole con chi gli sta vicino. E' questo un elemento irrinunciabile nella conoscenza e nella comunicazione.

Il giardino del Duca ci dava la possibilità di fare molte esperienze con i bambini: la vita dei fiori, delle farfalle, insetti, nidi di uccelli, piante da frutta: allora non c'erano tutte le ville che sono state costruite e le montagne offrivano un incantevole panorama. Si stava veramente a contatto con la natura e i bambini imparavano ad essere allegri. Custode del giardino del Duca era il signor Rigamonti e volentieri mi apriva il cancello e mi accompagnava.

I Decreti delegati non erano ancora stati stampati, ma con i genitori si collaborava. Insieme abbiamo fatto del nostro meglio per far crescere nel cuore dei bambini con l'amore del bello, che è inseparabile dal bene, l'esercizio delle virtù cristiane, il rispetto degli altri, l'aiuto vicendevole.

 

Oratorio

Nel 1970 come parroco c'era don Giovanni Motta, coadiutore don Lorenzo, poi è venuto don Giuseppe Panzeri, don Giancarlo, don Tarcisio, don Giacomo, don Roberto e ora don Luigi con don Sergio. A questi ultimi auguro una lunga permanenza. Abbiamo lavorato tanto ma l'azione non ci ha portato all'impoverimento del patrimonio spirituale, abbiamo vissuto nell'esercizio della fede, della speranza e della carità nonostante i nostri limiti e difetti. La catechesi, le giornate di spiritualità, incontri formativi a cui i giovani, gli adolescenti partecipavano sono sempre stati oggetto della nostra premura. Si è sempre tenuto in considerazione le iniziative della diocesi, del decanato e in base a quelle si preparava il calendario parrocchiale. Non mancavano teatri, recital, cantabimbo.

Ne ricordo due: "Ecce homo" e "Il segreto della felicità." in settembre si iniziava l'attività oratoriana con il grande gioco e si finiva l'anno sociale dopo la metà di luglio con l'oratorio feriale.

Perchè riuscisse bene si mandavano tre o quattro adolescenti a Capizzone perchè, trovandosi con altri adolescenti della diocesi, venissero invogliati ad impegnarsi con responsabilità e serietà nel servizio dei ragazzi ed è sempre stata una esperienza positiva perchè tornavano da Capizzone entusiasti ed allegri. Quante serate passate assieme per preparare veglie di preghiera, giornate di fraternità con la comunità dei tossicodipendenti di Maiano.

In un incontro con loro una volta abbiamo invitato la nostra carissima Sandra Villa, una non vedente. Era stata così convincente che è stato balsamo per le loro anime. Suor Orsola ci disse che i ragazzi la ricordavano sovente ed erano commossi. Partecipavamo al "Radiora" a Monza.

Un anno hanno rappresentato i Papua, a noi cassaghesi era piaciuto tantissimo e ci siamo impegnati a ripeterlo nel nostro oratorio. Quell'anno toccava all'Oratorio Femminile e una sera siamo andati a Milano dal signor Maggi, l'organizzatore del grande gioco della F.O.M. per farsi spiegare cosa preparare per la festa. Lui ci ha fatto vedere un filmino e ogni tanto dicevo: "bello ! si può fare."

Lo facciamo." Fabio Giussani mi guardava serio, poi mi disse: "Suor Leonilde lei è fuor di testa ! "

Luigi guardava e taceva, Rosalba e Giovanna Milani scuotevano la testa perchè dicevano che era impossibile preparare tante cose in poco tempo. Venne il giorno dell'apertura dell'anno oratoriano e tutto era pronto, anche la tenda degli spiriti, alta 3 metri con tante facce disegnate da Luigi che a guardarla impressionava.

Abbiamo preparato tantissimi fustini di Dixan tagliate a metà e ripulite bene dalla polvere e colorati con pastelli e pennarelli perchè ognuno doveva decorarsi la maschera che doveva servire per il balletto pomeridiano. Don Giancarlo schivo di complimenti ha lodato gli organizzatori soddisfatti della fatica sostenuta. Dai nostri oratori sono uscite tante vocazioni sacerdotali, religiose, religiosi e giovani che hanno formato famiglie cristiane.

E' lavorando insieme per il medesimo ideale, è cercare la verità nel dialogo sul valore della fede che si diventa cristiani adulti, capaci di vivere la vita allegra che non è spensieratezza, ma fidarsi di Dio.