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In missione in Africa: suor Giussani
LA VITA RELIGIOSA NELLA TRADIZIONE AMBROSIANA
Il Carisma delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida
di suor Pierluigia Giussani
Sono contenta di essere qui questa sera in un ambiente tanto caro perchè ricco di ricordi belli. Ringrazio gli organizzatori della Settimana Agostiniana per aver dato al paese la possibilità di riflettere sul "Carisma al femminile nella tradizione ambrosiana" e festeggiare i quasi cento anni di presenza delle Suore della Carità a Cassago.
Nel mio intervento non parlerò della spiritualità di S. Giovanna Antida Fondatrice dell'Istituto al quale appartengo perchè è già stato trattato da altri. Ho pensato invece di rileggere insieme con voi il nostro vissuto di Suore della Carità in Diocesi di Milano a partire dal 1874.
Il carisma della Carità che il Signore ha donato a Santa Giovanna Antida e che si specifica in "servire ed evangelizzare i poveri ", ha trovato concretezza e visibilità in alcune opere tipiche che sono nate nella Milano della seconda metà del secolo scorso. Santa Giovanna Antida scriveva nella sua Lettera Circolare del 1812: "Abbiamo sentito la voce del nostro prossimo. Abbiamo sentito la voce dei poveri ... in qualsiasi paese si trovino devono esserci ugualmente cari." E ancora, nella Regola del 1820: "Le Suore voleranno davanti all'indigenza, si dedicheranno al sollievo di tutte le categorie di poveri."
Le Suore della Carità giungevano a Milano, mandate dalla Casa Provinciale di Vercelli, aperta da santa Giovanna Antida nel 1825 un anno prima della sua morte.
Prima destinazione fu la Piccola Casa del Rifugio in via De Amicis, un Istituto voluto dal Conte Lurani, che accoglieva ragazze handicappate fisicamente e soprattutto psicologicamente. Si sa che a quei tempi le persone handicappate erano una vergogna per la famiglia e allora o venivano tenute in famiglia nell'anonimato o, ed era la maggioranza dei casi, finivano in Istituto.
Alla Piccola Casa del Rifugio le Suore potevano esprimere il loro amore attento, tenero e materno, sostenute dalla convinzione carismatica che in ogni persona bisognosa è Gesù stesso che si serve: "Servi Gesù Cristo nella persona dei poveri, con cordialità, rispetto, compassione, carità e umiltà." (S. Giovanna Antida nella Regola del 1807).
Ancora oggi a Milano esiste la Piccola Casa del Rifugio: alle ragazze handicappate si sono aggiunte persone anziane. E le Suore continuano la loro presenza con uno stile adatto ai tempi nostri: lavorano in équipe con le diverse figure professionali, ma sempre con l'amore che ogni mattina attinge al Cuore di Cristo la sua forza creativa e in collaborazione con le Sorelle della Comunità.
Qualche anno più tardi, questa volta su iniziativa di sacerdoti diocesani, le Suore sono state chiamate alla Piccola Casa San Giuseppe, dove ora mi trovo. La finalità di quel tempo, siamo nel 1877, era l'accoglienza delle ragazze pericolanti, oggi diremmo ragazze a rischio. Quindi possiamo pensare a un lavoro di prevenzione e di cura. Le ragazze educate amorevolmente dalle Suore, non solo ricevevano una educazione adeguata, umana e cristiana, ma imparavano un lavoro per poter affrontare in maniera autonoma il proprio avvenire.
Ora l'ospitalità e l'attenzione è soprattutto per le studenti universitarie del nostro pensionato alle quali trasmettere una buona educazione con un'apertura particolare alle straniere che sono molte oggi. Attualmente abbiamo due albanesi: ci sono state anche coreane, cinesi, polacche.
Sempre in quegli anni un'altra richiesta, questa volta per i minori della Fanciullezza Abbandonata. Il nome dice subito che si trattava di bambini e bambine abbandonati dai propri genitori, figli di ragazze madri diremmo oggi o anche orfani. Scriveva santa Giovanna Antida nel 1813: "Si tratta di un dovere molto prezioso e carissimo al nostro cuore, quello di trarre dall'ignoranza e dal vizio, ove ordinariamente marcisce, una gioventù povera e abbandonata. Le ragazze indigenti saranno l'oggetto commovente del nostro zelo più ardente, della nostra carità più accurata e tenera."
Santa Giovanna Antida scriveva questa parole al Ministro dell'Interno del Regno di Napoli, aveva quindi davanti agli occhi la realtà di miseria napoletana. Ma anche a Milano possiamo immaginare che la situazione non era migliore. E le Suore accoglievano ragazzi non solo poveri di mezzi, di istruzione, ma soprattutto di amore. In via Nino Bixio e via Ariberto questi ragazzi ricevevano le cure più attente da parte delle Suore. Anche oggi l'opera continua, naturalmente i metodi sono cambiati in tutti i sensi. Le Suore lavorano in équipe, in collaborazione con il territorio, la parrocchia, i volontari, il tribunale per le adozioni e gli affidi, sì perchè la povertà di oggi è soprattutto data dalle famiglie divise, dissociate, dai bambini maltrattati, sfruttati.
Nel 1915 la voce dei poveri si è fatta sentire nuovamente. Le Suore vengono chiamate al Carcere di S.Vittore nella Sezione Femminile. Sarebbe interessante sentire qualche suora che ha operato o opera attualmente in questa realtà per meglio descrivere che cosa sarebbe stato il Carcere Femminile senza le Suore. Esse hanno abitato all'interno della struttura carceraria fino al 1992. Ora sei Suore entrano ogni giorno nel Carcere per un servizio infermieristico, per l'ascolto, il sostegno e l'aiuto alle carcerate. Si prendono cura delle carcerate e con apertura di cuore cercano di essere per loro segni indicatori dell'amore che il Padre nutre per ogni figlio, soprattutto se povero.
Una figura luminosa di Suora della carità, detta la mamma di S. Vittore, è Suor Enrichetta Alfieri. Lei e tante Suore, come S. Giovanna Antida a Bellevaux, carcere francese e seconda Comunità da lei aperta nel 1802, hanno donato il loro amore tenero e forte, certe di servire Gesù Cristo. "Ero carcerato e mi avete visitato."
Negli anni settanta di questo secolo l'attenzione alle donne povere ha trovato espressione precisa nella Casa di accoglienza di via Zurigo dove tre Suore si dedicano ad accogliere donne italiane scappate da casa, maltrattate dal marito, spesso madri con bambini, oppure straniere giunte a Milano con il miraggio di una vita più bella, ma subito deluse dalla realtà. E' una pronta accoglienza, cioè non viene loro chiesto nulla se non l'essere in stato di bisogno e desiderare un tempo per poter ripensare alla propria vita cercando un lavoro o una sistemazione diversa ...
Da poco questa comunità serve anche di passaggio quelle ragazze schiavizzate dai propri connazionali e obbligate a prostituirsi, che accettano di lasciare il marciapiede. Prima di andare nella comunità dove faranno un vero proprio lavoro di recupero, si fermano alcuni giorni alla Casa di Accoglienza. La rete di relazioni tra i vari servizi pubblici e privati, della Diocesi o delle Congregazioni o del Comune sono molteplici.
Delle tre Suore che compongono la Comunità di via Zurigo, una presta servizio all'Opera di S. Francesco dei Cappuccini che ha creato per gli stranieri soprattutto, ma anche per tutti i senza fissa dimora di Milano, mensa, guardaroba, ambulatori medici, dentistici ecc.
In questi anni molte persone della Diocesi e soprattutto delle periferie della città di Milano, si sono rivolte direttamente alla Segreteria del Cardinale e all'Ufficio della Pastorale del Lavoro per avere un aiuto nelle gravi difficoltà in cui si trovavano. Per questo il Cardinale ha incaricato il Responsabile della Pastorale del Lavoro e il Direttore della Caritas, di inventare un servizio che fosse di aiuto a queste situazioni, attraverso le parrocchie. l servizio S.I.L.O.E. (Servizi Integrati Lavoro Orientamento Educazione) è di stimolo ai Centri di Ascolto delle Parrocchie perchè dall'assistenza passino al progetto che cerca di risolvere il disagio alla radice.
Per mezzo del fondo di solidarietà del cardinale si aiutano le famiglie o le persone a risollevarsi e a ritrovare pian piano l'equilibrio per riprendere nuove strade di autonomia. Il Servizio è di stimolo anche per il pubblico: vi opera una Suora della Carità.
Un numero molto nutrito di Comunità in Diocesi svolge la sua attività, dalle origini, nella Scuola Materna: un serio impegno per offrire una sana educazione umana e cristiana. E accanto sempre la disponibilità delle Suore nella Parrocchia: catechesi, oratorio, visite agli anziani ... Quindi al servizio che oggi chiameremmo socio-educativo e assistenziale troviamo molte Suore impegnate in un servizio prettamente educativo. Santa Giovanna Antida parlava delle ragazze da educare come sacri depositi che il Signore affida alle Suore, e ancora diceva che l'educazione è roba del cuore. Parlando del nostro paese, mi chiedo cosa sarebbe stato Cassago senza la presenza delle Suore. Una presenza discreta, attenta, non solo ai bambini e alle giovani ma anche alle famiglie. Quante mamme hanno trovato luce, forza per continuare la vita familiare, indicazioni per l'educazione dei propri figli attraverso il dialogo sereno con le Suore. L'Oratorio era il loro campo di lavoro soprattutto festivo e anche serale. Qui il ricordo è degli anni della mia giovinezza: teatri, partite con squadre di altri paesi, gite, gare, che vita ! che gioia di stare insieme e quanto aiuto per prepararci all'avvenire, per sentire la vita come vocazione. La collaborazione fiduciosa e rispettosa con il Parroco e i sacerdoti che frequentavano la nostra Chiesa aiutava noi giovani a dare il meglio di noi stesse. Veramente ringrazio il Signore e ogni Suora che ho incontrato sulla mia strada.
Parlando di educazione non posso non dimenticare l'opera educativa delle Suore nelle due Scuole di Erba e Gorgonzola. Non entro in argomento perchè domani la serata sarà dedicata appunto alla Scuola e ci sarà Suor Ornella Casiraghi. Vorrei invece dire che in questi ultimi anni, a partire dagli anni settanta soprattutto, è cambiata la modalità di presenza nella parrocchia.
Proprio nel 1970 la nostra provincia religiosa ha posto un'attenzione particolare alle parrocchie di periferia, della cintura milanese, dove più forte era il bisogno di evangelizzazione. Una scelta che ha visto le Suore più orientate per un inserimento a tempo pieno nella parrocchia, in una pastorale d'insieme, impoverendo certo le nostre Scuole. Ma questa scelta ha visto un maggior impegno dei laici che, ad esempio ad Erba, hanno accettato di gestire la Scuola costituendosi in cooperativa.
Nelle parrocchie di periferia le Suore sono state e sono un validissimo aiuto per la crescita umana, cristiana ed ecclesiale della comunità, come ad esempio a Cinisello, San Donato, Corsico e, ultima nata, Settimo Milanese. Quest'ultima presenza è nell'unità pastorale costituita qualche anno fa.
Lavoro d'insieme, rispetto dei diversi carismi nella Chiesa, collaborazione a tutti i livelli, ricerca comune, discernimento nello Spirito perchè cresca tutto il Corpo ecclesiale. Sono queste le caratteristiche dei nuovi inserimenti, naturalmente con un'attenzione particolare al femminile e a chi è più bisognoso.
E da ultimo non posso dimenticare un altro settore della vita sociale che ha visto in questi anni una presenza massiccia di Suore della Carità: il settore socio sanitario. S. Giovanna Antida scriveva nel 1825: " Il Signore mi ha elargito una autentica vocazione: molta tenerezza per i malati, il desiderio e la volontà di aiutarli ... per la maggior gloria di Dio."
Illuminate e spronate da questo esempio ecco le Suore della carità negli Ospedali (Legnano, Varese, Gallarate, Busto, Somma Lombarda ...), nelle Case di Cura per i malati mentali (Monza e Milano Ville Turro), negli Ospedali militari, oggi nelle Case di Riposo e tra gli handicappati gravi (Inverigo). Sempre spinte dal desiderio di curare le membra sofferenti di Gesù perchè ciascuno possa incontrare Gesù. Come nei periodi bellici di questo secolo le Suore non hanno avuto paura di assistere i nostri soldati salendo sui treni militari spingendosi fino alla Russia, così ora sono a servizio dei tossicodipendenti, malati di AIDS, malati oncologici e nei reparti di Alzaimer.
Ma che cosa sostiene tanta generosità ? Il segreto ci viene ancora una volta svelato da santa Giovanna Antida: Dio Solo ! che possiamo tradurre: Amare Gesù cristo e amarlo in tutte le sue membra per manifestare l'amore del Padre.
Il mio augurio è che il Carisma della Carità cresca continuamente anche nella comunità parrocchiale di Cassago e porti frutti insieme a nuove vocazioni.
ISTRUZIONE, CULTURA E MONDO DELLA SCUOLA
di suor Casiraghi Ornella
Il desiderio di educare e di formare è il principio ispiratore di Santa Giovanna Antida, attenta al bisogno di far crescere e di istruire le ragazze e i giovani. Animate e proiettate dal Carismo educativo di S. Giovanna Antida, le Suore della Carità sono approdate a Erba 110 anni fa.
Sono state chiamate dal Prevosto di S. Maria nascente perchè aprissero una Scuola Elementare per le ragazze, una Scuola Materna, facessero catechismo, insegnassero alla Scuola Elementare comunale.
La collaborazione Parrocchia, Suore e Comune si è rafforzato nel tempo ed evoluto favorendo la formazione di numerosi ragazzi e ragazze. L'attenzione al bambino, al suo sviluppo integrale, ha sempre guidato e sostenuto l'opera delle suore e le ha aiutate a creare luoghi adatti e insegnamenti appropriati ai tempi e alle situazioni. Anche l'attenzione alle famiglie, attraverso l'accoglienza e il dialogo, hanno caratterizzato il cammino e le scelte della Scuola San Vincenzo.
Negli anni '60 la Scuola Elementare è Parificata, c'è la una sezione di Scuola Materna. Ricordiamo che è presente Asilo Gianetti. Negli anni '80 la mancanza di vocazioni spinse le Suore a chiedere la collaborazione dei laici nella gestione della scuola. Si fondò una Cooperativa che, in concerto con le Suore e la Parrocchia avrebbe permesso all'Istituto San Vincenzo di continuare ad essere centro formativo. I laici, genitori e collaboratori, hanno interpretato e assimilato il Carisma educativo di S. Giovanna Antida e continuato la Scuola con lo stile e l'impegno delle Suore.
L'Istituto ha aperto nel 1989 la Scuola Media, nel 1997 ha aperto le medie ad Albese, le sezioni elementari stanno raddoppiando. La San Vincenzo continua ad essere luogo di istruzione e di cultura e speriamo possa esserlo per il futuro.