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santina dino: le suore del preziosissimo sangue

 Conversione di sant'Agostino

sant'Agostino il convertito a Cristo

 

 

 

LE SUORE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

di suor Santina Dino

 

 

 

 

Premessa

La storia, anche quella profana, è sempre storia di salvezza, cioè storia dell'amore di Dio per l'uomo. Questo è vero anche per la nostra Congregazione che ancora oggi e chiamata dal Padre a scrivere la sua pagina nella storia della Chiesa ambrosiana: nata a Monza nel 1876, ha ancora in questa città il suo entro propulsore, la Casa madre e il Governo centrale.

La storia della Chiesa, come già la storia dell'antico Israele, non è mai un susseguirsi di fatti accaduti per caso, con protagonisti che non hanno scelto di esserlo, ma piuttosto la progressiva attuazione del progetto salvifico pensato da Dio per l'uomo già prima della creazione del mondo. La storia, anche quella profana, è sempre una storia di salvezza attraverso la quale Dio attua infallibilmente il suo piano, poichè i doni della sua benevolenza sono irrevocabili (Rm 11, 28).

Per capire il presente, bisogna interrogare il passato; per comprendere la realtà di una Congregazione religiosa, bisogna risalire alle origini e rileggerle non soltanto a partire dalla personalità della Fondatrice o del Fondatore, ma dentro il contesto storico e socio-culturale che ne ha favorito se non determinato la nascita e lo sviluppo. Questo contesto per noi Suore del Preziosissimo Sangue è quello lombardo (più precisamente brianzolo) del secondo Ottocento: la nostra Congregazione è nata ufficialmente a Monza nel 876 e appartiene dunque a pieno titolo alla tradizione ambrosiana.

 

 

La Fondatrice: Madre Maria Matilde Bucchi

(Agrate 1812 - Monza 1882)

 

Maria Matilde Bucchi appartiene alla schiera di quei Servi di Dio che, nel secolo scorso, hanno confortato il cammino di fede dei loro contemporanei nel segno del Sangue di Cristo: san Vincenzo M. Strambi, san Gaspare Del Bufalo, la beata Maria de Mattias, don Tommaso Fusco, santa Maddalena di Canossa, Antonio Rosmini ... Attirata e coinvolta come loro dal mistero del Sangue di Cristo, Maria Matilde Bucchi si distingue tra essi non solo per l'umiltà della sua vita e della sua storia, ma anche per la peculiarità della sua esperienza personale, condivisa con le prime compagne e lasciata poi in eredità alla sua Famiglia religiosa.

Il 18 maggio 1812 nasce in Agrate, da Giuseppe e Maria Teresa Pirola. Lo stesso giorno, nella chiesa parrocchiale dedicata a S. Eusebio, riceve il battesimo. Nel 1818 riceve la santa Cresima nella prepositurale di Vimercate. Fra il 1820 e il 1822 frequenta per poco tempo la scuola ad Agrate. Nel 1824 riceve la prima Comunione nella parrocchia di Agrate e nel 1826 comincia a lavorare a Monza presso la Filanda Corti. Vi rimane fino al 1850 circa, quando la malattia e la morte del padre la riconducono ad Agrate. Fra il 1850 e il 1852 presta servizio domestico presso una famiglia di Milano, poi presso il parroco di Cernusco Lombardone e infine ad Agrate dal parroco don Giovanni Riboldi.

Il 17 maggio del 1852 entra all'Istituto Canossiano di Monza come assistente di un gruppo di fanciulle povere. Ben presto si uniscono a lei altre giovani, con la prospettiva di consacrarsi a Dio come "Terziarie Canossiane." Il 18 dicembre 1856, Maria Matilde e le sue compagne emettono la professione religiosa in qualità di "Terziarie Canossiane." Con decreto del 28 aprile 1862, la Santa Sede scioglie l'istituzione delle Terziarie, proponendo che esse vengano assorbite dalle Figlie della Carità Canossiane o rientrino nelle proprie famiglie. La "Terziaria" di Monza, che nel 1868 aveva aperto una seconda Comunità a Montesiro di Besana, non segue nè l'una nè l'altra soluzione, si affida alla Chiesa e nel 1874, su indicazione dell'arciprete di Monza mons. Francesco Zanzi, si costituisce in autonomia. Così il 17 maggio 1876 l'arcivescovo di Milano, mons. Luigi Nazari di Calabiana, erige la comunità di suor Maria Clotilde, da lui nominata prima Superiora Generale, in Congregazione sotto il titolo di "Suore del Preziosissimo Sangue." Suor Maria Matilde, che era stata riconfermata nel so mandato nel 1879, conclude la sua esperienza terrena, lasciando una nuova Famiglia religiosa ormai ufficialmente riconosciuta, con una sua precisa identità carismatica e apostolica.

Una pagina di storia della Chiesa Ambrosiana

Guardata all'esterno, la vicenda di Maria Matilde Bucchi non presenta davvero nulla di eccezionale, tanto da apparire addirittura insignificante. "Una vita alla giornata" è stata recentemente definita proprio perchè guardata dall'esterno sembra senza smalto, senza mordente.

Uno degli interrogativi emersi in occasione del Processo diocesano per la canonizzazione di Madre Maria Bucchi, svolto dalla Curia di Milano (1991-1992), è stato proprio questo: "Come mai ad Agrate e da una ragazza povera, economicamente e culturalmente, è venuta fuori una Congregazione impegnata soprattutto nella scuola e diffusa oggi ben oltre i confini dell'Italia ? "

E' in fondo l'interrogativo alla cui risposta è dedicata questa relazione. Una risposta che deve quindi mettere in luce le motivazioni del nascere, del progredire e del perdurare di una Congregazione che ancora oggi continua a scrivere con intelligenza di amore la sua pagina nella storia della Chiesa che è in Milano e nel mondo. Risalendo alle origini, questa pagina presenta almeno tre ordini di motivazioni: personali, socio-culturali, religiose.

 

Motivazioni riconducibili alla personalità di Maria Matilde Bucchi

* Il carisma di Fondatrice appare in questa Serva di Dio come il compiersi di un lungo processo di autocomprensione, iniziato nella fanciullezza, vissuto più consapevolmente nell'adolescenza e approdato nella maturità alla totalità della risposta oblativa nel forte richiamo del Sangue di Cristo. In questo cammino lei si lasciò condurre da Dio: non aveva nessuna intenzione di fondare una nuova Famiglia religiosa, voleva appartenere a Dio, consacrarsi a Lui per sempre: è questa la motivazione di fondo che spiega le scelte successive.

* I valori umani e cristiani ereditati dalla famiglia e dalla comunità cristiana di Agrate, soprattutto dai sacerdoti della parrocchia: sobrietà di vita, laboriosità, collaborazione, attenzione agli altri, senso di responsabilità. Così la vita che avrebbe potuto essere condizionata in negativo dalla scarsità dei mezzi economici, dalla poca cultura, da un lavoro pesante e mal retribuito, da relazioni sociali altrettanto limitate, divenne per lei occasione di maturazione umana, di ascesi, di graduale elevazione all'intimità con Dio.

* La singolare attrazione per Gesù Crocifisso e per la sua immolazione al Padre e ai fratelli: da qui l'intuizione di fede che l'assoluto di amore di cui il Sangue di Cristo era la prova inequivocabile, esigeva un'oblazione altrettanto incondizionata.

* E ancora l'intuizione che questa risposta di amore non poteva esaurirsi nella dimensione contemplativa (vedi rifiuto di Ancilla), ma doveva tradursi in un servizio di carità, nel quale dare, come Cristo, il proprio sangue (la propria vita) per i fratelli.

* Sono queste le motivazioni portanti che stanno a monte del carisma di Fondatrice di Madre Maria Matilde, anche se lei non ebbe nè modo nè tempo di oggettivarle, costantemente rivolta a Dio più per accogliere che per capire (solo sul piano razionale) la sua volontà. Il suo discernimento si muove alla luce della fede e dell'obbedienza e in tal senso fu molto aiutata dalla direzione spirituale di P. L. Galbiati, dei Barnabiti di S. Maria al Carrobiolo in Monza, e dall'amicizia con Ancilla Ghezzi, futura Fondatrice in Monza del Monastero delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento.

 

Motivazioni socio-culturali

Naturalmente il riferimento è al contesto socio-culturale che più direttamente interessò la vicenda di Maria Matilde Bucchi e della sua Congregazione, limitato quindi ad alcuni brevi cenni ad Agrate e a Monza.

* Quando Maria Matilde vi nacque, il 18 maggio 1812, Agrate aveva una popolazione di circa 2000 abitanti: un grosso paese adagiato "nella bella, verdeggiante campagna." Un tessuto sociale contadino, di gente "povera e onesta" (Bg M. Bucchi), laboriosa, volitiva, devota. La gente lavora in campagna e nei mestieri ad essa collegati; le ragazze vanno in filanda fino all'età da marito e alcune anche dopo.

* Monza, città fiorente di industrie e commerci, ebbe nel secolo scorso un ruolo certo più importante di oggi, sul pano politico, culturale ed economico, in quanto offriva lavoro non solo ai suoi abitanti ma anche a tutto il circondario.

* Gli Atti della Visita pastorale dell'arcivescovo Bartolomeo Romilli, del 1851, registrano la buona vitalità religiosa della città, grazie anche all'opera di alcuni parroci che cercavano di condividere i problemi della gente, spendendo tempo e intelligenza a favore delle classi più povere.

* Una presenza-chiave nel secondo Ottocento fu quella dei Barnabiti, l'unico ordine religioso rimasto in città in seguito alle soppressioni del 1798 (Repubblica Cisalpina) e del 1810 (napoleone), grazie alla intelligente lungimiranza del Marchese Carlo Arconati Visconti. Un rapido elenco delle opere attivate dai Barnabiti nel connubio efficace di fede e cultura:

- Oratorio dell'Addolorata

- Istituto dei Chierici poveri

- Iniziative sociali: Oratorio femminile, Scuole serali e Scuola festiva per adulti, Circolo S. Giovanni Battista, Conferenza di S.Vincenzo, Istituto dei Paolini, Istituto degli Artigianelli, consorzio di beneficenza per gli operai.

- Congregazioni femminili (delle 7 Congregazioni che nel secolo scorso avviarono a Monza opere di apostolato, ben 4 furono aiutate dai Barnabiti: Canossiane, Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, Suore del Buon Pastore, Suore del Preziosissimo Sangue).

* Molto avvertita anche nella diocesi di Milano l'urgenza di provvedere all'educazione cristiana delle ragazze che si trovavano ad affrontare, con la sola formazione ricevuta in famiglia, una società in profonda evoluzione.

* Determinante in tal senso la sensibilità pastorale di mons. Francesco Zanzi, arciprete di Monza dal 1841 al 1878. Durante il suo mandato, fu aperto a Monza prima l'Istituto delle Canossiane e poi il Collegio delle Preziosine, nella cui fondazione egli ebbe un ruolo decisivo. Anche se non dichiarata, cominciava proprio allora la promozione della donna e la giusta valorizzazione del genio femminile nella società civile ed ecclesiale.

* La Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue, che la gente semplificando un titolo anche linguisticamente troppo impegnativo, cominciò subito a chiamare Preziosine, è una tessera certamente significativa del grande e interessantissimo mosaico della città di Monza nel XIX secolo, un mosaico costruito con intelligenza, con pazienza, con la tipica sodezza lombarda, ma anche con la vivacità e i colori caratteristici della gente di Brianza.

Motivazioni religiose (spirituali)

Se la formazione personale di Maria Matilde Bucchi e il contesto storico in cui si è trovata ad operare spiegano il carisma educativo della sua Famiglia religiosa come attuazione di un servizio di carità (servizio che Rosmini chiamava "carità intellettuale"), anche la dimensione spirituale ha motivazioni significative nel contesto religioso ed ecclesiale del secolo scorso. Perchè "Suore del Preziosissimo sangue" ? Fu un titolo suggerito o proposto dall'autorità ecclesiastica ? Fu occasionale ? Fu un scelta voluta ? Fu una scelta voluta da Madre Maria Matilde e dalla sua Comunità, alla quale però fu preparata dall'obbedienza allo Spirito, in azione, come sempre, nella storia della Chiesa, caratterizzata allora da :

* Il ritorno alla fede, come reazione all'mpressione di empietà lasciata dalla Rivoluzione francese. Ne scaturì una ricca spiritualità che trovò una viva espressione nella devozione popolare, nel ritorno ai sacramenti, in una pietà più umana (contro il giansenismo, il positivismo, il razionalismo), nella quale ritrovò spazio il sentimento.

* La devozione si andò sempre più orientando verso il Cuore sofferente ed amante del Cristo, verso il mistero della sua passione, in una crescente e diffusa volontà di espiazione personale e sociale delle nefandezze provocate dalla Rivoluzione francese.

* Contro l'insidia del fermento anticristiano che portava al misconoscimento della legge divina e all'inaridimento del timore e dell'amore di Dio, fu accolta con entusiasmo la devozione al Sacro Cuore, all'Eucaristia (adorazione perpetua), al Preziosissimo Sangue che ebbe una grande diffusione in tutta Italia, ma specialmente a Roma, ad opera di mons. Francesco Albertini, Gaspare Del Bufalo, Giovanni Merlini ...

* Nel 1829 la Festa del Preziosissimo Sangue (prima celebrata soltanto nella Congregazione di S. Gaspare) fu estesa a tutti i luoghi dove era istituita la Pia Unione del Preziosissimo Sangue, nella prima domenica di luglio. Nel 1849 Pio IX con il Decreto "Redempti sumus" la estese a tutta la Chiesa.

* Anche a Monza esisteva la Pia Unione (anche se non è stato possibile documentarla). Tuttavia non è dalla Pia Unione che Maria Matilde Bucchi conobbe la devozione al Sangue di Cristo, ma dall'esperienza fatta come terziaria dell'Istituto Canossiano. Le terziarie, come già è stato detto, erano state dedicate da Maddalena di Canossa proprio al Preziosisimo Sangue.

* Fu inoltre certamente determinante il contatto coi Barnabiti che tanta parte ebbero nella formazione spirituale della prima Comnità di Preziosine: la spiritualità dei Barnabiti viene da S. Paolo ed è fortemente cristocentrica. Questa centralità del Cristo, e del Cristo Crocifisso, si coglie assai bene nel "Commento" alle nostre prime Regole del Barnabita Padre Giusto Pantalini.

 

S. Agostino fa scuola anche alle Suore del Preziosissimo Sangue

* Nel Commento ora citato, Padre Pantalini cita spesso S. Agostino a sostegno delle sue catechesi sulle virtù religiose, in particolare sull'obbedienza, sulla carità, sul necessario cammino della Croce, sulla conformità a Cristo Crocifisso.

* Anche per questo mi piace concludere con alcuni passi del "Trattato sul vangelo di Giovanni" di questo grande e sempre attuale maestro di vita spirituale:

* Cristo è la fonte ... Gli uomini hanno bisogno della fonte: con le viscere aride, con la gola riarsa corrono alla fonte per ristorarsi, e la fonte scorre per ristorare (Gv 13, 8).

* Ricorriamo tutti a Cristo, invochiamo contro il peccato l'intervento di Dio liberatore, chiediamo di essere venduti ma per essere ricomprati con il suo sangue (Gv 41, 4).

* Ora che egli ha pagato il prezzo per te, è il momento in cui puoi seguire il Redentor e seguirlo senza riserva fino alla morte di croce (Gv 123,4).

* Non temere, cioè riconosci colui che acclami, e non temere quando lo vedrai soffrire; perchè il suo sangue viene versato per cancellare il tuo peccato e ridonarti la vita (Gv 51, 5):

Attualità del Vangelo del Sangue di Cristo

La devozione al Sangue Preziosissimo (inestimabile) di Cristo è la più antica, la più teologica, la più costantemente attuale nella storia della spiritualità cristiana. Questa attualità è confermata anche dal più recente documento del Magistero con un riferimento esplicito al Sangue di Cristo: la Lettera enciclica di Giovanni Paolo II "Evangelium vitae" (1995).

Alcune citazioni dal n. 25:

* Il sangue di Cristo, mentre rivela la grandezza dell'amore del Padre, manifesta come l'uomo sia prezioso agli occhi di Dio e come sia inestimabile il valore della sua vita. "Non ha prezzo ... " (1 Pt 1, 18 - 19).

* Il sangue di Cristo, inoltre, rivela all'uomo la sua grandezza, e quindi la sua vocazione, consiste nel dono sincero di sè ... versato come dono di vita, il sangue di Gesù non è più segno di morte, ma di comunione di vita per tutti.

* Chi nel sacramento dell'Eucaristia beve questo sangue e dimora in Gesù, è coinvolto nel suo stesso dinamismo di amore e di donazione di vita, per portare a pienezza l'originaria vocazione all'amore che è propria di ogni uomo.

* E' ancora nel sangue di Cristo che tutti gli uomini attingono la forza per impegnarsi a favore della vita. Proprio questo sangue è il motivo più forte di speranza, anzi è il fondamento dell'assoluta certezza che secondo il disegno di Dio la vittoria sarà della vita.

Lasciatevi riconciliare con Dio ! (2 Cor 5, 20)