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Omelia nella festività di sant'Agostino

don Eugenio Perego durante la celebrazione liturgica in occasione della festa di S. Agostino

don Eugenio Perego durante la celebrazione liturgica

 

 

 

OMELIA NELLA FESTIVITA' DI S. AGOSTINO

don Eugenio Perego

 

 

 

 

Prima Domenica dopo il martirio di Giovanni

 

Oggi, la comunità cristiana di Cassago, come tutte le comunità cristiane, si riunisce in preghiera per celebrare l'Eucaristia e ringraziare il suo Signore per i benefici ricevuti. Benefici molto numerosi che potrebbero cambiare la nostra vita tutte le volta che celebriamo insieme l'Eucaristia con attenzione e devozione. Il primo beneficio è il dono della fede legato alla Parola che ogni domenica viene proclamata durante la Messa. In questo periodo dopo la Pentecoste la Chiesa, attraverso i profeti e gli apostoli ci ha trasmesso il messaggio di Dio contro l'idolatria contro la tentazione dell'uomo di tutti tempi di baipassare il vero Dio e di seguire gli idoli meno impegnativi e più divertenti.

E' quello che succede a che nostri giorni: Per il vero Dio c'è poco spazio e poco tempo; l'uomo moderno è irrequieto come Agostino negli anni giovanili, si allontana facilmente da Dio per rincorrere le cose di questo mondo. Ma il guaio è che lontano da Dio la pace è impossibile perché: ci hai creati per te e il nostro cuore è irrequieto finché non riposa in te. L'insegnamento di S. Agostino è il secondo beneficio che oggi riceviamo e per il quale dobbiamo ringraziare Dio.

Conosciamo tutti la sua capacità speculativa era chiamato il dottore dei dottori; i suoi scritti non erano qualche libro o po' di libri, ma una biblioteca. Nelle dispute contro le eresie del tempo, in comunione con S. Cipriano vescovo di Cartagine era sempre vincitore e dava consistenza alla dottrina cristiana in tutta l'Africa del nord. E che potrebbe fare Agostino ai nostri giorni? Niente se l'uomo moderno continua e pensare con la propria testa e non ne vuol sapere di ascoltare chi potrebbe aiutarci Vedi Gesù Cristo, vedi S. Agostino, vedi S. Tommaso, vedi Caterina da Siena, vedi S. Francesco d'Assisi, ecc.

Questi santi, che hanno ricevuto da Dio un' intelligenza oceanica, hanno sempre suggerito agli uomini di tutti i tempi, la soluzione dei problemi. Ma l'uomo di tutti i tempi ha sempre voluto fare da sé con i risultati che la storia ci ricorda ieri e oggi. Il giorno 28 agosto il nostro Cardinale Angelo Scola ha celebrato la S. Messa sulla tomba di S. Agostino, nella basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro a Pavia e ha concesso un'intervista sul santo che oggi celebriamo. Non posso proporla per intero: mi basta una frase: Eminenza chi è per lei S. Agostino?

"Un genio dell'umanità e un grande santo cioè un uomo pienamente riuscito.

Mi ha impressionato in proposito, un'affermazione di Maritain che cito ripetutamente ai giovani, spesso così ossessionati dal problema del successo e dell' autorealizzazione: "Non c'è personalità veramente perfetta che nei santi. Ma come? I santi si sono forse proposti di sviluppare la propria personalità? No. L'hanno trovata senza cercarla, perché non cercavano questa, ma Dio solo".

Il terzo e ultimo pensiero è un "grazie" a tutte le persone vive e defunte che mi hanno aiutato in questi cinquanta anni di ministero sacerdotale. Quando un giovane sacerdote esce dal Seminario ha la presunzione di convertire il mondo in un solo giorno: l'esperienza poi gli dirà che la realtà è molto diversa. La gente ha i suoi schemi, il suo modo di pensare, la sua cultura i suoi tempi di crescita per cui ho imparato presto a non programmare i risultati ad aspettare ciò che Dio avrebbe fatto con il mio lavoro.

Di più ho scoperto una frase di S. Agostino che può essere un programma per noi Sacerdoti: "Fare quello che si può e chiedere a Dio quello che non si può: " E' il Vangelo: Non voi avete scelto me, me io ho scelto voi. Abbiate fiducia".

"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sopra più".

Don Gnocchi, anzi il beato don Gnocchi, parlando ai giovanissimi preti del 1962, tra i quali c'ero anch'io, disse: Ogni giorno deve avere tre cose: un dovere da compiere, una croce da portare; Una grazia da chiedere per fare bene il proprio dovere e portar bene la croce.

E' un programma per tutti: preti e laici. Grazie a tutti.

Senza fare nomi per non dimenticare nessuno.