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Percorso : HOME > Associazione > Settimana agostiniana > Settimana 2016 > Grazio CaliandroVoglia di Cielo
Caliandro Grazio riceve l'applauso dei presenti
VOGLIA DI CIELO
raccolta di poesie di Grazio Caliandro: artigiano della parola
di Italo Allegri
Presentata sabato 3 settembre la raccolta di poesie del poeta cassaghese Grazio (Orazio) Caliandro, definito «artigiano della parola». La sua opera è una «immersione di spiritualità».
Sala consiliare di Cassago Brianza gremita sabato sera 3 settembre per la presentazione del libro di poesie del poeta cassaghese Grazio (Orazio) Caliandro dal significativo titolo: Voglia di Cielo, edito dalla locale Associazione Storico Culturale Sant'Agostino. L'evento ha concluso il ciclo di incontri culturali della 26a Settimana Agostiniana dedicata a I Dialoghi di Sant'Agostino, ossia le opere scritte dal grande dottore della Chiesa nella quiete di rus Cassiciacum tra la fine estate dell'anno 386 d.C. e il mese di aprile 387 d.C., prima di ricevere l'iniziazione cristiana.
Ma qual è il filo conduttore che unisce le due situazioni? Sta nel fatto che tra la cerchia di amici di Agostino che condivisero con lui l'esperienza a rus Cassiciacum, c'era anche Licenzio, più incline alla poesia che alla filosofia. Il presidente dell'Associazione il prof. Luigi Beretta ha definito le «opere di Grazio estremamente interessanti, belle, frutto di una appassionata ricerca anche interiore».
La sindaca di Cassago, Rosaura Fumagalli, ha rivolto il benvenuto al numeroso pubblico presente e ringraziato l'Associazione Sant'Agostino per l'impegno profuso nell'azione culturale. Quindi si è rivolta a Orazio, conosciuto anni fa all'interno della Commissione biblioteca, dove ha lavorato con passione, «non solo come amante della scrittura e della poesia, ma anche del suo paese; impegnato sì in ambito culturale, ma anche per tutto ciò che attiene il sociale, la persona, generoso nei confronti degli altri».
In particolare «mi ha colpito la gioia che sprigionano i suoi occhi quando parla degli affetti più cari: nipote, figlia, moglie; energia che si coglie anche nei suoi scritti», ha concluso la prima cittadina di Cassago Brianza. Esecuzione di un brano musicale con il violino da parte della nipote del poeta Valeria Vecerina, prima di passare la parola agli illustri invitati presenti, rappresentanti di due circoli letterari di Como e Besana Brianza. Antonio Bianchetti, presidente del Gruppo letterario Acarya di Como, ha rivolto un caloroso saluto a tutti i partecipanti alla serata, complimentandosi per la sensibilità dimostrata dai cassaghesi nei confronti della poesia, e ringraziato l'Associazione Sant'Agostino e Grazio per l'invito. «La mia amicizia con Grazio è più che trentennale.
Nata negli ambienti poetici, si è poi sviluppata anche nei rapporti umani che si sono sedimentati tra di noi. Essere amico di una persona così speciale è veramente qualcosa che bisogna provare nella vita. E' anche vero che noi nel gruppo Acarya abbiamo fatto, oltre all'esperienza artistica, in nome dell'amicizia l'unità più importante. Complimenti al grafico, perché la copertina è veramente speciale: sembra un volto sorridente, molto bella come è stata concepita e carpisce sostanzialmente l'immagine dell'autore.
C'è una frase nella prefazione di Stefania Spinelli che definisce Grazio un artigiano della parola. Tenete presente che in questi ultimi anni noi abbiamo perso il senso di cosa vuol dire artigiano e artigianato. E' una attività straordinaria che ha fatto diventare grande il nostro Paese nel mondo. Purtroppo con la produzione industriale il centro del potere è stato preso da un altro tipo di attività, che ha in un certo senso aiutato l'uomo, ma anche schiavizzato. In realtà l'artigiano ha sempre fatto dei lavori straordinari: pensate ai lavori di cesello, di ceramiche, bassorilievi, alle micro strutture collegata a un certo vasellame in bronzo, sono veramente dei capolavori. Era un lavoro, poi è diventata un'arte a tutti gli effetti. Quando sentite un giornalista che dice: esplode una bomba artigianale dice una grossa cavolata, perché dovrebbe dire una bomba rudimentale, con artigianale offende una categoria di persone che fanno dei lavori immensi. E Grazio lo è a tutti gli effetti. Lui è un artigiano della parola, che però alla fine diventa artista vero e proprio o, come nel suo caso, poeta». Bianchetti ha quindi riassunto il contenuto del volume: «Il primo capitolo si intitola Rime.
E' un lavoro di cesello questa sua ricerca a giocare con le parole nel comporre frasi straordinarie. La bellissima poesia in cui parla delle donne della sua vita, è un esempio di come una persona possa farci emozionare giocando con le parole. La sezione Perle rappresenta un'altra parte importante dei suoi scritti, perché è orientata sulla sua capacità di sintesi: dovrebbero essere chiamata Perle di saggezza. Infine il terzo capitolo delle Parole in libertà intitolato Voglia di cielo, che già nel titolo crea la sintesi, coglie il filo conduttore del libro stesso, cioè la sua profonda spiritualità. In tutte le poesie di questo libro Grazio parla moltissimo di Dio, del suo mettersi in discussione, ma anche mettersi in ringraziamento verso una Realtà che ci è superiore, di cui Grazio è profondamente debitore. E questo è qualcosa che stupisce, perché io che sono un uomo che ha dei dubbi, quando vedo una persona che ha queste certezze nella vita non posso fare altro che essergli grato, perché evidentemente mi dà un grande insegnamento».
La poetessa Graziella Molinari, anch'essa del Gruppo letterario Acarya di Como, ha rammentato gli esordi della sua attività letteraria, quando le riunioni si svolgevano in una vecchia palestra: «Erano tempi eroici, perché era difficile portare avanti i discorsi. Non c'era nessuno che ci sosteneva, se non la voglia che sentivamo dentro di portare agli altri il dono della poesia di cui parlavamo con molto rispetto. La poesia di Orazio ci ha sempre sospinti. Perché Orazio ha avuto una vita anche molto dura: è venuto qui tanti anni fa, ha trovato un paese accogliente fino ad un certo punto, perché io sono una lombarda doc e so che noi siamo molto diffidenti ad accogliere le persone.
Orazio è stato una rivoluzione, perché ci ha conquistato tutti, perché con le sue parole ci ha sempre dimostrato l'essenza intima sua, dell'uomo di fede, dell'uomo di coraggio e se mi permettere nello sfogliare i libri perché ne ha fatti una dozzina – ne ho ritrovato uno che mi piace, non perché lo avevo presentato io, ma perché c'era anche il mio amico Renato Beretta, che mi aveva fatto tutte le illustrazioni, poi c'era il ricordo di come avevo conosciuto Orazio che però non era fatto da me, era il ricordo della nostra socia Giuliana Gorio Sala, che era mancata da poco, che però lui aveva già in mente il libro che avrebbe dovuto pubblicare e lei avrebbe detto posso intervenire».
Ecco le parole che delineano l'incontro con Orazio trent'anni fa: «Orazio Caliandro un puro di cuore. Non ti conoscevamo. Ti sei presentato a noi del Gruppo Arcayda educato, sorridente, silenzioso e timidamente ci offristi alcuni tuoi versi. Il tuo tono quieto e pacato, provocò in noi un quieto e pacato consenso. Ciò che dicevi non era ricercato, non poteva conservare violenza, non sonava con altige e forti parole, era come tu sei: umile, trasparente, pulito e giungeva un messaggio d'amore a chi aveva la fortuna di ascoltarti. Nella nostra palestra poetica, dove tanto spazio diamo all'amicizia e all'umano rapporto, sei entrato così, con passi discreti e leggeri, usando la tua delicata e sicura chiave per penetrare nei nostri cuori con l'affetto di un fratello, con la purezza di un amico. La tua tersa umanità disarmante ci ha azzannato e con il nostro animo, reso da te nudo e disponibile, ti abbiamo subito voluto bene.
Ora cogliamo l'occasione per dedicati con tutto il nostro affetto queste poche righe parafrasando alcuni dei tuoi versi, dei tuoi stessi versi che ci offristi quella lontana sera. Non sentirti debitore del bene che ti vogliamo, ci ha già ricompensato la gioia di amarti e di averti tra noi. Viviana Gorio Sala». La poetessa Molinari conclude con una sintesi del percorso sviluppato da Caliandro nel corso degli anni: «Da allora ha fatto un passo avanti dal suo modo di poetare, del suo percorso di vita e di poesia e non ha mai finito di studiare, di rinnovarsi. Questo nuovo libro ne è una dimostrazione. Voi troverete una maturità che va sempre più crescendo e diventa sempre più intima e profonda e, se oso dire, universale».
Interviene Elda Colombo, professoressa e poetessa del Circolo Letterario Pick Wick di Besana Brianza, che espone alcune osservazioni sul poeta e la sua opera. «Già dal titolo si evince che il desiderio manifesto dell'autore è di approdare al cielo. Grazio è un poeta molto umile, modesto, però non per questo meno grande. La sua voce sommessa riesce a toccare le corde più recondite del cuore di ciascuno. Riesce a farci meditare e perfino addentraci all'ultimo lembo di cielo fino al Paradiso, che è soffertamente agognato dall'autore e faticosamente conquistato dopo un percorso salvifico, non esente da difficoltà e non esente anche da cadute. Io posso definire Voglia di cielo un inno alla speranza, di quella speranza supportata da una fede viva e feconda, che tiene conto dell'umano.
Infatti, una caratteristica che mi ha colpito in Grazio è la sua straripante umanità nei confronti di chiunque: di chi è contento, di chi soffre, di chi ha bisogno e sempre ovunque c'è la sua disponibilità a dare conforto. E questo risulta veramente evidente nel libro. La speranza non abbandona mai l'autore. Proprio fa si che egli possa considerare il proprio vissuto, e anche il creato, come un dono inestimabile del creatore, che riesce in questo modo ad abbracciare l'umanità intera, in un amoroso conforto che è riservato ad ogni essere umano. A chi dovrebbe essere rivolta questa sindone: a chi è interessato a una immersione di spiritualità per approdare poi alle empatie, perché con semplicità, con elementi della quotidianità, con gli affetti più soliti, con gli affetti del creato che tutti hanno a portata di mano, Grazio riesce quasi a farci lievitare e considerare il Creatore e soprattutto a considerare Dio dal punto di vista di chi è sempre pronto ad accogliere. Attraverso il suo poetare tutti ci sentiamo confortati e possiamo cercare di prendere esempio dalla semplicità di questi versi per approdare alla bellezza del creato e per approdare alla infinita misericordia di Dio.
Grazio Caliandro è un curatore d'animo con grande cuore. Perché curatore d'animo? Perché non pensa assolutamente di essere un guaritore d'animo, non aspira a questo ruolo, ma è una persona che si preoccupa con sensibilità di ogni sofferenza, che può colpire ciascuno di noi e, di fronte a questa sofferenza, Grazio entra dentro sempre con grande delicatezza, con dolcezza e soprattutto portando grande conforto». Franca Berti giornalista e componente del Circolo Pick Wick di Besana Brianza si è così espressa: «Conoscere Grazio per me è stato un dono, come ricevere un pacchetto di cioccolatini che poi negli anni piano piano si scarta e si scopre la sorpresa che c'è dentro.
Con Grazio condivido tanti miei dubbi quindi sono veramente grata a questa sua disponibilità, perché mi ha aiutato molto in certi momenti a chiarire il dubbio, alcune considerazioni che non tornavano. La sua fede è salda e, alla fine, uno deve dire che ha ragione lui. Il suo libro, come diceva Forrest Gump, è come una scatola di cioccolatini, perché ogni cioccolatino ha un sapore diverso e ogni sua poesia ha un sapore diverso.
E capace di trattare talmente tanto che alla fine uno trova tutto nel suo libro e in tutti i suoi libri. E' una sorpresa continua anche nel nostro circolo. Quando affrontiamo temi a volte un po' particolari, interviene sempre con qualcosa di suo e ti accorgi; comunque con una nota positiva. Lui in effetti offre l'impressione di vivere questa vita con saggezza: sempre molto serena, molto legata alle cose quotidiane, ha deciso di seguire una bussola e non si sposta da quella direzione. Questa è una cosa bellissima, che aiuta tanti di noi».
Tante belle testimonianze hanno commosso l'autore che ha preso la parola per la sintesi finale: «Elda Colombio ha detto che Voglia di cielo è un inno alla speranza, quello che vuole essere. Però qualcuno ha detto anche che Voglia di cielo sarebbe come se lui volesse andare subito in cielo. Non è proprio così, perché io spero di andare in cielo, però non subito, quando mi scade il mandato che ho qui sulla terra. Per intanto amo ammirare il cielo, contemplare la sua immensità, però rimanendo con i piedi per terra e, come qualcuno ha detto prima, magari occupandomi di qualche problema che mi sta intorno.
Questo è il mio programma. Poi, per il resto noi siamo impotenti non possiamo dire niente. Voglia di cielo l'ho tratto dall'intera raccolta, perché nella maggior parte dei testi il cielo è protagonista. Ma soprattutto l'ho tratto dalla seconda parte che sono delle frasi flash che ho chiamato Perle. Non perché credo di avere fatto delle cose alte. Perché un gruppo di ragazzi dell'oratorio che gestisce la rivista ospita tutti i mesi una di queste mie frasi. Allora una sera parlando con un mio amico mi disse: sai che potresti un giorno metterle insieme e farne una bella collana?
Così è nata la sezione Perle all'interno di Voglia di cielo». Il poeta ha poi letto alcuni versi, concludendo con i ringraziamenti a quanti hanno contribuito alla realizzazione del volume: l'Associazione Storico Culturale Sant'Agostino, Massimo Didoni, Ivano Gobbato, Sergio Proserpio, Luigi Beretta, Stefania Spienelli per la bella e significativa prefazione, gli ospiti dei circoli letterati di Como e Besana, lo stampatore Paolo Rigamondi delle Grafiche Riga e il sindaco Rosaura Fumagalli. La serata è proseguita con la lettura di alcune poesie contenute nella raccolta, letta con molta espressività da Elena Rigamonti e Ivano Gobbato, in parte singolarmente e in parte a voci alterne. Il saluto finale con l'esecuzione di un brano musicale classico a cura della Prof.ssa Ottavia Caliandro al pianoforte e Valeria Vecerina al violino, figlia e nipote dell'autore.