Percorso : HOME > Associazione > Settimana agostiniana > Settimana 2020 > S. Messa

S. Messa

Predicazione di p. Giuseppe Scalella OSA

Predicazione di p. Giuseppe Scalella OSA

Il rito della consacrazione

Il rito della consacrazione

La preghiera del Sindaco

La preghiera del Sindaco

Foto di gruppo celebrativa

Foto di gruppo celebrativa

 

 

S. Messa solenne nella chiesa parrocchiale celebrata dal padre agostiniano Giuseppe Scalella OSA del santuario di S. Rita a Milano nella ricorrenza della 390 a Festa in onore di sant'Agostino Patrono di Cassago, con la preghiera per la Comunità e l'offerta dell'olio per la lampada votiva da parte del Sindaco avv. Roberta Marabese e delle Autorità Comunali di Cassago

Domenica 6 settembre

 

 

 

DISCORSO DEL SINDACO

 

1630 e 2020: due annate distanti 400 anni, eppure così vicine e simili tra loro, a motivo del terribile carico di disgrazie che hanno portato con sé fra la nostra gente. Se nel 1630 fu la peste ad atterrire le persone, nel 2020 è il covid a riproporre purtroppo paure e morte. L'anno 2020 avrebbe dovuto celebrare Raffaello, l'uomo e l'artista che si interessò alle ordinate leggi che governano la bellezza della natura, una bellezza che origina dal meraviglioso equilibrio di tutte le sue parti. Il Covid ha spezzato questa pacifica armonia tra uomo e natura, si è portato via migliaia di persone care senza pietà, proprio come la febbre che stroncò la vita di Raffaello a Roma nel 1520 quando aveva solo 37 anni.

Ma la luce, il colore e il dinamismo delle sue composizioni che ci lasciano incantati ancora oggi, nessun virus potrà farle dimenticare. Perché la vita sopravanza la morte, perchè l'uomo è nato col gusto della bellezza e della grazia, con la mente aperta, lo spirito sereno, pronto e assimilatore. Questo lo hanno compreso anche i nostri concittadini secoli fa, quando nel 1631 proclamarono Agostino Compatrono di Cassago: la sua festa fu vissuta con gioia nel momento in cui, finita la terribile peste, la Comunità di Cassago riconobbe, interrogandosi, la grandezza della presenza del divino, che aiutava, attraverso Agostino, a rinascere. Come in quel lontano passato la nostra Comunità ha avuto l'ardore di sentirsi unita, così oggi nel nome di Agostino, desidero rinnovare con vigore l'antico auspicio di essere noi tutti cittadini di Cassago un popolo che unisce le sue forze per forgiare e rinvigorire il nostro bel paese.

Raffaello, la peste, Agostino e oggi il covid sono qui a ricordarci che l'opera dell'uomo, di qualunque uomo, non è effimera, ma è capace di permeare la società umana e di guidare le generazioni. Raffaello ci ha educato all'arte proponendoci una bellezza dai contorni divini. Ma la sua non è un'esperienza solitaria, perché anche noi possiamo raccogliere la sua lezione semplicemente ricordandoci che di arte si occupa l'artigiano, cioè colui che lavora e produce. Nel lavoro quotidiano, potremmo parafrasare, scopriamo la divina bellezza, nelle cose, nella natura, in ciò che siamo capaci di realizzare.

Il lavoro si tramandava di padre in figlio, di padre in figlio si tramandava il gusto del lavoro, il gusto di fare un buon lavoro, la certezza che il proprio lavoro era a servizio della Comunità e delle generazioni future. Riprendiamoci il gusto del fare, la gioia di sognare, il desiderio di lavorare. Ogni generazione è chiamata a questa speranza, giovani e anziani, ma soprattutto impegniamoci a fondo per i ragazzi perché possano studiare, perché la scuola ritorni ad essere laboratorio della conoscenza e del fare, officina che ha come orizzonte il lavoro del futuro. La festa che rinnoviamo ad Agostino sia sempre di più la festa della nostra comunità, di tutte le generazioni di persone che si sono succedete nei secoli a Cassago con la ricchezza delle loro vite, delle loro esperienze, delle loro gioie e dolori, che sentiamo ancora nostre e che vogliamo qui richiamare alla memoria di tutti noi.

 

Nell'accendere la Lampada votiva all'altare di sant'Agostino, consapevoli dei problemi del nostro tempo, chiedendo ancora una volta il suo aiuto, desideriamo ricordare, soprattutto per noi, le sagge parole che don Motta scrisse nella sua preghiera al santo:

Noi, responsabili dell'ordine di un piccolo paese, ci rendiamo conto dinanzi a Dio, della cooperazione che gli dobbiamo per il bene dei nostri fratelli, nel guidarli in una condizione di vita disciplinata e ordinata. Sentiamo la fiducia che per la tua intercessione la nostra mente sia illuminata e la nostra volontà sia retta nella fortezza, per dare alla nostra piccola comunità di Cassago, che il tuo soggiorno terreno ha onorato, i sensi e la misura della santità. I voti della nostra preghiera siano nella benignità della tua intercessione e nella volontà operante della Misericordia di Dio.

Amen