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Beretta-Raveia

Il moderatore presenta la serata

Il moderatore presenta la serata

 

 

IPOTESI SULLA COLLOCAZIONE DELLA VILLA DI VERECONDO A CASSICIACO

venerdì 2 settembre 2022

di Italo Allegri

 

 

Serata di grande attesa quella di venerdì 2 settembre della Settimana Agostiniana, in corso a Cassago Brianza, dedicata all'esame dell'area sulla quale si ipotizza potesse sorgere la villa di Verecondo, dove soggiornò Agostino di Ippona.

 

La Sala del Pellegrino di Cassago Brianza era gremita venerdì sera 2 settembre. C'è curiosa attesa tra i presenti di ascoltare la relazione che ha per tema: "Alla riscoperta del Rus Cassiciacum: dai romani al castro medioevale e al Castello dei Pirovano-Visconti: tra passato e progetti per il futuro del Parco cittadino di Cassago", trattata dal Prof. Luigi Beretta, presidente dell'Associazione cassaghese, e dall'Ing. Marco Raveia, responsabile del Settore Gestione del Territorio del Comune di Cassago.

Beretta presenta l'importanza del Rus Cassiciacum e la necessità e l'urgenza di intervenire sull'area interessata del Parco e circostante la Sala del Pellegrino, dove si svolge l'incontro.

Inoltre, quanto è stato scoperto in questi anni da alcuni soci dell'associazione e da altri studiosi del territorio. Uno spazio che ha un legame fortissimo con Agostino e che si interseca con la storia del paese. Agostino nelle Confessioni accenna a questo luogo dove è ospite nella villa dell'amico Verecondo, collega di insegnamento a Milano, tra la fine dell'estate 386 e il mese di aprile del 387. Le risorse disponibili per la sua individuazione sono: la toponomastica, ossia la variazione dei nomi della località nel corso dei secoli, le testimonianze letterarie di chi si è interessato alla questione e ha fornito notizie o dato indicazioni, da ultimo l'archeologia, che rappresenta la cartina di tornasole fornendo reperti legati al periodo in cui è vissuto Agostino.

Il luogo alla latina sarebbe "Rus Cassichiacum o Rus Cassiacum", questione dibattuta nell'Ottocento privilegiando la forma ""Cassichiacum", perché è quella che compare nei manoscritti più antichi, fermamente contrastata da Mons. Biraghi dell'Ambrosiana che sosteneva fosse "Cassiacum", perché prevalente nei documenti lombardi.

In un documento curiale dei primi anni del Seicento è accostato a Cassago il termine "Caseatus", che trova riscontro in un brano del Petrarca "De Vita Solitaria" riferibile al 1346-1356. In un'opera di Federico Borromeo ascrivibile al 1630, l'arcivescovo accenna anche a questo luogo dove Agostino avrebbe soggiornato, colpito dall'antichità degli edifici che gli fanno supporre questo. Nel 1759 l'architetto cassaghese Carlo Giovanni Maria Sangalli, che pone mano alla ricostruzione della chiesa parrocchiale, nella sua cronaca cita l'iscrizione di "Marilla" - che già conosciamo dal Mommsen - rinvenuta nella chiesa medioevale, quindi trasferita nella nuova, purtroppo andata poi dispersa. L'elemento interessante del suo manoscritto è che accenna al trasferimento delle ossa dei morti trovati in grande quantità sopra la piazza, davanti alla chiesa, ossia in un'area esterna a quella del cimitero.

Altri reperti archeologici sono emersi all'interno della parrocchiale, poi andati dispersi, come le colonne rappresentate in una antica pianta del luogo di culto e altro ancora. Il relatore passa quindi all'esame delle mappe appartenenti al Catasto teresiano, redatte nella prima metà del Settecento, rappresentanti una situazione residenziale che ricalca l'attuale nella sua ossatura.

La distruzione della villa Visconti negli anni Sessanta è stata uno scempio dal punto di vista urbanistico, architettonico e storico, ma una manna dal punto di vista archeologico. Perché nella parte più antica cinquecentesca sono emersi numerosi reperti archeologici di grande interesse, oggi esposti nel parco, elencati e descritti dal relatore nei dettagli e loro significato. La loro collocazione temporale varia dall'età del ferro alle tombe di epoca tardo romana, come parte della fontana. Rinvenute varie lapidi ritrovate lungo i muri di cinta del parco, mosaici, un tegolone di epoca romana, vasetti in ceramica sigillata, ascrivibili a edifici signorili.

Il livello del piano di allora, rispetto all'attuale, è di tre metri inferiore in rapporto all'odierno calcato, forse allineato con quello che era il castello in passato, di cui abbiamo attestazioni dal XIV secolo in poi, all'interno del quale risiedevano famiglie nobili di Cassago: nell'arco di circa settecento anni c'è stato un rimescolamento notevole del terreno nell'area oggetto di studio, che racchiude i tesori e la storia medievale di Cassago.

Altre scoperte archeologiche in Cassago sono numerose e si addensano soprattutto nella zona della Pieguzza, nella zona alta di Cassago e Zizzanorre. La parte litica, relativa a costruzioni, prevale a Cassago, mentre le ceramiche le troviamo alla Pieguzza. Il materiale rinvenuto permette di datare la presenza umana da primi secoli a.C., fino al IV-V secolo d.C. Interviene quindi l'Ing. Marco Raveia, responsabile del Settore Gestione del Territorio del Comune di Cassago Brianza, che illustra il progetto predisposto per il recupero, conservazione e valorizzazione del Parco Storico e Archeologico di Sant'Agostino. Un intervento ambizioso di poco inferiore al milione di euro, per la realizzazione del quale si stanno cercando i finanziamenti.

Ora l'area è stata ripulita e si prevede la messa in sicurezza di tutto quanto è presente appartenente all'antica villa, attraverso un percorso culminante con la grande terrazza che sovrasterà l'attuale Sala del Pellegrino, dalla quale si potrà ammirare lo spettacolare panorama di cui si beava prima Agostino di Ippona con il gruppo di familiari ed amici che condivisero con lui il soggiorno in Rus Cassiciacum, poi il nobili Visconti di Modrone: una visione suggestiva a tutto tondo del paesaggio sconfinato tra colline, Prealpi e catena alpina. Conclude la serata il consueto confronto finale tra relatori e uditori con l'intervento del sindaco Roberta Marabese, che esprime il proprio impegno nel reperimento dei fondi necessari alla realizzazione del progetto presso le istituzioni competenti, anche se i tempi non saranno certamente brevi.