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Introduzione alla relazione di Giuseppe Redaelli
CASSICIACUM: LO SPAZIO COME OCCASIONE E SPECCHIO DEL DIALOGO
mercoledì 31 agosto 2022
di Italo Allegri
Il Prof. Giuseppe Redaelli ha aperto mercoledì 31 agosto la XXXII Settimana Agostiniana per la parte culturale, esaminando il rapporto tra Sant'Agostino e l'ambiente di Cassiciaco. Lusinghiera la presenza in sala degli uditori, interessati e partecipanti alla discussione.
Dopo il benvenuto ai partecipanti all'incontro del presidente dell'associazione Prof. Luigi Beretta e del Sindaco Roberta Marabese, il Prof. Giuseppe Redaelli, Head of Secondary Academics International School of Milan ha esposto la sua relazione dal titolo: "Cassiciacum: lo spazio come occasione e specchio del dialogo". Come sempre una lezione magistrale che coniuga conoscenza e passione nei confronti di Agostino di Ippona e dei suoi scritti, fondata su una solida e invidiabile base culturale, indubbiamente penalizzata dalla nostra sintesi di poche righe per contenuti e collegamenti, che non rende appieno ragione dello spessore.
APPROFONDIMENTO
Il Cassiciacum agostiniano è equiparabile a uno di quei luoghi perduti il cui fascino è rimasto costante attraverso i secoli: Sodoma e Gomorra, Atlantide o la Camelot della leggenda. Il nostro è a metà strada tra immaginazione e realtà emergente dell'opera di Agostino di Ippona. Il Rus Cassiciacum è la “campagna” o la “tenuta di campagna” del grammatico milanese Verecondo, presso cui Agostino soggiornò, con un gruppo di parenti e amici, a cavallo tra l'autunno del 386 e il tardo inverno-primavera del 387, in preparazione al battesimo cristiano. Qui inizia la speculazione filosofica di Agostino e il discernimento della sua conversione, affinando e consolidando progressivamente il pensiero agostiniano. Il luogo è individuato dal Bertrand nel 1913, studioso che partito dalla Francia alla ricerca del Rus Cassiciacum nella campagna circostante Milano, trova convincenti prove indiziarie "che rivelano un legame di antichissima tradizione tra Cassago Brianza e Agostino d'Ippona”. Il retore africano giunge a Cassiciaco stanco e ammalto e, nelle belle giornate, passeggia con il gruppo di parenti e amici per i prati della campagna brianzola osservando la vita naturale. Nel libro nono delle Confessioni Agostino accenna per la prima volta al “Rus Cassiciacum”, che segna il punto di passaggio tra due momenti importanti dell'esistenza di Agostino: la fine della ricerca personale, convulsa e appassionata, di una verità per cui vivere e l'inizio della vita secondo quella verità.
La crescita spirituale di Agostino nel ritiro di Cassiciaco non avviene in un contesto eremitico ma familiare. La sua esperienza religiosa è possibile solo nel rapporto con essa. I legami affettivi non sono di ostacolo alla vita spirituale.
La famiglia è un elemento importante del percorso filosofico e spirituale" e la villa di Verecondo a Cassiciaco si rivela lo spazio in cui questo elemento può dipanarsi appieno”. La villa di Verecondo e la campagna circostante offrono la materia attorno a cui ruotano la riflessione filosofica e la meditazione religiosa di Agostino. Le notti insonni, il risveglio del discepolo Licenzio per porre in fuga il topo e, la mattina dopo, “a causa di un tempo inclemente” il gruppo dei dialoganti si avvia verso le terme, dove la conversazione continua in un ambiente caldo e protetto, all'ingresso del quale due galli si azzuffano. Scrive Agostino nel De Ordine: "Dopo pochi giorni tornò Alipio. S'era levato un sole splendente. La serenità del cielo e la mite temperatura, quale poteva darsi d'inverno in quei luoghi, ci invitò a scendere nel prato. Lo facevamo assai spesso, quasi per abitudine”. Nel silenzio della campagna autunnale, in una giornata soleggiata, le parole si disperdono nell'aria tersa. Se Milano è il luogo della malattia, dell'affanno e del dolore, Cassiciaco si contrappone come luogo di pace, di raccoglimento e guarigione fisica e spirituale. A conclusione della dotta relazione è seguito un dialogo con i presenti, che hanno seguito con vivo interesse l'intervento di Redaelli.