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Paolo Diacono: Traslazione spoglie di Agostino a Pavia

Liutprando porta a Pava le spoglie di Agostino: formella dell'arca del santo in san Pietro in Ciel d'Oro

Arca di sant'Agostino a Pavia: Liutprando, via mare,

porta a Pavia le spoglie di Agostino

 

 

 

TRASLAZIONE DELLE SPOGLIE DI AGOSTINO A PAVIA

di Paolo Diacono

 

 

Tratto da PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48

 

 

 

Liutprand quoque audiens, quod Sarraceni, depopulata Sardinia, etiam loca illa, ubi ossa sancti Augustini episcopi propter vastationem barbarorum olim translata et honorifice fuerant condita, foedarent, misit, et dato magno pretio, accepit et transtulit ea in urbem Ticinensem ibique cum debito patri honore recondidit. His diebus Narnia civitas a Longobardis pervasa est.

 

Liutprando sentendo che i Saraceni, devastata la Sardegna, infestavano anche quei luoghi ove un tempo, per salvarle dalla profanazione dei barbari, erano state trasportate e onorevolmente sepolte le ossa di sant'Agostino vescovo, mandò dei messi, e pagando una forte somma, le ottenne, le trasportò a Pavia e le ripose con l'onore dovuto a così grande padre. In questi giorni la città di Narni fu occupata dai Longobardi.

 

 

 

 

Paolo Diacono

Paolo Diacono era un discendente di Leupichi, che affiancò re Alboino nel passaggio dei Longobardi dalla Pannonia all'Italia. Nacque a Cividale del Friuli verso il 720 e raggiunse Pavia in giovane età per frequentare gli studi nella capitale longobarda.

La sua formazione si sviluppa alla corte del re Rachis allievo di Flaviano ed alla scuola del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, dove conseguì la carica di docente. Divenuto funzionario di corte, servì i successivi re Astolfo e Desiderio, divenendo anche il precettore di Adelperga figlia di Desiderio. Paolo Diacono la seguì quando si sposò con il duca Arechi II di Benevento. Nel 774 fu testimone del crollo del regno longobardo. Dal 782 al 787 ricoprì vari incarichi presso la corte di Carlo Magno, dove si recò per chiedere la liberazione dei suoi parenti prigionieri, in particolare il fratello Arichis, catturato e condotto in Francia nel 776 dopo la sua partecipazione ad una rivolta nel Friuli. Quando suo fratello venne liberato, Paolo Diacono scappò e si fece monaco nel monastero di Montecassino.

In questa nuova veste acquistò una certa notorietà e un notevole prestigio come maestro di grammatica. Nel 787 tornò a Montecassino, dove fra l'altro scrisse l'Historia Langobardorum, la sua opera più famosa in cui narra, fra mito e storia, le vicende del suo popolo, dalla partenza dalla Scandinavia all'arrivo in Italia. La scrittura del testo impegnò Paolo Diacono per due anni, dal 787 al 789.