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Pane di sant'Agostino

Zizzanorre nel luglio del 1978

Zizzanorre nel 1978

 

 

 

PANE DI SANT'AGOSTINO

 

 

 

Quando Zizzanorre era ancora abitato da decine di famiglie di contadini, tra le varie storie che i vecchi raccontavano ve n'era una che parlava esplicitamente di sant'Agostino.

Il racconto che viene qui riportato è stato riportato alla memoria da don Peppino Riva, che passò parte della sua gioventù proprio nei cascinali di Zizzanorre.

 

 

La storia che apprese dal racconto degli anziani fu riportata da don Peppino con queste parole:

"Anni fa, quando ancora Zizzanorre era abitato da tante famiglie di contadini, si raccontava una bella storia che aveva come filo conduttore il cosiddetto "pane di sant'Agostino". La storia era ambientata nel Seicento e precisamente in un periodo particolarmente difficile quale fu l'anno 1630 quando il contagio della peste si diffuse nel milanese e toccò drammaticamente anche la Brianza. Da due anni le condizioni economiche della gente erano difficili perchè c'era stata siccità e una grave carestia. I contadini non erano riusciti a ottenere un adeguato raccolto per sfamare tutte le bocche.

Il racconto prosegue dicendo che i paesi di Cassago e Cremella, com'era una consuetudine dell'epoca, invocarono un santo per proteggerli dalla peste e da una morte sicura. Si narra che sul confine fra i due paesi, proprio a Zizzanorre, apparve sant'Agostino con in mano un pane: mentre i contadini lo supplicavano, lo gettò in alto verso il cielo. Il pane ricadde a terra e finì nella campagna di Cassago. La benevolenza del santo, o anche la prosperità, come starebbe a indicare il pane, elemento fondamentale del pasto quotidiano, aveva scelto Cassago. Il paese, salvato dalla peste, riconoscente e festoso per lo scampato pericolo, lo proclamò suo Patrono.