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Percorso : HOME > Africa agostiniana > Siti archeologici > MaktarAFRICA ROMANA: Maktar
Il maestoso arco all'entrata alla città
MAKTAR
Situata a 950 m di altitudine ai bordi di un vasto altopiano, domina uno dei punti di passaggio della Grande Dorsale; il paese, fondato nel 1887, è cresciuto sull'area della città antica, dalla quale ha derivato il nome. La dispersione delle rovine, che appartengono al gruppo dei grandi centri archeologici del paese, ne attenua la spettacolarità, anche se qui, forse meglio che altrove, si ha un'idea dell'estensione di una città romana della Tunisia.
L'antica Mactaris, il cui nome, latino, è di derivazione punica, fu in origine una fortezza creata dai re numidi per proteggere il regno dalle incursioni dei nomadi. La fondazione della città vera e propria si situa forse all'inizio del I secolo a. C., quando coloni di origine punica (o Libici punicizzati) vi si installarono col beneplacito dei Numidi che costituivano probabilmente la popolazione originaria. I fondatori punici introdussero la scrittura e le proprie divinità, alle quali Maktar rimase fedele per un secolo e mezzo; fu poi romanizzata nel corso del II secolo d. C., quando conobbe un periodo di grande prosperità, e fu promossa al rango di colonia da Marco Aurelio, forse in seguito all'insediamento di coloni latini. La decadenza della città, da cui dipendeva un vasto territorio, iniziò probabilmente nel III sec., sebbene siano stati portati alla luce monumenti piuttosto tardi che testimonierebbero la persistenza di un importante insediamento; il Cristianesimo vi fu assai attivo, come attestano le numerose basiliche costruite su fabbriche più antiche. I Bizantini fortificarono vari punti della città, che venne abbandonata definitivamente forse solo all'epoca dell'invasione hilaliana (XI secolo).
Città di fondazione cartaginese nel III secolo a. C., fu annessa da Massinissa, occupata dai romani e inserita nella regione dell'Africa Nova quando fu creata da Cesare. Mactaris si romanizzò a poco a poco e finì fra il 176 e il 180 per diventare una colonia. Cristianizzata nelle epoche successive, cadde sotto il controllo vandalo e infine bizantino. Distante quaranta miglia a sud di Musti sulla Via Hadriana, Maktar (l'antica Mactaris), la capitale provinciale della zona, fu costruita in una località ricca d'acque a un'altezza di più di mille metri, sotto la foresta di La Kesra.
La piscina nelle Terme cittadine
Arco di Trionfo
Si accede all'area archeologica della città romana attraverso l'arco di trionfo di Bab el-Ain, che segnava un tempo l'ingresso alla città antica. Domina un burrone dove, nei pressi di una sorgente, si trovava il tophet di Baal Hammon, santuario a cielo aperto nel quale furono compiuti sacrifici almeno fino all'inizio del III sec.; vi sono state portate alla luce urne che contenevano ossa combuste e un discreto numero di stele sacrificali.
La città moderna invade e circonda quella romana; tombe puniche si mescolano a quelle romane e cristiane. Si possono ancora vedere le rovine di un anfiteatro, un foro con la sua pavimentazione di marmo ancora intatta, un arco di trionfo eretto nell'anno 107 dall'Imperatore Traiano e due grandi terme molto ben conservate. I nudi archi di pietra dell'acquedotto, che portava una volta l'acqua alla città dalla foresta sovrastante, sorgono oggi in un campo. A Maktar sono anche rimaste le rovine di un tempio ad Apollo, di una schola, o antico club, e molti bassorilievi in marmo corrosi dagli anni. La battaglia di Zama dovette essere combattuta abbastanza vicino a questa città se Scipione l'Africano giudicò utile stabilirvi il suo quartiere generale prima di guidare 40.000 soldati romani contro l'esercito imponente di Annibale.
APPROFONDIMENTO
Nella calura terribile di un'estate nordafricana due dei generali più valorosi dell'antichità si scontrarono con eserciti quasi eguali composti di veterani agguerriti. Annibale sferrò per primo un attacco con i suoi elefanti da combattimento. Ma sapendo che quando sono in preda al panico questi pachidermi calpestano senza far distinzioni amici e nemici, Scipione manovrò i suoi uomini in modo che gli elefanti corressero a rifugiarsi dietro le linee costringendo i loro mahouts a ucciderli affondandogli nella fronte un punteruolo con un martello di legno. Quando gli eserciti infine si affrontarono la formidabile cavalleria numida attaccò di fianco e alle spalle le forze nemiche disperdendole. Mentre l'esercito punico si dava alla fuga, Annibale riuscì a malapena a rifugiarsi a Hadrumetum. Cartagine stava per essere annientata. In età medioevale conobbe un lungo declino che la relegò a città di importanza marginale.
Dell'età romana restano ancora importanti vestigia fra cui:
* un arco di trionfo;
* un foro con il suolo costruito in marmo;
* un tempio dedicato al dio Hathor-Miskar ;
* delle terme;
* degli edifici che servirono come aule per la scuola dei Juvenes, una polizia che agli ordini di un magistrato municipale vegliava sulla sicurezza della città e dei immediati dintorni. Il sito di Mactaris propone anche un museo assai ricco di reperti di epoca neo-punica.