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AFRICA ROMANA: Tipasa

Mappa della Tipasa romana

Mappa della Tipasa romana

 

 

TIPASA

 

 

 

Splendidamente adagiata sulle rive del Mediterraneo, l'antica Tipasa gode di una vista di naturale bellezza. Sulle sue propaggini frastagliate dal mare, giacciono da secoli le rovine della colonia fenicia, che nel I° secolo d. C. fu occupata dai Romani. Le rovine di questa stazione commerciale fenicia e romana vicina ad Algeri (70 Km), si trovano proprio in riva al mare. Il sito non regge il confronto con Timgad ma è insolito perchè si trova sulla costa ed è situato nella fitta vegetazione.

L'antica città prosperò fino al periodo dell'invasione dei Vandali nel 430. Gli abitati erano per la maggior parte cristiani; gli invasori portarono con sè l'eresia dell'arianesimo e i cittadini che rifiutarono di abbandonare la loro fede cristiana ortodossa furono perseguitati e fuggirono in Spagna.

La città rifiorì per un breve periodo durante l'occupazione bizantina nel VI secolo, ma quando arrivarono gli Arabi essa era ormai abbandonata e da questo fatto deriva il suo nome arabo, Tefassed, che vuol dire "gravemente danneggiata."

Oggi tutta la zona archeologica con la ricca vegetazione marina sono protetti da un parco nazionale "Trémaux", un museo a cielo aperto in un connubio tra le vestigia del passato e la natura. All'ingresso degli scavi sulla destra c'è l'anfiteatro e al di là di questo due templi, il primo dei quali è chiamato Tempio Anonimo e il secondo, situato sull'altro lato del Decumanus Maximus, Tempio Nuovo.

Mosaico dei vinti

Mosaico dei vinti

Il Decumanus Maximus è in realtà la vecchia strada che andava da Cherchell (Cesarea di Mauritania) a Icosium (Algeri). E' largo più di 14 m e per un tratto di 200 m è in buone condizioni. Dopo il Tempio Nuovo la strada prosegue attraversando la zona residenziale e arriva alla Villa degli Affreschi sul mare. Questa villa, che probabilmente apparteneva a uno dei cittadini più ricchi, deve il suo nome ai reperti trovati durante gli scavi. Lungo una piccola salita ci sono le rovine della Basilica di Giustizia, che risale al II secolo d. C.

Sopra la basilica c'è il foro, ben conservato, e verso il foro si trova una piccola cappella cristiana. Sul lungomare, a sinistra della Villa degli Affreschi, il sentiero oltrepassa le rovine e porta a una fabbrica di garum, a un complesso termale e a una stazione di cavalleria per arrivare infine a un pozzo con una copertura a forma emisferica su cui si possono vedere chiaramente i segni della corda. Dal pozzo la strada sale ripidamente sul piccolo dirupo dove c'è quanto resta della Grande Basilica Cristiana. La basilica ha nove navate, misura più di 40 m per 50 m e risale al IV secolo.

Oltre la grande basilica cristiana con battistero, si può osservare un mausoleo a pianta circolare, la cappella del vescovo Alessandro, il pavimento con mosaici del Mausoleo reale di Mauritania con alcuni capitelli adagiati al suolo. Tornando vicino all'ingresso, il Decumanus Maximus oltrepassa il Ninfeo, che ha una fontana di marmo e riporta al teatro. Fuori del complesso delle rovine la strada porta ai resti di un altro complesso termale e a un museo che conserva oggetti in vetro. La visita del museo mostra una bella collezione di vasi di vetro del II secolo. Qui i mosaici sono di una bellezza estrema, ed un sarcofago di cui si fa vanto di alcuni rilievi che ne fanno uno dei più belli del paese. Poco oltre il museo, lungo la strada, si raggiunge il vecchio porto punico.