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Percorso : HOME > Africa agostiniana > Siti archeologici > UticaAFRICA ROMANA: Utica
Mappa della città romana di Utica
UTICA
Utica, in cui gli attuali lavori di scavo e restauro hanno portato alla luce splendide ville romane con bei mosaici, si vantava di essere più antica della stessa Cartagine. Del periodo punico si sono trovate la Necropoli e altre costruzioni di quell'epoca. Era una città portuale, ma il mare è ora distante 12 km e il porto interrato. Gli scavi, iniziati nel XIX secolo, hanno portato alla luce reperti archeologici importanti, in parte trasferiti al Louvre o al Bardo e in parte, nel piccolo Museo locale. E' un sito che merita una sosta (è sulla strada di Biserta), proprio per i mosaici e le belle case romane ritrovate, tra cui primeggia la "casa della cascata", così chiamata per una fontana monumentale che vi è stata ritrovata.
Del periodo cristiano è stata identificata una chiesa in mezzo alla campagna, sempre entro Utica, ma non sono stati fatti scavi. Utica è la più antica fondazione fenicia che si conosca in Tunisia. Semplice luogo di sbarco, divenne rapidamente un porto di grande importanza. Nel corso della terza guerra punica Utica si alleò con Roma contro Cartagine. Questa scelta permise alla città di diventare la capitale della prima Provincia romana in terra d'Africa. da questo momento la città entrò in un virtuoso periodo di prosperità che perdurò fino all'insabbiamento del suo porto nel III secolo. Privata del suo sbocco sul mare, la città avviò un lento processo di declino economico.
Utica è un gioiello dell'archeologia tunisina.
Oltre a un museo ben fornito di oggetti relativi alle sue epoche fenicia, cartaginese e romana, il sito annovera molteplici monumenti fra cui terme, ville ronate di bellissimi mosaici, una basilica cristiana e strutture idrauliche. Della città che si vantava di essere stata fondata prima di Cartagine non resta che un vago ricordo: il porto, un tempo importante scalo commerciale, è interrato; scarse sono le vestigia degli splendidi monumenti romani; anche il paesaggio naturale è cambiato, a causa dell'avanzamento (circa 12 km) della linea di costa dovuto alle alluvioni della Mejerda. Eppure, nella sua composta semplicità il sito di Utica promana un fascino particolare, accentuato dalla qualità degli scavi sin qui compiuti e dalla cura con cui viene preservata la zona archeologica. Secondo Plinio il Vecchio Utica fu fondata da popolazioni provenienti da Tiro nel 1101 a. C., cioè 287 anni prima di Cartagine; liberatasi lentamente dalla tutela della madrepatria, ebbe, fino all'inizio del V secolo a. C., un'esistenza autonoma rispetto a Cartagine.
La disfatta di Himera (480 a. C.), che bloccò l'espansione di quest'ultima nel Mediterraneo provocandone il ripiegamento verso l'interno del paese, spinse Utica nell'area d'influenza della metropoli punica, a fianco della quale partecipò alle guerre contro le città della Magna Grecia (fu occupata da Agatocle nel 308 a. C.) e contro i Romani. Alleatasi nuovamente a Cartagine all'inizio della guerra dei mercenari (240-237 a. C.), si arrese improvvisamente ai ribelli assieme a Hippo Diarrhytus (Biserta) e compi un primo tentativo di avvicinamento a Roma; assediata da Amilcare dopo la disfatta dei mercenari, capitolò senza condizioni. Ancora a fianco di Cartagine durante la seconda guerra punica (218-201 a. C.) che le costò numerosi attacchi da parte dei Romani, si arrese all'inizio della terza (149-146) e servì da base operativa contro la metropoli punica, ricevendone in cambio lo status di città libera e la nomina a capitale della provincia romana dell'Africa proconsolare.
Per un secolo circa Utica rimase strettamente legata alle imprese romane in Africa: Mario vi sbarcò nel 101 a. C. per reprimere la rivolta di Giugurta; tra il 49 e il 45 a. C. fu teatro di importanti battaglie fra i partigiani di Cesare e di Pompeo; nel 46 a. C., dopo la disfatta dei pompeiani a Thapsus, Catone il Giovane (detto Catone l'Uticense, pronipote di Catone il Vecchio), comandante della piazzaforte, vi si uccise con la spada. Sotto Augusto, con il rifiorire di Cartagine, Utica perse il ruolo di capitale, ma rimase una città ricca, che divenne sotto i Severi grande potenza economica. I motivi del suo declino sono ancora poco conosciuti; messa in crisi dall'avanzamento della costa e dall'insabbiamento del porto, decadde probabilmente con l'occupazione araba. Numerose campagne furono intraprese, a partire dal XIX secolo, nel tentativo di individuare il sito della città o per asportare reperti archeologici (in parte pervenuti al Louvre).
Le prime indagini sistematiche sono iniziate nel 1905, mentre le più importanti ricerche risalgono al secondo dopoguerra e proseguono tuttora. A 2 km sulla strada Tunisi-Biserta, un piccolo museo conserva gli oggetti provenienti dalle tombe della necropoli. Tra i reperti spiccano il vasellame greco di importazione, tra cui una coppa a figure rosse (IV sec. a. C.), alcuni vasi in stile orientalizzante e altri a figure nere datati al VI secolo a. C.; il vasellame punico e romano è rappresentato soprattutto da lucerne. I corredi deposti nelle tombe a fianco dei defunti comprendono anche oggetti in bronzo, gioielli, amuleti, armi e utensili. Stele funerarie, frammenti di lapidi e statue, tra cui un Satiro musicista e un'Arianna addormentata, completano la collezione. All'esterno dell'edificio, lapidi, capitelli, colonne, sarcofagi cristiani e mosaici di varia provenienza.
Sulla collina occupata dal museo restano poche tracce dell'anfiteatro, del teatro e di un bastione romano dell'acquedotto costruito all'inizio del II sec. d. C. da Adriano. Dopo circa 800 m si giunge al principale cantiere di scavi, dove sono stati portati alla luce un intero quartiere di abitazioni romane (insula) e una necropoli punica. La casa della cascata, la meglio conservata, occupava tutta la larghezza dell'insula, aveva due ingressi ed era disposta attorno a un giardino a peristilio, al centro del quale era una fontana monumentale; la sala principale era lastricata con marmi policromi gialli e pietra verde importata dall'isola di Eubea. Due giardini si stendevano a nord e li sud e avevano la funzione di fonte di luce per la sala di ricevimento e per i due ambienti adiacenti.
APPROFONDIMENTO
Il giardino a sud era ornato di una piccola fontana dove l'acqua scendeva a cascata (da qui il nome della casa) su un piano inclinato decorato da un mosaico raffigurante pesci; un altro mosaico con scene di pesca, a toni più scuri, orna il fondo della vasca, mentre temi marini ritornano nei mosaici della fontana del giardino centrale e nel vestibolo. In un ambiente adiacente al vestibolo principale restano segni di una scala che portava, al primo piano, nelle stanze private dell'abitazione. La casa del tesoro è così chiamata per il rinvenimento di un piccolo deposito di monete. Costruita tra la fine del I secolo d. C. e l'inizio del successivo e distrutta alla fine del IV, comprende un grande serbatoio rettangolare, forse deposito per il grano.
La casa dei capitelli istoriati si disponeva attorno a una corte a peristilio su due piani, realizzata in granito di capo Bon rivestito di stucchi, con colonne sormontate da capitelli corinzi istoriati; uno di essi era decorato con rilievi raffiguranti Ercole con la clava sulla spalla, un busto di Minerva e Apollo. La casa della caccia prende il nome dalle scene che decorano uno dei mosaici; gli ambienti attorno alla corte a peristilio sono oggi molto rovinati.
Di fronte alla casa del tesoro si trovano gli scavi della necropoli punica, in parte coperta dalle fondamenta della città romana; comprende tombe a fossa, sarcofagi a conca monolitica coperti da una lastra e alcune tombe in mattoni e granito. Dei monumenti pubblici dell'antica città non si conservano che resti poco leggibili; a nord della necropoli punica, oltre una larga strada a portici («decumanus maximus»?), si trova il forum novum; più oltre un tempio, forse consacrato a Giove, si erge su un podio che dominava il forum vetus. A est della piazza restano tracce di una grande casa a peristilio e di vasche appartenenti a terme private. A poca distanza, in direzione sud-est, è l'area di un grande teatro di età imperiale.