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AFRICA ROMANA: Vaga

Il ponte romano di Vaga noto come Ponte di Traiano

Il ponte romano di Vaga noto come Ponte di Traiano

 

 

VAGA

 

 

 

Poco a sud dell'antica Vaga, l'odierna Béja, si staglia il ponte più antico in terra d'Africa costruito dai Romani. E' il cosiddetto Ponte di Traiano che fu costruito sotto l'imperatore Tiberio fra il 29 e il 30 d. C. Su questo ponte passava la grande strada che univa Ippona a Cartagine attraversando Bulla Regia. Lungo 70 m e largo 7,30 m fu costruito con grandi mezzi attraversando il fiume Béja con tre maestose arcate leggermente voltate a forma di dorso d'asino. Questo ponte resta un eloquente testimonianza della perizia dei suoi costruttori. Agostino vi passò frequentemente durante i suoi viaggi.

Béja, disposta ad anfiteatro sul fianco del gebel Acheul, fu fondata probabilmente nel VI secolo a. C. L'antica Vaga è nota solo a partire dalla fine della seconda guerra punica; a Sallustio (86- 35 a. C.), che fu governatore della Numidia, dobbiamo la notizia che qui esisteva un luogo di culto consacrato a Demetra e Kore. Vaga fu sin dall'antichità un importante mercato di cereali, la cui prosperità fu solo temporaneamente interrotta dalle diverse invasioni succedutesi nei secoli (le legioni romane di Metello nel 109 a. C., durante la guerra contro Giugurta; i Vandali di Genserico nel 448 d. C.; le orde di Abou Abdallah sotto il sultanato dei Fatimidi; l'invasione hilaliana nell'XI secolo). La città divenne quindi un centro di notevole importanza sotto i Bizantini, che la fortificarono e le diedero il nome di Theodoriana in onore dell'imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano.

Il mosaico di Achille e Chirone

Il mosaico di Achille e Chirone

La ricchezza di Béja era tale che, secondo la leggenda, i caffis, utilizzati ancora nel secolo scorso per misurare il raccolto dei cereali, avevano una capacità doppia di quelli di Tunisi; si tramanda anche che i contadini della regione non fossero sufficienti per effettuare la mietitura e che la manodopera supplementare fosse fornita dai nomadi del centro e del sud, i quali, pagati in natura, trovavano così il modo di approvvigionarsi per l'inverno. Di grande interesse alcuni mosaici, fra cui quello di Achille, che vi sono stati rinvenuti che oggi sono conservati al Museo del Bardo a Tunisi.

Il mosaico di Achille, che risale al V-VI secolo d. C. narra un episodio della vita del celebre eroe greco Achille. Costui è rappresentato in età giovanile durante il periodo in cui seguì l'educazione del centauro Chirone che gli fece da maestro nell'apprendimento di tutte le Arti.

Il nostro eroe è rappresentato a cavalcioni sul dorso del suo precettore. Sotto, nello stesso mosaico, una chimera sta avanzando verso il cavaliere: si tratta di una evocazione dell'eroe di Corinto Bellerofonte che riuscì a cavalcare Pegaso, trionfando su questo animale ibrido e fantastico, simbolo dell'errore.