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AFRICA ROMANA: Zili

Mosaico con grappolo d'uva, Museo del Bardo

Mosaico con grappolo d'uva

 

 

ZILI

 

 

 

Vicino al cromlech di Msoura, uno dei pochi monumenti megalitici del Marocco, formato da quasi 200 pietre levigate dell'età neolitica, alte fino a 6 m, che circondano un tumulo funerario di 55 m di diametro, sorge l'insediamento fenicio dell'antica Zili che ebbe sotto il regno mauretano il privilegio di battere moneta. Al tempo di Augusto, subì la deportazione dei suoi abitanti, sostituiti da coloni romani dell'Iberia che beneficiarono di libertà giuridiche ed economiche.

Rifugio degli Idrisidi ai quali si era arresa, dovette fronteggiare le invasioni normanne; nel 966 la città venne ricostruita dal califfo omayyade di Cordoba el-Hakim II. Agli inizi del XIV secolo passò sotto il controllo del merinide spagnolo Osman ibn Idriss, autoproclamatosi sultano a Ceuta nel 1306.

I Portoghesi, padroni della città dal 1471, la fortificarono e la trasformarono in campo trincerato, base per le loro incursioni nell'interno. Il suo porto, frequentato da navi genovesi, pisane, veneziane, marsigliesi e catalane, si inserì nelle grandi rotte commerciali.