Percorso : HOME > Associazione > Attività > Mostre > L'Ottocento > Stampe > Canonico regolare di S. Salvatore

Canonico regolare di S. Salvatore

acquaforte con l'immagine di un Canonico regolare di S. Salvatore

Canonico regolare di S. Salvatore

 

 

CANONICO REGOLARE DI SAN SALVATORE

F. Ferrari

Roma datato1822

 

 

 

Un certo Valentino Pini, morto a Bologna nel 1607 fu un Canonico regolare di san Salvatore a Bologna detto renano. Terminati gli studi divenne priore di San Celso a Milano nel 1586. Successivamente fu priore di san Salvatore a Bologna nel 1592 e infine della Canonico di sant'Agata a Urbino. Rivestì le cariche di Visitatore generale e di Generale dell'Ordine.

 Il priore di S. Salvatore Francesco Ghisilieri, rimasto il solo abitatore del monastero bolognese, riuscì ad infondere nuova vitalità alla propria comunità canonicale, innestando in essa la giovane linfa dei canonici riformati, provenienti da Gubbio e guidati dall'ex Agostiniano Eremitano di Lecceto, il beato Stefano Agazzari, che aveva ricevuto il primo riconoscimento ufficiale da Gregorio XII nel 1408 e si era insediato a Gubbio, in una regione impervia, nell'eremo di Sant'Ambrogio, grazie all'aiuto del conte Guido Antonio di Montefeltro, signore di Urbino.

In varie occasioni ci furono contatti tra i canonici di S. Salvatore e S. Maria di Reno in Porta Nuova, guidati dal priore Francesco Gisilieri, e quelle riformati di S. Ambrogio di Gubbio, con Stefano Agazzari. Costui nel 1414 aveva ottenuto il riconoscimento pontificio di Canonico Regolare nell'eremo di S. Ambrogio, che era stato eretto in Priorato. Gli ambrosiani si insediarono a Bologna nel 1417. Papa Martino V con la bolla “Ad hoc circa regularis” del 1418 assegnò al vescovo di Bologna Niccolò Albergati il compito di portare a compimento l'unione. Il loro abito cambiò: tunica, rocchetto e scapolare rimasero di colore bianco, la cappa grigia diventò nera. Una seconda bolla pontificia accordò loro il nome di Congregazione di S. Salvatore e la facoltà di celebrare ogni anno il capitolo generale. La canonica bolognese e quella di S. Ambrogio si integrarono, alla presenza del notaio e del vescovo Albergati, il 4 marzo 1419, nel palazzo vescovile di Bologna.

I Canonici Renani così detti a motivo del fiume Reno sulla cui sponda sorgeva la primitiva canonica bolognese di S. Maria di Casalecchio celebrarono a Gubbio il 3 maggio 1419 il primo Capitolo. In quella circostanza venne eletto Priore Generale Stefano Agazzari. La regola che si impegnavano a seguire era quella di Sant'Agostino. All'unione dei due nuclei canonicali bolognesi ed eugubini si aggiunse nel 1420 la canonica di S. Donato di Scopeto in Firenze, per cui per un certo periodo i Canonici furono detti Scopetini.

La nuova congregazione divenne famosa in breve tempo, grazie al  loro rigore, umile e austero, nel praticare la vita canonicale. Per questo furono soprannominati i "Modestissimi". Alla fine del XV secolo le comunità renane sommavano a 33. L'espansione continuò fino al Seicento: nei loro conventi professavano una vita esemplare, fedeli al loro carisma di giungere alla santificazione vivendo in comunità. All'inizio del Seicento la Congregazione contava 780 canonici, dediti allo studio teologico, alla formazione permanente e alla predicazione. Le varie comunità dipendevano da uno stesso Superiore generale,coadiuvato da Visitatori, eletti ogni anno o per un triennio dal Capitolo generale. Per i secoli i Renani ebbero un percorso autonomo e parallelo rispetto alla Congregazione dei Lateranensi. Negli ultimi decenni del Settecento, in una successione continua, i monasteri furono chiusi e i loro beni incamerati dallo stato. Nel Settecento iniziò una inarrestabile espropriazione delle case da parte dei vari stati italiani: il Granducato di Toscana (1778), la Lombardia (1781) e la Repubblica di Venezia (1783). Nel 1796 fu la volta dei governi napoleonici e due anni dopo fece lo stesso il Re di Sardegna in Piemonte. Rimasero in vita solo la canonica lateranense di S. Maria di Piedigrotta a Napoli e quella renana di S. Pietro in Vincoli a Roma che si fusero nel 1823.

Numerosi i Papi, i Santi, gli abati e le personalità legate alla congregazione e anche gli studiosi, scrittori e artisti. Nel 1823, dalla fusione delle due antiche congregazioni del SS. Salvatore e dei Lateranensi, nacque l'odierna Congregazione dei Canonici Regolari del SS. Salvatore Lateranense.