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FEDELI DEL CAMPIDOGLIO
Filippo Ferrari
Roma datato 1823
Pare che le divise attuali dei Fedeli siano state disegnate da Michelangelo. Quando i Romani attribuivano la qualità di "fidelis" a qualcuno, ciò avveniva con un cerimoniale onorifico. Se si trattava di un popolo, esso diveniva "fratello" per adozione. La leggenda di Vitorchiano "Fedele" di Roma è antica quanto le due città, ma in concreto si può far risalire al tempo dei Comuni. Vitorchiano, confinante con Viterbo, fece ricorso a Roma per mantenersi libera.
Nel 1233 Roma fu aiutata da Vitorchiano a sconfiggere i Viterbesi e la gratificò del titolo di "fedele di Roma", le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum, cioè Vitorchiano, castello e parte di Roma. Il Senato decise anche che 10 abitanti di Vitorchiano fossero assunti in Campidoglio al servizio del Senato.
Essi furono denominati "Fedeli di Vitorchiano". Dal 1267 un Conestabile e dodici Vitorchianesi armati e prestanti vigilarono sul Campidoglio, mentre altri soldati vegliarono alla sicurezza delle porte dell'Urbe. I Vitorchianesi nei secoli rivendicarono più volte questo ruolo e nelle mura della loro città hanno ripetutamente scolpito lo scudo SPQR di Roma. Nel 1926 il Governatore curò l'assunzione di alcuni cittadini di Vitorchiano con la funzione di valletti capitolini per presenziare alle cerimonie ufficiali.
La città di Roma conferisce un appannaggio annuale a Vitorchiano tratto dalle imposte comunali che serve a retribuire la Guardia tra i cui compiti c'è anche quello di suonare le particolari trombe romane, dette clarine, in occasione delle principali manifestazioni pubbliche ufficiali, che proprio per questo motivo sono dette tradizionalmente "le clarine di Vitorchiano". A Roma la frase "suonare le clarine" è divenuta proverbiale e sta a significare chiamare a raccolta il popolo per la lotta.