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Papa Pio VII

acquaforte con l'immagine di Papa Pio VII

Papa Pio VII

 

 

IL MASSIMO PONTEFICE PAPA PIO VII

Filippo Ferrari

Senza luogo e senza data

 

 

 

Papa Pio VII, al secolo Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti è stato il 251º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dall'anno 1800 alla morte nel 1823. Apparteneva all'ordine benedettino. Penultimo figlio del conte Scipione Chiaramonti e di Giovanna Coronata Ghini, dei marchesi Ghini, era nato a Cesena nel 1742. La madre, donna di profonda religiosità, entrerà in seguito tra le monache Carmelitane a Fano. Tramite la famiglia della madre, Barnaba era imparentato con Angelo Braschi, suo predecessore con il nome di Pio VI. Al contrario dei suoi fratelli, non completò gli studi nel Collegio dei nobili di Ravenna ma, all'età di 14 anni, entrò nel monastero benedettino di Santa Maria del Monte a Cesena, prendendo il nome di Gregorio.

Alla morte di Pio VI, il Sacro Collegio, si riunì in conclave a Venezia, poiché in quel periodo Roma era occupata dalle truppe francesi. Prima ancora che iniziasse il conclave, la situazione politica a Roma cambiò dato che nel 1799 i francesi avevano abbandonato la città. Subito però era stata occupata dai napoletani, che avevano posto fine alla Repubblica Romana. I cardinali, appena 35, quasi tutti italiani, si riunirono nel monastero di San Giorgio. Passarono tre mesi senza trovare una soluzione. Monsignor Ercole Consalvi, il segretario del conclave, propose un nuovo candidato: il vescovo di Imola, Barnaba Chiaramonti. In breve tempo i voti si convogliarono su di lui e il 14 marzo 1800 Chiaramonti fu eletto papa all'unanimità, che scelse il nome pontificale Pio VII in onore del predecessore Pio VI suo concittadino. A luglio il pontefice fece il suo ingresso a Roma. In agosto nominò Consalvi, cui in gran parte doveva la tiara, cardinale diacono e Segretario di Stato. Quindi si occupò alacremente delle riforme amministrative. La sua attenzione si concentrò subito sullo stato di anarchia in cui versava la Chiesa francese.

L'attrito fra la Francia ed il papa montò così rapidamente che il 2 febbraio 1808 Roma fu occupata dal generale Miollis e, un mese più tardi, le province di Ancona, Macerata, Pesaro e Urbino furono annesse al Regno d'Italia. Rotte le relazioni diplomatiche fra Napoleone e Roma, con un decreto emesso a Schönbrunn l'11 maggio 1809 l'imperatore annetteva definitivamente tutti i territori dello Stato Pontificio. Nella notte del 5 luglio il Palazzo del Quirinale fu violato con la forza e, di fronte all'ostinato rifiuto di annullare la bolla di scomunica e di rinunciare al potere temporale, il pontefice fu arrestato e tradotto prima a Grenoble e poi a Savona.

Il precipitare degli eventi indusse Napoleone a liberarlo definitivamente. Il generale ordinò che il papa fosse condotto a Bologna. La sua prigionia era durata quasi cinque anni. Pio VII fece il suo ingresso a Bologna il 31 marzo. Il 7 agosto 1814 con la bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum il Papa ricostituì la Compagnia di Gesù, mentre il Segretario di Stato Consalvi, al Congresso di Vienna, si assicurava la restituzione di quasi tutti i territori sottratti allo Stato della Chiesa. Successivamente veniva soppressa nello Stato Pontificio la legislazione introdotta dalla Francia. Ma la battaglia più importante vinta da Pio VII fu di aver ottenuto dal Congresso di Vienna l'abolizione della schiavitù.