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Generale pontificio

acquaforte con l'immagine di Generale pontificio

Generale pontificio

 

 

GENERALE DELLE TRUPPE PONTIFICIE IN ALTA UNIFORME

Salvatore Basuttil

Roma, da Giorgio Antonelli al Corso, datato 1839

 

 

 

Lo Stato pontificio si dotò di un suo piccolo esercito per reprimere rivolte sia contadine che dei nobili romani, per predisporre la lotta al banditismo, vera piaga dell'Agro Romano, o per contrastare le razzie dei corsari barbareschi che flagellavano le coste e talora osavano risalire il corso del Tevere sino a minacciare Roma.

Nel corso del Settecento, dopo la cattiva prova data nella Guerra di successione spagnola, l'esercito papalino fu sempre più trascurato dal governo pontificio sino a ridursi a poche migliaia di soldati, posti alla difesa di presidi. Un esercito così ridotto non fu in grado di difendere il papa quando lo Stato pontificio fu invaso dalla Francia del Direttorio. Il 31 gennaio 1797 Napoleone Bonaparte dichiarò guerra allo Stato pontificio. Quando l'esercito francese varcò i confini, quello pontificio subì una netta sconfitta a Faenza. L'11 febbraio 1798 i francesi entrarono a Roma e l'esercito pontificio fu sciolto.

La funzione primaria dell'Esercito pontificio a difesa delle piazzeforti fu confermata dopo il Congresso di Vienna (1814-1815)Nel 1848 l'Esercito fu impiegato in una mobilitazione ai confini con il Regno Lombardo-Veneto austriaco. Il governo di papa Pio IX, con ordinanza ministeriale del 23 marzo, permise la formazione di un Corpo di Operazione con lo scopo di «procedere alla difesa e sicurezza dei domini pontifici, nonché alla concorde azione delle forze nazionali italiane». Sotto il comando del generale piemontese Giovanni Durando e del suo secondo Massimo d'Azeglio, furono costituiti quattro reggimenti di fanteria (un reggimento di cavalleria e tre reggimenti di fanteria italiani), due di cavalleria (svizzeri), tre batterie di artiglieria da campagna, una compagnia di artificieri e due del genio e circa 600 Carabinieri pontifici, parte a piedi e parte a cavallo. L'insieme formava una forza non trascurabile di 7.500 uomini. Con il Battaglione Universitario Romano e i volontari si raggiunse la notevole forza di circa 12 000 armati.

All'inizio del 1859 il papa aveva deciso che lo Stato dovesse provvedere da sé alla propria difesa. E nel 1860 Pio IX ordinò la ricostituzione di un esercito organizzato. Il ministro delle Armi, il cardinale Francesco Saverio de Mérode, che aveva combattuto negli eserciti belga e francese, chiamò al comando del nuovo esercito il generale francese Christophe Louis de Lamoricière, che si era distinto nella guerra d'Algeria avendo sconfitto l'emiro Abd el-Kader.

Si arruolarono soldati da tutta l'Europa. Il totale degli effettivi raggiunse le 20.000 unità: 5.000 austriaci, 3.000 irlandesi, seguiti da polacchi, belgi, svizzeri e olandesi; gli italiani furono oltre 6.000.

L'esercito del 1870 era costituito da oltre 13.624 effettivi, di cui oltre 8.300 inquadrati nell'esercito regolare e 5.324 volontari stranieri.

Nel 1870 l'esercito piemontese invase lo Stato pontificio e occupò Roma senza resistenza. Tra le condizioni di capitolazione il generale Cadorna impose agli sconfitti di sciogliere l'esercito pontificio. Rimasero operativi solamente quattro corpi: la Guardia Svizzera, la Guardia Palatina, la Guardia nobile ed un piccolo reparto della Gendarmeria Pontificia, che restarono a proteggere il Palazzo Apostolico nella Città Leonina, ovvero l'ultimo lembo di Roma non occupato dai soldati italiani.

Le Guardie Svizzere rimasero a difesa personale del papa nei suoi alloggi. Papa Pio X nel 1914 decise di fissare il numero dei militi che componevano questo speciale corpo a 100 unità, più 6 ufficiali, tra cui il comandante con il grado di colonnello. Con la fondazione dello Stato della Città del Vaticano nel 1929, le Guardie svizzere divennero la milizia ufficiale del nuovo Stato.

Gli altri corpi militari sopravvissuti al 20 settembre 1870 furono definitivamente sciolti nel 1970, quando papa Paolo VI abolì la Guardia d'Onore di Sua Santità, la Guardia Palatina d'Onore, la Gendarmeria Pontificia, sciogliendo formalmente l'Esercito Pontificio.