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Guardia svizzera

acquaforte con l'immagine di un Sergente della Guardia svizzera

Sergente della Guardia svizzera

 

 

SERGENTE DELLA GUARDIA SVIZZERA

F. Ferrari

Senza luogo, ma datato 1822

 

 

 

Il Corpo militare più celebre dell'esercito pontificio è quella della guardia svizzera che venne istituita per iniziativa di papa Sisto IV dopo aver concluso nel 1479 un accordo con la confederazione svizzera.

La realizzazione fdi un Corpo stabile e disciplinato di soldati svizzeri regolari alle dirette dipendenze della Santa Sede, per la immediata custodia della Sacra Persona de Sommo Pontefice deriva tuttavia da Giulio II. Il 21 giugno 1505 egli comunicò agli Stati "Confederatis Superioris Alemanniae" di aver dato l'incarico a Petro Hertenstein (von Hertenstein), cubiculario nostro, di condurre a Roma 200 soldati svizzeri, pro custodia palatii nostri, e concesso un lasciapassare per il viaggio, intestato al suddetto von Hertenstein quale condottiero, ed a Gaspare de Silinon o Sillinon (von Silenen) quale capitano. Il 21 gennaio 1506 ne arrivarono a Roma soltanto 150 che, guidati dai due suddetti, passarono per la Porta del Popolo ed andarono a Piazza San Pietro dove Giulio II li benedisse solennemente dalla Loggia di Paolo II.

Questa data e questo ingresso solenne sono ritenuti come la fondazione ufficiale del Corpo della "Coorte Elvetica"; infatti, nel 1906, gli Svizzeri in Vaticano celebrarono il loro quarto centenario,

Le guardie svizzere non esercitarono solo il compito di scorta personale del papa, ma parteciparono a varie battaglie. La più famosa fu quella che avvenne il 6 maggio 1527 durante il sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi guidati dal contestabile di Borbone, Con la loro resistenza permisero a papa Clemente VII di avere salva la vita.

Dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, tutti quelli che all'ultimo momento avevano accompagnato Clemente VII nella fuga lungo il Passetto di Borgo, il passaggio che collega il Vaticano a Castel Sant'Angelo. Quando il 5 giugno Clemente VII si arrese, la guarnigione papale fu sostituita con mercenari spagnoli e lanzichenecchi. Il Papa ottenne che gli svizzeri sopravvissuti fossero inclusi nella nuova Guardia, ma solo 12 di essi accettarono. Nel 1540 l'esercito pontificio, mobilitato da Pier Luigi Farnese (8000 italiani e 400 Lanzichenecchi) conquistò Perugia e tutto il territorio circostante, ponendo fine all'autonomia della città ed integrandola nello Stato Pontificio.

Quando nel 1870 l'esercito piemontese invase lo Stato pontificio, occupando Roma senza resistenza,  tra le varie condizioni di capitolazione il generale Cadorna impose agli sconfitti di sciogliere l'esercito pontificio. Rimasero operativi solamente quattro corpi: la Guardia Svizzera, la Guardia Palatina, la Guardia nobile ed un piccolo reparto della Gendarmeria Pontificia, che restarono a proteggere il Palazzo Apostolico nella Città Leonina, ovvero l'ultimo lembo di Roma non occupato dai soldati italiani.

Le Guardie Svizzere rimasero a difesa personale del papa nei suoi alloggi. Papa Pio X nel 1914 decise di fissare il numero dei militi che componevano questo speciale corpo a 100 unità, più 6 ufficiali, tra cui il comandante con il grado di colonnello. Con la fondazione dello Stato della Città del Vaticano nel 1929, le Guardie svizzere divennero la milizia ufficiale del nuovo Stato.

Questo Corpo, che veste tuttora il variopinto costume con i colori medicei (blu, giallo e rosso), continua il plurisecolare servizio di custodia del Sommo Pontefice, sia in anticamera che nelle cerimonie pubbliche, sorvegliando il Palazzo Apostolico e gli ingressi esterni del Vaticano. Il servizio regolamentare ha una durata di due anni, con possibilità di riconferma.