Contenuto
Percorso : HOME > Cammino di sant'Agostino > Santuari brianzoli > ValgreghentinoIl Cammino di sant'agostino: Valgreghentino
Il Santuario della Madonna di Czestochowa
Timbro al Santuario della Madonna di Czestochowa
IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
Valgreghentino
Santuario della Madonna di Czestochowa
Il santuario dedicato a Papa Giovanni Paolo II e alla Madonna di Czestochowa, è ubicato nella frazione Dozio nel comune di Valgreghentino a circa 600 metri di altitudine nel cuore della Brianza settentrionale.
Il Santuario è raggiungibile anche in automobile percorrendo una strada asfaltata, a tratti tortuosa e piuttosto stretta, che parte dal centro di Valgreghentino e che attraversando dei lussureggianti ed estesi boschi sale fino al parcheggio davanti all'ingresso del giardino del Santuario. E' possibile raggiungere il Santuario anche a piedi in circa 1 ora percorrendo una suggestiva mulattiera, che parte dalla piazza della chiesa parrocchiale. Il complesso del Santuario è recintato, ma è comunque sempre aperto al pubblico.
Il santuario della Madonna di Czestochowa è un luogo ideale per ritiri e celebrazioni comunitarie, essendo dotato anche di uno spazio esterno coperto. Per la sua splendida posizione è anche meta di gite ed escursioni.
Il contesto ambientale è notevolissimo. Dalla balconata del sagrato l'orizzonte spazia sulla vallata dell'Adda fino a Bergamo, ma soprattutto si sofferma sulla mole del Resegone, che da qui si contempla in tutta la sua solitaria imponenza. Con il conforto della bellezza della natura, gli uomini hanno cercato di inserire in questo luogo elementi artistici capaci di rimandare alla fede e ai suoi misteri. Secondo le intenzioni dei suoi stessi ispiratori e costruttori si è venuta così a creare una specie di «oasi di spiritualità».
Il santuario è dedicato alla Vergine, ma ha come caratteristica propria l'attenzione per quei particolari «cammini» che, nel racconto dei Vangeli, ebbero come «protagonista» proprio Maria, dal viaggio per incontrare la cugina Elisabetta fino alla sua entrata gloriosa nel cielo. Questi episodi sono illustrati sulle pareti del piccolo tempio da dieci dipinti acrilici di don Marco Melzi, artista della Scuola Beato Angelico di Milano, in cui la Madonna è sempre rappresentata in movimento e di "schiena", come ad indicarci con forza che per arrivare alla Salvezza, e cioè a Cristo, dobbiamo lasciarci guidare da lei e seguirla. A Maria, naturalmente, sono offerte altre opere d'arte, fra cui le belle porte bronzee realizzate da Giorgio Galletti, allievo del grande scultore Francesco Messina, di cui dimostra di avere ereditato la forza espressiva e una plastica abilità. Di Galletti è pure la statua raffigurante Karol Wojtyla, posta sul piccolo piazzale nel 1982. La vocazione «universale» di questo santuario lecchese, del resto, è evidenziato anche dall'altorilievo scolpito da Mario Toffetti in un blocco di marmo alla sommità della Scala Santa, che reca su una faccia l'immagine di Cristo in Croce, sull'altra i patroni - ben sei - dell'Europa: san Benedetto, i santi Cirillo e Metodio, santa Caterina da Siena, santa Teresa Benedetta della Croce e santa Brigida di Svezia.
La dedicazione del tempio è per la Madonna Nera di Czestochowa, in un grande abbraccio che va dal «monte luminoso» di Jasna Gora, in Polonia, alle verdi colline di Valgreghentino, nell'alta brianza lecchese. Fra i molti, bei santuari mariani di cui è ricca la diocesi di Milano, quello di Dozio spicca per la sua storia davvero particolare. Nessuna apparizione, infatti, nessun prodigio sta all'origine della sua fondazione, sebbene un «miracolo», a ben vedere, si è manifestato anche quassù: quello delle fede autentica, semplice, collettiva di un'intera comunità, che poco più di trent'anni or sono decise di consacrarsi al nome di Maria.
Per un anno, infatti, nel 1976, le famiglie di Valgreghentino avevano ospitato, ciascuna per qualche giorno, un'icona raffigurante la venerata Madonna Nera di Czestochowa, che l'allora parroco don Alfredo Zoppetti aveva fatto dipingere dal maestro Bergagna della Scuola d'arte sacra del Beato Angelico. Una scelta che nasceva dal desiderio di porsi alla sequela di Maria, ma anche come segno tangibile di vicinanza e solidarietà per la Chiesa polacca allora perseguitata.