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Percorso : HOME > Cammino di sant'Agostino > Santuari brianzoli > AirunoIl Cammino di sant'agostino: Airuno
Il Santuario della Madonna Addolorata di Airuno
Il timbro del Santuario della Madonna Addolorata
IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
Airuno
Santuario della Madonna Addolorata
Il Santuario della Beata Vergine Addolorata o "della Pace" o "della Rocca" è, assieme con la chiesa dei santi Colombano e Gottardo di Arlate, il luogo di culto più antico della Pieve di Brivio. Il Santuario sovrasta il paese di Airuno dalla cima di una collina di pietra calcare posta a nord, a poco meno di 400 m. di altezza. Dal piazzale della chiesa si gode una splendida visuale sulla Valle dell'Adda e sul paesaggio che la circonda, in un luogo suggestivo per la straordinaria bellezza. Il nucleo originario del santuario era costituito da una chiesetta posta entro le mura di una rocca fortificata. Di questa si ha notizia in un documento testamentario del 960 redatto da Alcherio, nobile di origine longobarda capostipite della famiglia dei Capitani di Airuno poi detta dei Capitani di Vimercate, detentori del controllo del fiume Adda tra Calolziocorte e Arlate. Fu questa famiglia che probabilmente nel Trecento costruì la chiesa che fu ampliata in forme tardo gotiche in epoca sforzesca. Bisogna comunque risalire al 1558 per avere la prima notizia documentata dell'esistenza della chiesetta.
Nella relazione della visita di san Carlo nel 1571 viene annotato che la Chiesa di S. Maria della Pace o della Rocca era posta dentro le mura del castello e che fu restaurata e forse ampliata in seguito all'abbattimento di un'altra chiesetta, molto vecchia e malconcia, dedicata a "S. Michele".
Si presume che il culto mariano fosse già radicato in queste terre e che, nel corso dei secoli XVI e XVII, per il particolare contesto storico - sociale in cui la Brianza e l'intero Milanese vennero a trovarsi, segnato da guerre, carestie e pestilenze, tale culto si sia rafforzato e qui, in particolare, abbia promosso il restauro e l'abbellimento della chiesa.
L'interno della chiesa si presenta a una solo e ampia cappella con volta a crociera: l'altare, con il relativo paliotto datato 16 Agosto 1709, poggia contro la parete sulla quale è rappresentata una Pietà di autore ignoto, molto probabilmente un pittore sforzesco del decennio 1490-1500. L'opera è da sempre oggetto di devozione popolare. Sulla parete a nord si possono ammirare due grandi tele di autore ignoto (una è stata attribuita al celebre Palma il Giovane): la prima, datata 1607, rappresenta un san Giovanni di Compostela, mentre la seconda ritrae il rinvenimento della Santa Croce ad opera dell'Imperatrice Elena.
L'interno del Santuario presentava dipinti e affreschi raffiguranti Maria, i Santi e Cristo, ora quasi totalmente persi. L'unico affresco rimasto, di età sforzesca, è collocato sulla parete di fondo del presbiterio. Raffigura un Compianto di Cristo fra santi e un orante. In particolare Maria tiene in grembo il corpo morto di Gesù e ai suoi lati sono riconoscibili, a sinistra, san Giovanni e san Cristoforo, a destra, la Maddalena, san Rocco ed un religioso domenicano orante. Sullo sfondo si può ammirare un paesaggio collinare alberato e parte della Santa croce, segno tradizionale della Passione. L'intera rappresentazione è austera ma equilibrata ed armonica. L'affresco sopravvissuto è solo la parte centrale di una composizione molto più ampia che occupava l'intera parete del presbiterio.
Sopra la porta d'ingresso si trova la cantoria di legno, con un antico organo a dodici registri che funziona con mantice a mano, donato al Santuario dalla famiglia Barbarossa di Monza nel 1862. Sul lato sinistro della chiesa vi è una loggetta rettangolare da cui si domina il corso dell'Adda, con archi sostenuti da colonne seicentesche, mentre verso sud una porta introduce in un antico cortiletto, su cui spicca un grazioso pozzo datato 1729. Un ulteriore elemento di pregio del santuario è il maestoso altare marmoreo di Pier Paolo Pirovano, collocato nel presbiterio nel 1754. Nell'altare venne conservato e inserito un bellissimo paliotto del 1709, attribuito a Francesco Solari. E' realizzato in pietra scagliola e vi prevalgono le tonalità del rosso, del nero e del bianco; al centro è rappresentata la Vergine Immacolata vittoriosa sul dragone. Ultima testimonianza degna di interesse è il settecentesco affresco della Madonna Addolorata.
Il Santuario testimonia la particolare devozione mariana delle genti di queste terre, che da sempre hanno la consuetudine di affidarsi alla Madonna perché le sostenga e le conforti nei momenti difficili dell'esistenza terrena.
Il Santuario ha mantenuto la dedicazione a "S. Maria della Pace" o "della Rocca" fino al 1748, quando assunse la denominazione attuale di "Santuario dell'Addolorata". La gente del luogo continua tuttavia a chiamarlo "Santuario della Rocchetta".