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Il Cammino di sant'agostino: Sabbioncello di Merate

Il Santuario di Santa Maria Nascente a Sabbioncello

Chiesa di Santa Maria Nascente a Sabbioncello

Il timbro apposto al Santuario di Santa Maria Nascente a Sabbioncello

Il timbro di Sabbioncello

 

 

IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO

Sabbioncello di Merate

 

Chiesa di Santa Maria Nascente

 

 

 

Fondato nel 1568, il convento di Sabbioncello, dedicato a S. Maria Nascente, ospita dal 1884 una comunità francescana che vi ha fatto ritorno dopo le bufere delle soppressioni settecentesche e ottocentesche.

Ampliato e abbellito in più riprese, la chiesa e il convento di Sabbioncello per molti anni fu sede di uno Studentato Liceale e per un breve periodo, dopo la chiusura della teologia di Busto Arsizio, anche sede dello Studentato Teologico della Diocesi milanese. La chiesa cinquecentesca nel corso dei restauri di fine Novecento ha rivelato preziosi affreschi di cui si era perduta memoria. Anche il convento conserva l'originaria struttura quantunque vi siano state apportate modifiche ed ampliamenti di volta in volta resi necessari dalle varie attività che vi venivano svolte dai religiosi.

Il 1 maggio 1967 lungo la salita che porta al convento sono state inaugurate le cappelle della Via Crucis rifatte in cotto da Padre Nazareno Panzeri. Il Capitolo dei francescani nel 1982 stabili che "un Convento della Provincia, posto in luogo salubre e facilmente accessibile, (fosse) adibito anche a comunità per lungodegenti, ed adattato opportunamente": a questa destinazione fu scelto proprio l'antico studentato di Sabbioncello che venne ristrutturato secondo i criteri medico-sanitari più moderni per poter accogliere nel modo migliore i frati infermi.

Posizionati su un colle dove un tempo esisteva un castello, nel sedicesimo secolo furono i Frati Amadeiti (confluiti poi nei Frati Minori Francescani), a prendere possesso della chiesa e delle costruzioni circostanti trasformandole in convento. Sulla salita che porta al convento, oggi troviamo le moderne cappelle della via Crucis, che furono erette nel 1715 con dipinti coevi, sostituiti, come riportato sopra, da pannelli in cotto di p. Panzeri.

La chiesa, dedicata alla Madonna degli Angeli, è una costruzione in stile lombardo, di grande suggestione con i suoi archi a sesto acutoe nelle forme del tardogotico, con tetto a capanna retto da arconi ogivali traversi. Le sue pareti sono meravigliosamente affrescate con dipinti cinquecenteschi attribuiti a Giovanni Fiamminghino.

50 sono gli ex voto che decorano con grande suggestione l'intera parete destra della navata e sono datati tra gli anni 1508-1531. Nel corso degli anni sono state aggiunte le cappelle laterali, il chiostro e il campanile.

 

 

I Frati Amadeiti

Nel tardo Quattrocento il beato Amadeo, al secolo Amadeo Menez da Silva, diede origine alla Congregazione degli Amadeiti che erano dediti alla cura degli appestati e seguivano una riforma della vita francescana. In seguito confluirono nei Minori Francescani. Questa congregazione ebbe diversi monasteri: oltre a quello di Sabbioncello, ne esisteva uno a Milano che Amadeo ricevette dall'arcivescovo Stefano da Forlì assieme a un oratorio dedicato a Filippo e Giacomo, dove costruì una casa e dove dimorò qualche anno. Anche a Perugia gli amadeiti ne fondarono uno in via Bonfigli nel 1483 che restò attivo fino alla soppressione della congregazione nel 1568. L'attuale convento di Oreno, che si vuole sia stato fondato da san Francesco stesso in viaggio per la Francia, fu ricostruito nel XV secolo per opera dei frati Amadeiti, che in seguito si stabiliranno poco distante, lasciando questa costruzione ai Frati Minori Conventuali che vi rimasero fino alla soppressione di Maria Teresa d'Austria nel 1769. A Piacenza verso il 1565 i religiosi cappuccini furono ospitati nella chiesa di Santa Margherita "a modo di Provvisione" e tre anni dopo (1568), dal teatino Paolo Burali, vescovo della diocesi, i frati ebbero il convento con l'annessa chiesa di san Bernardino, eretta nel 1470 dai frati minori amadeiti, che si erano uniti ai frati dell'Osservanza.

I padri Amadeiti furono presenti pure nel convento di Mormonzone, e gradualmente estesero i loro offici religiosi e la loro assistenza spirituale ad altri monasteri della città. Erano molto considerati e benvoluti dai cittadini che fecero al convento numerosi lasciti e donazioni. Quando però nella prima metà del XVI secolo si cominciò a respirare il clima della Controriforma, l'ordine degli Amadeiti riformati francescani, non ebbe vita facile. Non si conosce con esattezza la posizione giuridica economica assunta dagli Amadeiti di Mormonzone, ma due delibere del Consiglio Comunale del 1537 e 1538 ci documentano che i monaci avevano lasciato Mormonzone. Del convento si impadronirono "furfanti apostati" che dopo averlo addirittura saccheggiato delle suppellettili e degli arredi sacri, conducevano in quel luogo una vita tutt'altro che onesta. Il Comune intervenne allora formalmente per aiutare i monaci che si erano rifugiati in città, ma il tentativo di riportarli al convento non riuscì. Il 24 aprile del 1542 il Comune deliberò la spesa "pro porta lignea Sancti Feliciani Barbonzone" e il 12 giugno successivo nominò due cittadini "ad reparandam aedes Sancti Feliciani Barbonzone". In quegli anni quindi il convento era caduto in uno stato di abbandono ed anche le strutture avevano subito danni. E' certo poi che nel 1568 Papa Pio V per mezzo di S. Carlo Borromeo soppresse l'ordine degli Amadeiti per unirlo a quello dei Minori Osservanti.