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Percorso : HOME > Cassago > Archivio Storico > XXI secolo > 20102010: CAMMINO DI SANT'AGOSTINO INAUGURATO A MILANO
La tappa di sant'Ambrogio
24 aprile 2010
Inaugurazione del tratto milanese del Cammino di sant'Agostino
Articolo di Renato Ornaghi apparso sul mensile Vivere dell'editore Bellavite n. 47, maggio 2010
Nel pomeriggio della giornata di sabato aprile 2010 l'organizzazione del Cammino di Sant'Agostino (con la collaborazione del Servizio Pastorale Turismo e Pellegrinaggi della Diocesi di Milano, del Touring Club Italiano, di numerosi Lions Club lombardi, dell'Associazione Culturale Brianze, della Fondazione Costruimo il Futuro, dell'Associazione Storico-Culturale S. Agostino e dell'editore A.G. Bellavite, ha proposto 'inaugurazione del "Gambo milanese della Rosa" del Cammino di S. Agostino.
Il Cammino di sant'Agostino insiste su cinque Province lombarde: Como, Lecco, Monza e Brianza, Milano e Pavia. È peraltro in un imminente futuro prevista la sua estensione - lungo l'appenninica Via del Sale - sino alla città di Genova, per ragioni prettamente "agostiniane" (legate alla solenne traslazione delle reliquie del Santo dalla città di Genova a Pavia, avvenuta nell'VIII secolo per volontà del re longobardo Liutprando).
Sarà quindi in futuro possibile andare da pellegrini a piedi dalla Brianza a Genova, oppure (perché no?) viceversa. Il Cammino come oggi è proposto è suddiviso in due parti territorialmente distinte, rispettivamente chiamate "fiore" e "gambo della rosa" per via della similitudine grafica del percorso complessivo con tale pianta floreale.
La prima parte del Cammino di Sant'Agostino, (il "fiore") lunga 350 chilometri, è stata concepita per raggiungere e collegare nelle sue tappe a piedi venticinque Santuari mariani presenti su tutto il territorio della Brianza. il percorso del "fiore" si snoda su un itinerario che ha la particolarità di essere chiuso: l'arrivo a Monza coincide col punto di partenza): ciò appunto a stilizzare, nella sua forma circolare, un fiore di rosa.
Il tratto del cammino brianteo attesta e ricorda la conversione di S. Agostino avvenuta in Brianza, precisamente a Rus Cassiciacum, luogo ormai universalmente riconosciuto nel Comune di Cassago Brianza. La circolarità di questo "fiore di rosa" (di evidente simbologia mariana) serve inoltre a ricordare la circolarità chiusa della cintura agostiniana, peculiare simbolo di quel Santo e del suo ordine religioso. La seconda parte del Cammino, più breve (62 Km, da Monza a Pavia) ma nondimeno altamente simbolica, è invece rettilinea (a disegnare il cosiddetto "gambo") e conduce il pellegrino con una prima tappa da Monza a Milano (con arrivo alla Basilica di S. Ambrogio, ove è custodito il corpo del Santo Patrono della città) e poi da Milano a Pavia (sino alla basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro, termine ultimo del Cammino, ove sono venerate le reliquie di Sant'Agostino). L'inaugurazione del Gambo del gambo milanese della Rosa è avvenuta nel pomeriggio di sabato 24 Aprile 2010: un giorno di sabato, come lo fu (vigilia di Pasqua) il 24 Aprile 387, data in cui Agostino fu battezzato dal Vescovo Ambrogio nel Battistero di San Giovanni (luogo tuttora esistente, da poco restaurato e in posizione ipogea sotto il Duomo milanese).
La tappa del Cammino di S. Agostino da Monza a Milano vuole dunque simbolicamente rappresentare la discesa ultima di Agostino dalla brianzola Rus Cassiciacum verso Milano - Mediolanum (allora capitale dell'Impero d'Occidente) per ricevervi il Sacramento del Battesimo: un tratto di percorso a piedi che è itinerario cardine e cruciale in questo pellegrinaggio, che primo in assoluto propone al pellegrino di transitare e fare tappa nella città di Milano. Nell'inaugurazione ufficiale diverse centinaia di pellegrini partecipanti hanno percorso i tre chilometri conclusivi di questa penultima tappa del Cammino, visitando significativi luoghi della Milano storica e imperiale: partendo dalla Basilica di San Marco, i pellegrini hanno raggiunto a piedi il Duomo di Milano, a visitare l'antico Battistero ottagonale di San Giovanni alle Fonti, ove 1623 anni fa un Agostino riconciliato alla fede Cristiana (dopo la conversione brianzola nel "verdeggiante paradiso" di Rus Cassiciacum, nella villa dell'amico Verecondo) ricevette il battesimo dal Vescovo Ambrogio.
Proseguendo lungo il percorso, i pellegrini hanno successivamente avuto l'opportunità di visitare le splendide chiese di San Satiro e di San Maurizio al Monastero, per concludere infine la camminata alla Basilica di Sant'Ambrogio, ove è stata timbrata dai pellegrini l'apposita Credenziale (il "passaporto" a disposizione di chi compie un cammino di pellegrinaggio, concepito per essere timbrato in tutte le tappe del Cammino di Sant'Agostino).
Il battistero ottagonale di S. Giovanni alle Fonti sotto il Duomo di Milano
Tutto ha davvero funzionato nel migliore dei modi, grazie in particolare al lavoro dei volontari del Touring Club Italiano e di numerosi soci Lions Club presenti alla manifestazione. È stato un pomeriggio originale e diverso, soprattutto per i tanti brianzoli che, discesi a Milano con la volontà di ampliare il loro Cammino in terra milanese, all'inizio percepiscono sempre con sentimento un po' reverenziale il fascino e la grandeur di questa città. Diciamocelo: il rapporto tra Brianza e Milano è sì fraterno e cordiale, ma a volte anche condito da una vena di bonaria conflittualità: il milanese - come ben si sa - tende a guardare noi brianzoli dall'alto verso il basso (o meglio, geograficamente, dal basso verso l'alto) forte della sua autorevole cittadinanza, come un parigino che si vuole collocare sempre al centro del proprio universo francese.
E del resto un ben noto proverbio invita noi brianzoli a non voltare ... le terga a Milano, se da questa non vogliamo rinunziare a ricevere il "pane". Milano città dispensatrice di benessere per tutta la Brianza dunque eppure, almeno nel caso del Cammino di S. Agostino, mi è parso di leggere negli occhi dei tanti milanesi che hanno partecipato all'inaugurazione una gioiosa gratitudine verso noi brianzoli, per aver dato loro qualcosa che a sinora a Milano mancava: un cammino di pellegrinaggio nella loro città, che mettesse sotto i riflettori il grande patrimonio di fede e di santità che a Milano si trova custodito. Il mio personale ricordo della giornata di sabato 24 aprile è innanzitutto la lunga coda che si era formata nel pomeriggio appena fuori dal Duomo di Milano, in attesa di entrare e discendere al famoso battistero ottagonale appena restaurato: un grande momento di scoperta-riscoperta di uno dei luoghi cardine della cristianità ambrosiana, se non di tutta la cultura occidentale. Ma c'è un'altra immagine che mi è rimasta impressa, quella dei tanti che mi si sono avvicinati rivelandomi che - pur essendo milanesi di residenza avendo sposato una (o un) milanese - non avevano mai dimenticato il loro "campanile" brianzolo: chi mi citava Airuno, chi Cantù, chi Giussano, chi Cesano Maderno, chi Merate: tante persone ancora orgogliose della loro Brianza, desiderose di raccontare a tutti i costi quei loro luoghi di nascita, che purtroppo non potevano rivedere ogni giorno essendo ormai milanesi d'adozione.
Una grande testimonianza di affetto questa, da una Milano che è città anche abitata da numerosi ex-brianzoli: ricordiamocelo, quando magari vogliamo rinfocolare piccole rivalità che proprio non hanno più ragione di essere. Ricordiamoci al riguardo (tra i tanti brianzoli andati a vivere stabilmente a Milano) almeno quello più illustre e famoso di tutti: il Cardinale Sua Eminenza Dionigi Tettamanzi, diventato "cardine" della Diocesi partendo proprio da un nostro brianzolissimo paese: Renate. Bella perciò questa "corrispondenza di amorosi sensi" tra la Brianza e Milano, affermata secoli fa da un Santo che si convertì in Brianza e diventò cristiano proprio a Milano, e richiamata oggi dal Cammino di Sant'Agostino.
Ma non per questo scordiamoci un'altra importante contiguità tra due grandi città longobarde: Monza e Pavia. Due città, due cittadinanze che hanno davvero molto da dirsi e da darsi vicendevolmente, grazie alla "comunanza" di quell'antico popolo che ha dato il nome alla nostra Regione: i Longobardi. E il fatto che il Cammino di S. Agostino abbia trovato il modo di avvicinare brianzoli e monzesi a Pavia spero davvero diventi foriero di nuove e fruttuose relazioni (culturali, ma non solo) tra questi due piccoli-grandi capoluoghi lombardi, ricchi di un immenso patrimonio di cultura e di testimonianza storica.
E se anche questo non è un miracolo di Agostino, il Santo della Grazia, davvero molto poco ci manca.