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Tito Livio: La popolazione dei Galli

Frammento di fibula proveniente dalla località Pieguzza a Cassago

Ffibula frammentaria (Pieguzza)

 

 

La popolazione dei Galli

 

 

I Galli, stando armati su carri da guerra e da trasporto, avanzarono con gran frastuono di cavalli e di ruote e spaventarono i cavalli dei Romani non abituati a quel tumulto: di qui lo scompiglio si trasmise anche ai reparti delle legioni, e molti antesignani furono travolti dall'impeto dei cavalli e dei carri spinti in mezzo alle loro file.

Tito Livio, Historiae, X, 28

 

 

Vuole la tradizione che il popolo dei Galli, attratto dalla dolcezza dei prodotti e soprattutto del vino, che a quel tempo costituiva per loro un nuovo piacere, abbia attraversato le Alpi e si sia impadronito delle terre precedentemente abitate dagli Etruschi e che il vino sia stato importato in Gallia, per allettare quel popolo, da uno di Chiusi, Arrunte, sdegnato per essergli stata sedotta la moglie dal lucumone, di cui era guardia del corpo, giovane assai potente e del quale non si sarebbe potuto vendicare senza procurarsi un aiuto esterno. Sarebbe stato costui, quando quel popolo attraversò le Alpi, a guidarlo e a istigarlo ad assalire Chiusi. Non oserei proprio negare che i Galli siano stati condotti a chiusi da Arrunte o da qualcun altro di Chiusi; ma è ben noto che coloro che assalirono Chiusi non furono i primi ad attraversare le Alpi. Senza dubbio i Galli passarono in Italia duecento anni prima che fosse assalita Chiusi e che fosse presa la città di Roma.

Tito Livio, Historiae, V, 33

 

 

A Belloveso gli dei indicarono una via ben più allettante: quella verso l'Italia. Quest'ultimo portò con sé il soprappiù di quei popoli, Biturigi, Arverni, Senoni, Edui, Ambarri, Carnuti, Aulerci. Partito con grandi forze di fanteria e di cavalleria, giunse nel territorio dei Tricastini. Di là s'ergeva l'ostacolo delle Alpi ... Ivi mentre i Galli si trovavano accerchiati dall'altezza dei monti e si guardavano intorno chiedendosi per quale via potessero mai, attraverso quei gioghi che toccavano il cielo, passare in un altro mondo ... Essi poi, attraverso i monti Taurini e la valle della Dora, varcarono le Alpi, e, sconfitti in battaglia gli Etruschi non lungi dal Ticino, avendo sentito dire che quello in cui si erano fermati si chiamava territorio degli Insubri, lo stesso nome che aveva un cantone degli Edui, accogliendo l'augurio del luogo, vi fondarono una città che chiamarono Mediolanum.

Tito Livio, Historiae, V, 34