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1809: Altare maggiore

L'altare maggiore della chiesa parrocchiale

 

L'altare maggiore della chiesa parrocchiale

 

 

17 maggio 1809

Altare maggiore della chiesa parrocchiale

 

Archivio parrocchiale di Cassago, cartella n. 1

 

 

 

Signor Peregalli Distintissimo Cugino

Appena intesi da mio fratello ciò che Ella bramava immantinente mi diedi la premura di renderlo prontamente servito. Ho pertanto osservato i tre Disegni speditemi su cui feci (debolmente come sono) i miei riflessivi giudizi, le mie scrupolose osservazioni e da ben basate ragioni rilevai esser i medesimi totalmente lontani dalle leggi del bello, e quindi potrebbe colla stessa o fors'anche minor spesa fare un’opera più bella e magnifica degna della vista da intelligenti uomini. Se di quanto ora gli propongo se, e vuole approfittare non ha che a scrivermi i suoi comandi ch'io per mezzo d'un mio amico giovane dal architetto Reale glie ne farò fare un'idea e ce lo spedirò colla sua inerente spesa e costo.

Quando però bramasse eseguire uno dei presentatimi disegni io farei la scielta di quello marcato come in disegno N. 1 cioè quello che ha le colonne di verde di Verallo, quello si può fare colla somma di L. 2950 milanesi escluso la condotta. L'avverto però che nel mio bilancio non ho considerato quell'inutile attico o piedestalino di fuga (il quale è tra la tazza ed il cornicione) marcato colla lettera A ed allora la tazza farassi pesare su quel piccolo zoccoletto di verde di Varallo, che sarà dall'altezza doppio di quello che trovasi disegnato e così si leverà al medesimo tempietto quella forma tisica ed apparenza d'insolidità.

Così pure ho levato anche l'altro piedestallacio con anche quei ornati e fastoni seguitanti la curvatura della tazza come è marcato in disegno colla lettera B perché con un semplice dado a poco tatto basta per far posto di collocarvi una proporzionata statua.

Vi sarebbero altre piccole cosette da levare ma le tralascio per non essere supposto seccante o criticoso. Ora vengo alla distribuzione e qualità dei marmi che sono pianoro della terra di maccia vecchia di Arzo

Sopra zoccoletto di Barambana

Basa di maiolica di Saltri

Piedestalo di cordiglio di Torino con sfondati di diaspro di Cicilia con all'ingiro la goletta di giallo di Verona

Cimasa di maiolica come la basa

Zoccolo sopra la mensa di Seravezza

Gradini dei candelieri di Bardiglio, Seravezza e Maiolica verde di Verallo.

Ciborio ossia tabernacolo di brocadello di Spagna e bianco statuario di Carrara e base capitelli e stipide adorati esclusavi il verde

Zoccolo del tempietto di Seravezza

Colonne di verde di Verallo, base e capitelli adorati

Architrave di Maiolica, fregio di verde di Verallo

Cornicione con dentelli di maiolica

Zoccolo della tazza di verde di Verallo

Tazza ossia cupoletta di maiolica, verde e Seravezza e giallo esclusovi in questa il bandiglio.

Dalla Mensa non ne parlo persuaso che si farà ... e di cotto, onde pararla.

Se in questa occasione non ho intieramente soddisfatto i suoi geni, mi onori d'altre sue commissioni che del canto mio procurerò soddisfarlo.

Frattanto con la più alta stima e distinta amicizia mi protesto

Milano il 17 Maggio 1809.

 

Francesco Monzini aprovo la sudetta perizia

Giorgio Olgiati aprovo la sudeta

Giuseppe Antonio Riboldi Tesoriere

Giuseppe Ponti testimonio

Luigi Viganò testimonio

 

L'afetuosissimo suo Servidore e Cugino

Nicola Pirovano