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1833: Pittura Chiesa

Un momento di preghiera in Chiesa

Un momento di preghiera in Chiesa

 

 

11 aprile 1833

Supplica del parroco Michele Castelli al Duca Carlo per la pittura della Chiesa

 

 

Archivio Parrocchiale di Cassago Brianza

 

 

 

Il parroco nel 1833, visto che la pittura della chiesa non andava avanti, ritorna alla carica con il duca e gli ricorda gli impegni che si era assunto a questo proposito due anni prima. Don Michele prende di nuovo carta e penna e stende una accorata lettera in cui con dignitosa fermezza richiama il duca alle sue promesse, soprattutto perché la popolazione, che assomma ormai a 900 persone e che ha già contribuito, vuole vedere realizzate le pitture.

 

 

"Allorché l'eccellenza vostra si è manifestata propensa per l'abbellimento ed Ornamento di questa chiesa già due anni fa e replicata in Luglio prossimo passato, quando io ebbi l'onore d'essere ammesso all'udienza di V. E. , non si dovrebbe più importunarla e si dovrebbe vivere quieti e tranquilli; ma non essendo per anco eseguite queste opere ed essendovi un Decreto arcivescovile del 24 febraro 1831 colla grazia di Lire 200, che obbliga un popolo, che ansioso brama, gli offerenti delle Lire 406 che mi molestano coi rimproveri e col rispettare l'offerta già fatta, mi trovo veramente sforzato supplicarla se mai in quest'anno si potranno vedere eseguite.

Non creda, eccellenza, che questo provenga o da una mia mancanza di rispetto o da una mia diffidenza, ma solo dai suiindicati motivi e perché elle non ne farà una colpa. Le ripeto come le scrissi altre volte che noi vogliamo essere guidati senza riserva dalla volontà di V. E. ed affinché l'opera sia in tutto e per tutto conforme del di lei genio e comparimenti sarebbe bene che ella mandasse qualcheduno per rilevare come e quali cose debbiansi fare.

Permetta che le scriva ancora il parere di alcuni, i quali dissero che le Lesene fatte a umido, a scagliola saranno soggetto a soffrire e sarebbe meglio una Tappezzeria, la quale adornerebbe nobilmente la chiesa nei giorni di solennità nei quali è prescritto tutto l'addobbamento possibile. Il pensiero è giusto, ma se si dovesse dar ascolto al popolo non si finirebbe mai alcuna cosa, perché alcuni desiderano l'organo, altri tappezzeria, questi pitture e ornati, quelli paramenti, le quali cose non si possono fare tutte ad un tratto per mancanza di mezzi.

Ma questa disparità di pensamenti subito sarà tolta quando il popolo vedrà che il tutto viene ordinato da V. E. perché tutto il popolo ha posto in Lei la sua confidenza ed a Lei il proprio volere ha rassegnato.

Nella dolce lusinga d'avermi per scusato e di vedermi sotto la di lei protezione, coi sensi più espressivi della mia verace riconoscenza, ossequiosa stima, profonda considerazione, venerazione mi glorio di protestarmi sempre di V. E. 11 aprile 1833."