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1880: Ferrovia

Lavori lungo il tratto della costruenda ferrovia Monza-Molteno

Lavori lungo il tratto della costruenda ferrovia Monza-Molteno

 

 

18 aprile 1880

Progetto di una nuova ferrovia in Brianza

da CASSAGO BRIANZA storia e tradizione di Mons. Carlo Marcora, 1982 pp. 227-237

 

 

 

Onorevole Deputazione onorevole consiglio provincia di Como

I sottoscritti Sindaci o Assessori di 56 Comuni rappresentanti la Brianza Centrale ed Orientale, riunitisi in questo giorno a Missaglia, fedeli interpreti del voto unanime delle popolazioni nel nome e nell'interesse dei loro rappresentanti, in occasione che sta per discutersi il tracciato Como-Lecco da presentarsi al Governo, rassegnano a codesta degna Rappresentanza Provinciale quale tutrice dei diritti e degli interessi di tutta la Provincia e quindi solidalmente delle varie parti che la compongono, le seguenti considerazioni e proposte. Purtroppo una dolorosa e longanime esperienza del passato mette le popolazioni in istato d'apprensione tutte le volte che si presenta fra noi una questione ferroviaria.

Nel periodo di 20 anni, a datare del glorioso nostro risorgimento politico, nel mentre tutta l'Italia coprivasi di una rete di ferro, non escluse le isole, questa decantata regione della Brianza, densa di popolazione più d'ogni altra della penisola, sparsa di opifici e di ville, soggiorno ambito della possidenza lombarda, rimaneva dal Governo trascurata affatto, come se non esistesse sulla carta topografica del regno o fosse una landa deserta ed incolta. La sola ferrovia cui il governo largiva un calcolato e limitato sussidio, la ferrovia Monza-Calolzio-Lecco eludeva tutte le speranze della maggioranza delle popolazioni, per le quali quella linea avrebbe potuto trascorrere pur mantenendo il proprio obiettivo e dando al quesito ferroviario Brianteo un assetto normale ed equilibrato.

E valga il vero - se quella linea, concepita da speculatori privati, trascinata in lungo per anni ed anni in una gestazione faticosa e sempre incerta, tenendo sospesi gli animi e paralizzando l'azione anche di chi avrebbe voluto e potuto far meglio - se quella linea in luogo di adottare un tracciato che segue l'andamento della provinciale e lambe i confini meridionali della Brianza, giunta per lo meno alla stazione di Cernusco-Merate fosse deviata per la Valle di Rovagnate sboccando nel piano di Oggiono e raggiungendo Lecco egualmente per la Valmadrera avrebbe allungato, è vero, di qualche chilometro la sua percorrenza, ma evitando anche una pericolosa pendenza e una galleria avrebbe da anni già risolto il quesito ferroviario brianteo in modo, se non perfetto almeno più razionale. Imperocché adottato quell'andamento, la comunicazione fra Como e Lecco era da se stessa risolta in modo soddisfacente per la maggioranza degli interessi con un tronco di allacciamento ad Oggiono (abitanti 5050) e non presenterebbe, come ora accade un complicato contrasto per la soluzione.

E un tale andamento oltre al soddisfare all'interesse del maggior numero di popolazione (scopo appunto di una ferrovia locale) avrebbe giovato anche meglio alla convenienza economica della società concessionaria: in quantochè non occorre gran lume di intelletto per comprendere che una ferrovia più rende quanto maggior numero di passeggeri e maggior quantità di merci trasporta, e tanto meno rende se passa in mezzo a località sprovviste di popolazione.

Ora se dopo la stazione di Cernusco-Merate la ferrovia Monza-Lecco fosse deviata per la valle di Rovagnate in luogo di servire soltanto Olgiate Molgora e sue frazioni (abitanti 1125) avrebbe servito direttamente e indirettamente i seguenti Comuni: Rovagnate (abitanti 890), Mondonico (abitanti 985), S. Maria Hoè (ab. 855), Perego (abitanti 845), Cologna (abitanti 542) , Brianzola (abitanti 669), Nava (abitanti 637), Ravellino (abitanti 490), Dolzago (abitanti 856), Sirone (abitante 1250), Garbagnate Monastero (abitanti 1188), Molteno (abitanti 1870), Oggiono (abitanti 5050), Imberido (abitanti 610), Sala al Barro (abitanti 455), Ello (abitanti 758), Galbiate (abitanti 1989), Villa Vergano (abitanti 749), Bartesate (abitanti 277), Annone (abitanti 1265) , Consonno (abitanti 207) , Civate (abitanti 1759) , Valmadrera (abitanti 5947) e Malgrate (abitanti 842) in tutto complessivamente abitanti 27 .064. Difficile sarebbe fare un calcolo delle merci in carbone, pietre, legnami, granaglie, sete ed in altri generi di produzione e di consumo che questa così naturale e importante deviazione avrebbe dato al movimento del traffico della Monza-Calolzio-Lecco; ma quando si rifletta solo che nel tratto sopra descritto da Cernusco-Merate a Malgrate esistono tra filande, filatoi e incannatorii non meno di 50 stabilimenti, parecchi dei quali di primo ordine, e che fra la detta stazione di Cernusco-Merate e Calolzio non ne esiste uno solo, non si ha gran fatica a fare i calcoli di convenienza tanto per le popolazioni che per gli esercenti la ferrovia.

E notisi che la città di Lecco, che tanto patrocinò quella linea dando un forte sussidio, ne trasse, poco beneficio od almeno impari a quanto se ne riprometteva; giovò la linea così tracciata a qualche casa provveditrice del lago, che trae all'ingrosso le merci da Milano e Genova, ma il piccolo commercio, gli esercenti ne avvantaggiarono ben poco, che a questi giovato avrebbe assai più la aver facile le comunicazioni coi Comuni della Brianza. Questo fatale precedente in materia ferroviaria giustifica dunque pienamente le apprensioni di cui sono agitate le popolazioni, ora che una nuova questione ferroviaria viene a sollevarsi per la costruzione al Nord di un'altra linea principale, quella destinata a congiungere Como-Lecco.

Egli è ben vero che le condizioni sono affatto mutate e che i termini del quesito tanto giuridicamente che finanziariamente si rappresentano in un ordine di cose affatto diverso da quello che accompagnarono la costruzione della linea Monza-Lecco. È questa la prima volta finalmente che il Governo Nazionale viene con una legge a favorire la nostra derelitta regione e a farci accorti che noi pure facciamo parte della famiglia italiana; è anche la prima volta che la voce autorevole dei nostri rappresentanti politici si è udita alla Camera per richiamare su di noi l'attenzione del Governo, che ci aveva ancora dimenticati e la linea Como-Lecco è la sola nella Provincia di Como che dalla Legge 29 luglio 1879 vien contemplata in 3° categoria da costruirsi in compartecipazione per 4/5 dallo stato, e per l'altro 1/5 dalla Provincia. Dalla sollecitudine però della Provincia a fare le sue proposte dipende la contemplazione del Governo in favore di una linea e l'assegnamento della prima rata, che costituisce un sodo precedente agli impegni futuri, a pregiudizio delle Province ritardatarie.

E che il Governo siasi tenuto rigorosamente all'adempimento dei suoi impegni ne fa fede la distribuzione recentemente fatta degli assegni in favore delle linee che si sono poste in regola colla legge, verificandosi il caso veramente strano, che questi assegni non potettero completamente venire esauriti per mancanza di proposte da parte delle Province, e per varii assegni ebbero la precedenza linee poste in categorie inferiori per essersi prima delle superiori fatte innanzi coi loro progetti ultimati, oltre di che in causa della provvisorietà dei bilanci residuano ancora altre somme da assegnarsi e che non trovarono posto a collocarsi per mancanza di proposte da parte delle Province. Purtroppo, e contro la volontà del Consiglio, fra questi ritardatarii è la Provincia di Como. Non è un lagno che i sottoscritti intendono sollevare verso chi li rappresenta, ma è solo la constatazione di un fatto; è noto d'altronde che fin dal 18 settembre dello scorso anno il Consiglio Provinciale, ad unanimità di voti approvava l'ordine del giorno del consigliere Gadda; col quale veniva dato incarico alla Deputazione di compiere con tutta sollecitudine il progetto per la ferrovia Como-Lecco da presentarsi immediatamente al Consiglio Provinciale straordinariamente convocato; ed è noto del pari che in seguito al detto voto, così accentuato, la Deputazione aveva dato l'incarico a un Ingegnere della Provincia di intraprendere i rilievi della linea Como-Lecco.

Ma fatalmente l'eccessivo gelo, così precoce, dello scorso inverno impediva al sullodato Ingegnere di attenderVi con quella premura che sarebbe stata desiderabile in questo caso per ottemperare al voto del Consiglio. Questo incidente del gelo è veramente a deplorarsi, imperocché il ritardo degli studi per parte della provincia, fu di sprone all'attività dell'industria privata che pensò di precedere la Provincia, e non solo una, ma due coppie d'Ingegneri, non curanti del gelo, e appoggiati da comitati intrapresero i detti studii in modo che avendo messo mano da poco ai medesimi anche l'Ingegnere della Provincia, tre progetti e tre piani finanziarii si avranno a discutere in concorrenza fra di loro; combinazione questa disgraziatissima e la più acconcia per complicare un quesito e per ritardarne la soluzione, perché ognuno dei tre progetti, se differenziano fra di loro, avrà i suoi aderenti e partigiani, mentre se un solo progetto avesse preceduto quello della Provincia, come saggiamente il Consiglio aveva stabilito, su di un solo tracciato sarebbesi concentrata la discussione con minori attriti e con più facile esito. Generata per altro la concorrenza, è pur giuoco forza ora accettarne le conseguenze e passare a dei confronti su quei dati sommarii che si possono avere, colla poco confortevole prospettiva di ferire quegli interessi locali divergenti che su ciascuno dei tre progetti avranno naturalmente basate delle speranze più o meno fondate. Che a guisa dell'andamento prevalso per la Monza-Lecco anche quello della costruenda linea Lecco, Como abbia a seguire in tutta la sua lunghezza la strada provinciale nordica della Brianza, e con piano preferito dalla stessa Autorità Provinciale, fra tutte le voci corse e spesso divulgate per manovre di partigiani, è quella cui i sottoscritti meno danno valore ed importanza, troppa fiducia avendo nell'assennatezza del Consiglio per dubitare, che se anche proposto. questo partito, non abbia ad essere dopo ponderata discussione dal Consiglio rigettato. Ed infatti già risulta come sintomo rassicurante che nella seduta del Consiglio del 17 marzo mentre si riconfermava all'Ingegnere Pensa l'incarico di proseguire gli studi complessivi della linea Lecco-Como, gli si limitava pel momento il compito alla sezione da Ponte Nuovo a Como, osservandosi che per la sezione inferiore da Ponte Nuovo a Lecco, già eransi ultimati gli studii da due Ingegneri privati, appoggiati da un comitato, studii che, per informazioni nostre, possiamo aggiungere hanno il merito di combinarsi, in quanto all'andamento generale sebbene con pendenze diverse e colla sola essenziale differenza che l'uno, quello delli Ingegneri Bigatti e Bertoglio passa l'Adda e si allaccia alla stazione Lecco-Bergamo conservando alla linea Lecco-Como il carattere o l'importanza che deve avere come linea classificata in 5°categoria, mentre l'altro, quello dell'ingegneri Gavazzi e Arpesani si arresta al di qua dell'Adda, a meno che nel frattempo non abbiano i suddetti Ingegneri colmata questa lacuna.

Entrambi però questi due progetti per la sezione da Ponte Nuovo a Lecco si tengono al di sotto del lago di Pusiano, passano sopra di un istmo che par fatto di proposito dalla mano della natura per transitare i due laghi di Annone e di Oggiono e imboccano la Valmadrera, punto obbligato per raggiungere Lecco. Con tale andamento hanno avuto di mira entrambi i due progetti di toccare i punti più importanti e più popolati della Brianza Orientale, e infatti i loro tracciati interessano e servono direttamente o a poca distanza Erba (abitanti 1724), Incino (abitanti 1071), Casletto (abitanti 509), Rogeno (abitanti 989), Bosisio (abitanti 2091), Molteno (abitanti 1870), Sirone (abitanti 1250), Garbagnate Monastero (abitanti 1184), Barzago (abitanti 1608), Dolzago (abitanti 336), Oggiono (abitanti 5050), Ello (abitanti 758), Annone (abitanti 1265), Civate (abitanti 1759), Sala (abitanti 455), Galbiate (abitanti 1989), Imberido (abitanti 610) una buona parte insomma di quei paesi così poco accortamente trascurati dalla linea Monza-Lecco. Se in luogo di tutte queste località che sommano a una popolazione complessiva di abitanti 22.976 e comprendono non meno di 30 stabilimenti serici, il tracciato seguisse invece l'andamento della provinciale sopra i laghi di Pusiano e di Annone non potrebbe avere che una stazione a Pusiano (abitanti 694) e non gioverebbe che al Comune di Suello (abitanti 744) in tutto abitanti 1732, non interessando che un solo stabilimento serico, quello di Pusiano e attraversando del resto lungo i monti quasi nudi di vegetazione un tratto di terreno che ferroviariamente farebbe quasi degno riscontro a quanto da Olgiate Molgora a Calolzio sulle linee Monza-Lecco; notando che il punto più popolato quello di Civate sarebbe egualmente servito col tracciato inferiore. Sulla sezione orientale quindi della linea Lecco-Como si può dire superflua e senza titolo ogni discussione, essendo (per buona fortuna) dalla natura delle cose e dalla ragione degli interessi troppo ben indicato il suo andamento. Elementi di conflitto e di contestazione non avrebbero quindi qualche motivo a sussistere che per la parte di tracciato superiore, ossia da Ponte Nuovo a Camerlata. In questo tratto la natura del terreno e la densità della popolazione al di sopra del lago di Alserio, potrebbero dar luogo a qualche fondato titolo di discussione in favore dell'andamento superiore.

In questa sezione infatti, non tenuto calcolo in questo ragionamento di Erba e della Valassina già abbastanza convenientemente servite dalla stazione di Ponte Nuovo, al di qua d'Erba, verso Como, incontransi parecchi Comuni di qualche importanza, che raffrontati con altrettanti che stanno al disotto del lago d'Alserio facendo seguire al tracciato da Ponte a Camerlata un andamento meno vizioso e più prossimo alla Brianza centrale potrebbero competere per entità di popolazione o per amenità di luoghi o per ragioni di commercio e d'industria a parità forse di proporzioni per invocare la preferenza. Ai dati per altro di sola popolazione i comuni al disotto veramente prevarrebbero per un centinaio in più d'abitanti sopra quelli posti superiormente al lago d'Alserio. Inquantoché sommati gli abitanti dei Comuni di Tavernerio (abitanti 903), Cassano (abitanti 459), Albese (abitanti 1492), Villa Albese (abitanti 1850), Buccinigo (abitanti 652), Parravicino (abitanti 564), Carcano (abitanti 517) darebbero un complesso di abitanti 6547, mentre sommata la popolazione dei Comuni sottostanti e cioè Alserio (abitanti 975), Anzano (a6itanti 4400), Alzate (abitanti 1660), Fabbrica (abitanti 699), Monguzzo (abitanti 950), Merone (abitanti 564) si ha un complesso di abitanti 6488.

A parte dunque le difficoltà tecniche e di costo, delle quali non può essere giudice che l'autorità provinciale, se la questione si dovesse dibattere sul solo terreno dello spessore delle popolazioni e della massa degli interessi locali, la differenza sarebbe quasi equilibrata con qualche piccolo vantaggio in quanto alla popolazione pel gruppo dei Comuni sottostanti al lago d'Alserio.

Una variante recentemente introdotta nel progetto degli Ingegneri Bigatti e Bertoglio, di cui si unisce un piccolo tipo, il solo dei tre che segua l'andamento uniforme al disotto dei laghi per tutta la linea, concilierebbe anche questo antagonismo locale modificando il tratto da Alzate ad Albate e avvicinandosi con una curva a Cassano, Tavernerio e Albese, nella stessa guisa che con altra curva a destra si sposta da Merone a Ponte Nuovo l’intersecazione colla Milano-Erba nella vista di servir meglio Erba e la Valassina. Notisi però sempre che tutte queste concessioni che i progettati si studiano di fare, con lodevole proposito, agli interessi locali, non fanno mutare le rette in curve, che aumentare il costo della linea.

Ma la questione non sta qui, né si tratta in questo caso di piccoli interessi locali, bensì degli interessi generali di tutta quanta la Brianza centrale, che da un tracciato il quale si tenesse lungo i monti sarebbe irreparabilmente segregata dalla capitale della provincia.

Questo stato disagiato di cose è sempre la conseguenza logica dell'eccentrica linea Monza-Lecco, la quale non ad altro preoccupata che di riunire più rapidamente Lecco a Milano, mentre vi era già unita per Bergamo, non si diede pensiero, a pregiudizio anche del proprio interesse, della densa popolazione della Brianza centrale; onde a salvarsi da un completo isolamento dovette un gruppo di Comuni, fra i più sacrificati riunirsi in uno sforzo parziale e a tutte sue spese costruire il Tramvay Monza-Monticello-Barzanò tracciando in economica misura quella linea che staccandosi da Seregno avrebbe dovuto essere la principale arteria ferroviaria della Brianza e che sola avrebbe avuto il diritto di chiamarsi Briantea.

Ma il Tramvay Monza-Barzanò non avrebbe condizioni normali e perenni d'esistenza se dovesse definitivamente arrestarsi al punto dove ora è giunto provvisoriamente e se non cercasse uno sbocco una concatenazione col resto del sistema ferroviario della Provincia allacciandosi coll'arteria settentrionale Como-Lecco, onde mettersi in facile comunicazione tanto con Lecco quanto colla capitale della Provincia sede della Prefettura, della Deputazione Provinciale, dell'Intendenza, della Banca, degli Istituti Ospitalieri, di parecchie Amministrazioni pubbliche e private colle quali sono molteplici i rapporti degli abitanti di tutte le parti della provincia.

Non è dunque tanto dei Comuni Limitrofi o poco distanti da Como e già serviti da una bellissima strada provinciale che deve preoccuparsi l'autorità dirigente, ma bensì dei Comuni i più lontani, nello scopo di avvicinarli essi pure alla capitale della provincia.

Ecco il principio dominante che esclusa ogni piccola gara di campanile, ma basato al contrario sul diritto della parità di trattamento e sull’uguaglianza degli oneri e dei beneficii viene invocato dai sottoscritti a tarda riparazione del completo abbandono in cui fu mai sempre lasciata la Brianza centrale, mentre fin dalle origini del Regno avrebbe dovuto per le sue eccezionali condizioni di territorio, di popolazione e di sviluppo sociale essere già solcata da due arterie ferroviarie in senso longitudinale e traversale e non già da due parallele percorrenti i confini e lascianti sprovviste di comunicazione ferroviaria la maggior parte del territorio intermedio dal Lambro all'Adda.

Che se la Monza-Calolzio-Lecco può ancora in qualche guisa giustificare l'andamento suo colla ragione d'essersi tenuta al piano per fini d'economia e per gli stessi fini d'essersi giovata del tratto già esistente Calolzio-Lecco, queste attenuanti non varrebbero per ripetere lo stesso errore colla Lecco-Como; che anzi per questa si dovrebbe investire la tesi e sostenere che si cerchi l'economia le asperità dei monti; e tanto meno resisterebbe questa tesi assurda alle note intenzioni della Deputazione Provinciale che con rigorismo anche soverchio vorrebbe che la pendenza da usarsi per la linea Lecco-Como non eccedesse il 12 per mille (allegato 21 degli atti del Consiglio Provinciale) mentre è dal Governo tollerato il 14 ed anche il 15.

Ma queste pendenze, tanto più se del 12 per mille, non si potrebbero avere che stando il più possibile discosti dai monti. Ed osiamo di più asserire che se l'amministrazione della Brianza si capacitasse che gli interessi suoi non possono separarsi da quelli delle popolazioni e che anzi è da queste che essa può trarre ancora gli elementi d'un esercizio fruttifero, avrebbe modo ancora e precisamente ora di riformare il suo tracciato, facendo voti perché la Lecco-Como si avvicinasse ad esso il più possibile per allacciarvisi nel punto di Oggiono con un tronco parziale da Cernusco o da Olgiate e sopprimendo addirittura il tratto da Olgiate a Calolzio che giova a nessuno, che non le rende un millesimo e che le costa in combustibile quanto tutto il resto della linea; il ponte di ferro sull'Adda potrebbe servire per quello da gettarsi in faccia a Lecco e così le due linee Lecco-Como e Monza-Lecco in luogo di farsi concorrenza si gioverebbero a vicenda.

Fissato su queste basi semplici, positive e veridiche il titolo che diede origine e dà ragione del presente atto, si permettono i sottoscritti di chiamare l'attenzione dell'autorità Provinciale anche sulla parte pratica ed esecutiva della questione.

Mai sarebbe stato detto a miglior proposito che il tempo è danaro, imperocché per una circostanza eccezionale non essendo chiuso ancora il bilancio di definitiva previsione dello Stato qualche tempo avanza, come lo ebbe a dichiarare lo stesso Ministro alla Camera, per entrare nel primo elenco delle ferrovie da contemplarsi per un assegno pel venturo anno, essendovi, sui 60 milioni disponibili, ancora dei fondi da assegnarsi a quelle Province che presentassero regolari proposte.

La condizione giuridica fatta dalla Legge alla Lecco-Como è così precisa che sarebbe veramente a deplorarsi che per un prolungamento di discussione, contrariamente anche alla ferma volontà precedentemente espressa dal Consiglio, si avesse a perderla o a comprometterla. E sarebbe compromessa del certo se non si avesse a entrare subito quest'anno nell'elenco delle ferrovie a costruirsi, prendendo in un modo o nell'altro posizione presso il Governo. Parecchie sono le combinazioni che si presentano e ognuno dei tre progetti noti ne avrebbe una particolare propria. Quello della Provincia non può scompagnarsi dalle norme stabilite dalla Legge, salvo il ridurre la cifra sua di compartecipazione, mediante opportune economie nella spesa di costruzione: resta però sempre a risolversi l'incognita del tempo che mediante la combinazione governativa s'impiegherà a costruire la linea. Se il capitale fornito dal Governo sebbene in misura generosa non si dovesse dare che in 20 rate eguali, prolungherà la Como-Lecco la sua costruzione per 20 anni? Una ferrovia fatta a piccoli sarebbe un esempio nuovo nella storia delle strade ferrate.

Gli altri due progetti privati propongono entrambi combinazioni diverse, ma combinano però in uno scopo, quello di fare la linea tutta intera d'un tratto e nel periodo non minore di due anni: l'uno quello dell'Ingegnere Bigatti e Bertoglio, il cui preventivo darebbe un milione e seicento mila lire di risparmio sul preventivo del Governo, si appoggia all'arti. 17 della Legge e propone due operazioni finanziarie, offerte da una società di capitalisti esteri, colla prima si anticiperebbe in due anni tutto il capitale scontando le rate dal Governo, e si fornirebbe anche il capitale dovuto dalla Provincia che sarebbe assunto dagli stessi concessionari disinteressando la medesima, restano a sapersi le condizioni che farà il Governo se accetta in massima il partito e se le condizioni da lui offerte potranno soddisfare i concessionari.

La seconda combinazione proposta da un altro nucleo di capitalisti consiste nell'anticipazione come sopra di tutto il capitale, ma colla garanzia d'un interesse pari a quello che ora frutta la rendita italiana, tanto da parte del Governo che della Provincia.

La combinazione finanziaria proposta invece dal Comitato che appoggia il progetto Gavazzi, Arpesani, non tiene conto delle offerte fatte dalla legge e si modella (come se la ferrovia Como-Lecco non fosse contemplata in 5° categoria con sussidio già determinato) sopra le combinazioni adoperate per la Monza-Calolzio, la Milano-Erba e le altre linee costruite e costruende dal sig. Vancamps, cercando sussidii a fondo perduto al Governo, Provincia e Comuni in quelle proporzioni che valgano ad assicurare al concessionario l'interesse normale sopra il capitale impiegato. Non conosciamo il preventivo dei Signori Ingegneri Cavazzi e Arpesani ma lo giudichiamo assai al disotto degli altri, visto che su alcuni tratti si serve della strada provinciale per la posizione del binario, e tanto più al disotto se risparmia la costruzione del ponte sull'Adda e l'allacciamento colla Lecco-Bergamo. Qualunque possa essere la combinazione preferita, dovendo ciascuna essere preceduta dalla deliberazione del Consiglio Provinciale e instradata presso il Governo dalla Deputazione, i sottoscritti si permettono esprimere il voto che una volta fissato il progetto tecnico, abbiansi prima ad esperire presso il Governo quelle combinazioni finanziarie che tornerebbero di maggior benefizio alle popolazioni, esonerandole in tutto od in parte dall'onere della costruzione.

Questo tentativo (dacché la legge in termini non ben definiti, offre all'industria privata la costruzione anche di talune linee per le quali il Governo è impegnato) sembra ai sottoscritti che sia prezzo dell'opera l'esaurirlo, tanto più in questi tempi di calamità rurali e coll'elevatezza cui giunge già l'aliquota del contributo provinciale e che sarà di nuovo elevata in causa dei vistosi sussidii a fondo perduto accordati dalla Provincia alle ferrovie varesine. Che se gli accordi fra Governo e concessionarii fallissero, nel mentre non mai perente si farebbe il diritto che alla costruzione della linea in compartecipazione col Governo ha la Provincia, farebbero ancora voti i sottoscritti perché si avesse a far lieto accoglimento anche ad altre proposte sulle basi di sussidii a fondo perduto. Ma in questo caso a subordinato parere dei sottoscritti sembra non dovrebbesi trattare la sovvenzione della Lecco-Como colle norme usuali adottate per altre ferrovie, o non contemplate dalla legge e non aventi categoria, tanto meno non aventi impegno per parte dello Stato di essere costruite a carico quasi totale suo e in condizione insomma affatto diversa e inferiore a quella che ha la Como-Lecco. Che se rinunziar debbesi per affrettarne la costruzione a vantaggio non solo della Provincia ma anche dello Stato, alla posizione giuridica ed economica fattale dalla legge, questa rinunzia dovrebbe mitigarsi venendo a transazione col Governo per un sussidio a fondo perduto che fosse proporzionato alla rinunzia che la Provincia fa del maggior contributo dalla legge assegnatole. E in quanto alla quota di partecipazione della Provincia e dei Comuni, essendone regolata la distribuzione dell'art. 7 della legge, fanno parimenti voti i sottoscritti, ed in ispecie i Sindaci che rappresentano i Comuni direttamente interessati lungo la costruenda ferrovia COMO-LECCO, perché non voglia l'Autorità Provinciale dipartirsi da quelle norme, e che abbia essa a fare il riparto delle rispettive quote di concorso, esonerati restando i Comuni contemplati da altro speciale contributo.

Esauriti a tal guisa i principali e più salienti quesiti che presentavano tema a contradditorio, si lusingano i sottoscritti d'aver compiuta opera degna di liberi cittadini e di zelanti tutori dei loro Comuni coll'aver fatto palesi alla Rappresentanza Provinciale i voti e i desideri legittimi delle loro popolazioni, e non solo per quella parte di Provincia che dalla linea Como-Lecco risentirebbe diretto beneficio, ma benanco per tutta quella parte di territorio che dalla costruenda ferrovia sarebbe invece irreparabilmente pregiudicata se l'andamento suo dovesse percorrere in tutta la sua estensione la provinciale da Como a Lecco in luogo di tenersi al disotto dei laghi per facilitare la comunicazione dei più lontani Comuni col capoluogo della Provincia.

La fiducia illimitata ch'essi ripongono nel senno, nell'esperienza e nell'imparzialità del Consiglio Provinciale li conforta che i loro voti modesti saranno presi in considerazione ed esauditi.

Dall'Ufficio Mandamentale di Missaglia, 18 Aprile 1880

 

Gaffuri Paolo - Sindaco di Alzate

Botta Rag. Gaetano - Ass. di Casatenuovo

Carcano March. Alessandro - Sindaco di Anzano

Butti Francesco - Sindaco di Barzago

Savini Giovanni - Sindaco di Cassago

Chiesa Pietro - fl. di Sindaco di Barzanò

Malacrida Luigi - Assessore di Bulciago

Valcamonica Francesco - Sindaco di Missaglia

Gioletta Paolo - Sindaco di Dolzago

Bosisio Luigi - Assessore di Molteno

Butti Agostino - Assessore di Garbagnate Monastero

Cressini Avv. Daniele - Sindaco di Monticello

Ghislanzoni Giacomo - Sindaco di Sirone

Frigerio Zefferino - Sindaco di Oriano Brianza

Cazzaniga Luigi - Assessore di Sirtori

Beretta Avv. Demetrio - Sindaco di Montevecchia

Ripamonti Carlo - Sindaco di Casirago

Sala Angelo - Assessore di Contra

Usuelli Agr. Paolo - Sindaco di Cernusco Lombardone

Gennaro Federico - Sindaco di Osnago

De Vecchi Massimo - Sindaco di Ello

Ferrario Gaetano - Assessore di Lomaniga

Giani Dott. Francesco - Sindaco di Annone

Repossi Francesco - Assessore di Casletto

erosa Gaetano - Assessore di Rogeno

Tocchetti Giuseppe - Sindaco di Sala al Barro

Ratti Angolo - Assessore di Lambrugo

Corti Beniamino - Assess. di Fabbrica Durini

Spreafico Cesare - Sindaco di Bartesate

Sala Giovanni - Assessore di Lurago d’Erba

Aldeghi Giuseppe - Sindaco di Galbiate

Canali Felice - Sindaco di Colciago

Strazza Eliseo - Assessore di Inverigo

Rossi Ing. Luigi - Sindaco di Imberido

Magni Ing. Giovanni - Consigl. di Costa Masnaga

Donegana Lorenzo - Sindaco di Oggiono.