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Percorso : HOME > Cassago > Archivio Storico > Quattrocento > 14501450: Francesco sforza a Cassago
Il frontespizio del libro a cura di Giovanni Soranzo
1450
Francesco Sforza concede a Angelo Simonetta suo segretario il feudo di Cassago
JOHANNIS SIMONETAE, RERUM GESTARUM FRANCISCI SFORTIAE MEDIOLANENSIUM DUCIS COMMENTARII
a cura di GIOVANNI SORANZO, prefazione III-IV
Bologna, ed. Nicola Zanichelli
I Simonetta erano oriundi di Cacurri in provincia di Catanzaro, castello che con altre terre fece nel 1418 parte dei beni dotali di Polissena Ruffo, sposa di Francesco Sforza; si comprende subito come si sia potuto stabilire il vincolo, che legò quella famiglia a questo signore. I Simonetta, dei quali propriamente qui ci dobbiamo occupare, e specialmente Cicco, che fu il personaggio, che più salì in alto tra i suoi, si sottoscriveva Cichus calaber o de Calabria oppure Cichus de Rossano e più spesso Cichus de Policastro.
Nulla di sicuro si sa dei Simonetta anteriormente al secolo XV, né al nostro scopo una più accurata ricerca forse sarebbe per riuscir utile. Basta a noi sapere che da Antonio di Gentile Simonetta e da Margherita sua consorte nacquero tra il primo e il secondo decennio del secolo Cicco, Andrea, Giovanni. Tutti e tre figli di Antonio Simonetta troviamo ai servigi di Francesco Sforza, già prima che questi diventasse duca di Milano. Presso lo Sforza li introdusse Angelo Simonetta loro zio, che già nel 1440 quale segretario di questo condottiero andò a Venezia e poi ancora durante le guerre, che egli combattè contro il Visconti o contro Venezia o contro la Repubblica Ambrosiana, fu sempre agli ordini dello stesso; dopo il 1450 fece parte del Consiglio ducale e in qualità di segretario servì gli Sforza sino al 1472. Ancora nel 1452 lo Sforza gli donò il feudo di Oviglio nell'Alessandrino e altre terre; più tardi, fattolo riconoscere cittadino milanese, gli concesse esenzioni da gravezze e altri feudi in Cassago, Paderno, Menago, Osnago di Brianza e altri ancora nel 1460 in quel di Melegnano; molto ricco potè inoltre acquistare nel 1450 il vicariato di Belgioioso e Macchiarelli nel Pavese, Tarro nel Lodigiano (a. 1451), i dazi e le entrate di Casteggio e il feudo stesso nel Tortonese.
Francesca della Scala di Verona, sua consorte, ebbe essa pure delle concessioni (diritto di estrazione d'acqua dal Ticinello) per l'irrigazione di campi di sua proprietà; la figlia Bianca fu sposa di Carlo Sforza, figlio naturale del duca Galeazzo Maria, e il figlio Gentile, che gli premorì, fu cameriere d'onore d'esso duca e nel 1457 teneva un pubblico ufficio in Pavia.
Angelo morì il 20 aprile 1472 e fu sepolto a Milano nella Chiesa del Carmine, alla cui costruzione aveva largamente contribuito.