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Il cardinale Federigo Borromeo
1629
INSTRUTTIONE A PAROCHI PER LOCCASIONE DELLA PESTILENZA
Milano, Disposizioni di Federico Borromeo
È così stretta l'obligatione de Parochi verso de' suoi popoli nel tempo della peste, che non devono, né puono abbandonarli, ancor che vi sia il pericolo della propria vita, ma son tenuti assisterli con ogni diligenza, e invigilare sopra i bisogni loro per puotere essere pronti a sovvenirgli ne' casi di spirituale necessità, altrimenti peccano mortalmente, e ne devono essere puniti severamente, e con pene, e censure s'hanno d'astringere alla residenza, e officio Parochiale. Devono per tanto rassegnarsi totalmente alla divina volontà, disponendosi a ricevere la morte in qualsivoglia hora per la salute dell'anime a loro commesse, e mettersi nelle braccia di Dio, dal qual particolarmente hanno da dimandare, e sperare gli aggiutti opportuni per puotersi preservare dal morbo, usando poi anco nell'attioni Parochiali quelle cautioni, che da Periti le sono proposte, e da Superiori raccordate, e commandate.
Obligo principale de Curati è ministrare a suoi sudditi i Sacramenti fra quali il primo è il Battesimo, il cui proprio ministro deve essere Sacerdote, se bene per accidente in caso di necessità può esser anco laico.
Hor se f infante nato sarà infetto di pestilenza, o pur anco sospetto, come quando nasce da Madre appestata, o anco da Madre sana, ma sequestrata, e rinchiusa in qualche casa, o Lazaretto per haver pratticato in luogo o con persone sospette si deve quanto prima per l'instante pericolo di morte dal Parocho, o d'altro Sacerdote deputato alla Cura de gli appestati battezzar e per infusione conforme all' uso Romano, differendo quelle ceremonie, che ricercano il contatto della creatura, o de' suoi panni, anco l'Untioni, e uso del Compadre, e Commadre in tempo, che sia cessato il sospetto.
In absenza di Sacerdote la puotrà, e doverà battezzare ogn'altro, che sappi la forma, che questo è il detto caso di necessità, che con I'instante pericolo di morte nell'infante, ricerca anco l'absenza, o impotenza del ministro ordinario. S'avverta a star discosto più che si puotrà, e di frapporre tra il Sacerdote, e infante un vaso di fuoco acceso con incenso, o altri suffumigi, che rendono l'aria purgata, come d'assenzo, o altre herbe odorifere con aceto.
E quando fosse di necessità appressarsi alla Creatura per battezzarla ciò si deve fare anco con evidente pericolo d'infetione, e di morte per essere questo Sacramento necessario alla salute, che in voto non può essere ricevuto da quell'Infante; si notarà poi il Battesimo al solito libro nella maniera, che sarà fatto, e anco le cerimonie quando saranno supplite.
In oltre è obligato ministrare il Sacramento della Penitenza, e dove sia sospetto di contagio, se il penitente è in termine d'uscire dal létto, si facci in luogo aperto, all'aria viva,e in distanza conveniente, sì che la Confessione sia udita, ma resti secreta; se non può uscire dal letto s'oda, o dalla finestra, o dalla porta alla meglio, che si puotrà; se sarà necessario avvicinarsi al penitente per udirlo, o per essere udito, s'avverta che I'habito, o panni dell'infermo non passino al sacerdote, e s'usino tutte quelle cautioni che le saranno in pronto, come fumigare la Camera con fiamma se ben fosse di paglia, di lauro, di ginepro per purgare quell'aria, che può essere infetta, fare, che siano aperte le finesffe, e usci, fraporre tra l'Infermo, e Sacerdote un vase di fuoco, bagnarsi i polsi, la faccia con accetto; e al tempo della peste passata s'usava di portare in mano una palla di legno, d'osso, overo d'argento forata, e cavata di dentro, che conteneva un spongia bagnata nell'accetto, e altri confortativi composti pei diffendere I'odorato dùla forza de' fiati infetto, o aria corrotta. S'averta particolafmente a star in sito, che tra l'Infermo, e Sacerdote I'aria trappassi per traverso, e non in faccia.
Nel resto non si può lasciare di ministrare questo Sacramento per qualsivoglia pericolo, sotto pretesto che al moriente basti la contritione con la Confessione in voo, perché quella è troppo difficile per la parte nostra, massime in quelle angustie di morte, e si metterebbe l'anima a troppo grave pericolo di tentationi, disperationi, e eterna ruina, a[ che è obligato il Patocho provedete per giustitia, nonostante il detto pericolo col ministrarli il Sacramento della Penitenza, che aiuta; e promove l'imperfetto dolore, e rende l'huomo d'attrito contrito.
Sì come anco insegnano gravissimi Dottori, e è uso di questa Santa Chiesa, che per il Concilio Provinciale Quinto osservare si deve senza contradittione, che si dia à gl'appestati la Santissima Eucharistia per viatico per provedere all'anime di quelli aggiutti, che apporta seco questo Sacramento, che sono stimati necessari per resistere alle tentationi in quell'ultimo tempo, e continuare nella divina gratia fino alla morte, o pure anco per conferirgli la prima gratia che alle volte per la penitenza imperfetta non si pote ottenere, che però nell'articolo di morte è obligato ogn'uno che possa per precetto divino a ricevere questo Sacramento.
Si devono però usare le sudette cautioni per purgare la Cameru, e fugire il contatto della persona infetta, e robbe di quella casa; e accomodato l'Infermo in sito più commodo all'attione, perché riesca con minor pericolo, con una, o due persone al più di quelle, che lo servono, assistenti con lumi, il Sacerdote con veste corta, cotta, e stola solamente, tenendo in mano la pisside, dica le preci da lontano, come dalla porta, o finestra, in modo però che possa esser veduto, e udito dall'Infermo, poi con prestezza tale, che non disdica alla riverenza del Sacramento e s'avvicini con un ministro solo all'Infermo, e lo communichi con le proprie mani, e non con altro instromento, purificando subito la deta nella fiamma della candela accesa, o pur in aceto preparato a tal fine, che si doverà consumare subito nel fuoco, avvertendo di non portare se non tante particole quanti saranno i communicandi, e bisognando si lasci il baldacchino, e s'usi solo l'ombrella di campagna.
Quanto al ministrare I'estrema Untione a gl'appestati, si rimette alla carità del Parocho, non giudicandosi necessaria se non quando il moriente non havesse potuto ricevere il Sacramento della Penitenza, o Eucharistia, caso che può occorrere se non di raro, se il Parocho usarà con gl'Infermi la dovuta diligenza, e carità. In questo caso, o quando voglia spontaneamente sovvenire all'anime con questo Sacramento in quello estremo bisogno, puotrà ministrarlo con le sudette cautioni, e nella camera, e con l'Infermo, e lasciando le preci, il Sacerdote succinto come sopra farà le cinque Untioni necessarie a cinque sensi, dicendo per ciascuna Untione le prescritte parole della forma, e bastarà Ungere un senso solo in questo caso, e non ambiduoi come si suole per l'ordinario, sì come anco si potrano lasciare l'Untioni de piedi, e delle reni, che non sono tanto necessarie, s'abbrucci subito il bombace, che doverà essere più grosso del solito, e la mano si purifichi maneggiandola per la fiamma, o con acceto come sopra.
S'avverta, che l'Infermo, mentre vien unto, stia con la bocca chiusa, e col respiro volto in altra parte, che verso il Sacerdote con il corpo coperto più che sia possibile; acciò che dalle carni, e dal letto riscaldato non essali l'infettione, Nel resto non mancarà di visitare spesse volte gl'Infermi con le dette cautioni, confortandoli, e disponendoli a conformarsi al divino volere, e dandoli quelli maggiori aiuti, che puotrà.
Il matrimonio non ha pericolo alcuno fatto con le sopradette cautioni, e si può fare con le solite ceremonie, osservando solo di stare lontano da contrahenti se sono sospetti, di non toccare cosa alcuna loro, la beneditione dell'anello si può fare senza contatto, il levare dal parto si può differire in altro tempo.
Al ministero de Sacramenti succede l'obligatione della Messa, che il dì festivo non si può negare al popolo per l'obligo, che ha d'assistervi. Attione pari,mente, che si può fare comodamente senza pericolo, tanto più se sarà eretto un Altare o nella porta della Chiesa, o in altro sito men pericoloso con facoltà del Vicario foraneo, alla cui prudenza si è rimesso questo negotio, per il pericolo, che può nascere dal celebrare in Chiesa, con quelle provisioni però, e avvertenze, che notate sono nel Concilio Provinciale Quinto. S'avverta di non usare paramento, o altra suppellettile, che habbi usato Sacerdote infetto, o morto, o risanato, ma quella doverà essere serrata in qualche luogo, fin che sia purificata a suo tempo, e l'istesso si doverà fare delle robbe della casa del Curato.
Che però subito che si dubita di pestilenza in qualche luogo, acciò la suppellettile sacra, o le scritture, e libri della Chiesa non patiscano danno, devesi per tempo far scielta de più pretiosi, e difficili da purgarsi, e non necessarij all'uso quotidiano, e fattone Inventario s'hanno da riporre in un luogo sicuro, serrato, e sigillato, acciò che venendo l'infettione si possi restar certo che non habbino bisogno di purgatione.
Puotrà, e doverà anco raggionare al popolo, attendere alla Dottrina Christiana, orationi, processioni, divini officij, facendo però tutte queste attioni di concorso in luogo spatioso, ove ii Parocho possi stare separato dal popolo, e il popolo fra di sé con proportionata distanza, perché l'uno non infetti l'altro.
Non mancarà d'avisare il popolo dall'Altare, e dove giudicarà espediente dell'obligo, che ciascuno ha, di cooperare al ben publico della commune salute, e anco de particolari, che però ogn'uno deve notificare il morbo contagioso proprio, e d'altri a quelli, che deputati sono sopra questi affari, massime al proprio Parocho, per i bisogni corporali, e spirituali, sì come anco il parente non ha d'abbandonare l'altro parente, né l'amico il suo amico, ma deve, darli ogni soccorso, e aiuto per quanto puotrà senza pericolo della sua vita, e con le debite cautioni.
Particolarmente deve il Parocho con ogni suo potere adoperarsi perché a poveri non manchino gl'opportuni aiuti del vivere, a gl'Infermi gli dovuti medicamenti, inculcando a ricchi, e primati l'obligatione stretta, che si ha di sovvenire a poveri con elemosine pubbliche, e privati, nel che il Parocho, e altri Ecclesiastici doverano essere i primi, havendo l'essempio del santo nostro Pastore Carlo, che arrivò sino al spogliare le proprie stanze per sovvenire a poveri. E dove non è eretta la Confraternita, o Scuola della Carità procuri il Parocho che nella sua Cura s'instituisca, alla quale spettarà in tempo di tanta necessità far raccolta di elemosine, e fare quegli officij di carità, che necessarij sono per solevare i poveri, e miserabili da quelli estremi bisogni, e conoscendo il Parocho, che patiscano notabilmente, ne darà aviso a superiori.
Nel sepelire i morti s'usarà il solito rito, ma con le già notate cautioni, né si sepelisca il defonto prima delle dodeci hore, né più tardi delle 24. La barra si portarà con duoi legni longi, e fermi, e doveranno essere deputate persone, che communemente chiamano Monatti per mettere il cadavero nella barca, e sepultura, e non essendovi questi, si procuri che ciò faccino quelli, che servirno in vita a gl'infetti, o pure i suoi parenti, e domestici, i quali già saranno sospetti.
Nel resto avicinandosi alla sua Parochia, o Pieve l'infettione, e anco prima dovendoli bastare, che sia nella diocesi, ammonirà il popolo con ogni efficacia a mettersi in diffesa, particolarmente con le provisioni spirituali, ricordandogli essere questo un flagello, che Dio manda per i peccati de popoli, l'invitarà perciò alla santa penitenza, all'orationi, frequenza de Sacramenti, e a quei santi essercitij spirituali, che registrati sono nel Concilio Provinciale Quinto, con tanti altri ricordi, e avvertenze, che ogni Parocho deve vedere con ogni diligenza in tal occasione per governarsi bene, essendosi qui notate solamente le cose più necessarie, e più frequenti.
Et per i casi reservati, censure, e altri bisogni si ricorra al Vicario Foraneo, al quale per essere più facile il ricorso, sono state concesse facoltà amplissime proportionate alle necessità, che sogliono avenire in tal occasione.