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1661: Filippo Balsamo

Il portale di accesso agli orti del parroco datato 1660

Il portale di accesso agli orti del parroco datato 1660

 

 

1661

Nota di Filippo Balsamo

 

Archivio parrocchiale di Cassago, II° Registro dei battesimi, morti e matrimoni

 

 

Io prete Filippo Balsamo altre volte Curato di Cassago con occasione che io mi parto dala Cura et non hauendo chiesa da poter celebrare et per non incomodare alcuno ho leuato dala sacrestia di Cassago con obligo preso di tenerli et restituirli al suo luogo subito che io hauerò hauuto una chiesa per poter celebrare liberamente li infrascritta mobilia: Due pianete fruste et non più usate e cioe un morella et l'altra rossa le quali pianede furono da superiori nostri interdette Un camise et doi amiti una borsa et duoi corporali quatro purificatori, le quali cose io prometo restituire subito subito.

 

 

 

Filippo Balsamo (1631-1661)

Solo nel 1631 Cassago ha un nuovo parroco nella figura di don Filippo Balsamo che governerà la parrocchia fino al 1661. E' lui che annota nel Chronicon lo scampato pericolo di Cassago dalla peste grazie all'intercessione di sant'Agostino, che da allora in poi la comunità di Cassago ha celebrato ogni anno come suo patrono straordinario. La sua prima festa di ringraziamento viene celebrata solennemente nel 1631 e viene associata al ricordo di tutti i morti della comunità. Giovanni Maria Dozio in una pagina del suo manoscritto "Notizie di Missaglia e sua Pieve Raccolte dal 1853 in poi" depositato presso la Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano accenna a una non meglio precisata Stanza di sant'Agostino: chi la cita è proprio don Filippo Balsamo che nell'atto di nascita di Giulio Cesare Riboldo nel II° Registro parrocchiale scrive:"Mille seicento cinquantanove adi cinque ottobre Giulio Cesare Riboldo figlio di Messer Carlo et Madona Anna iugali nato il di quatro suddetto e stato battezzato da me Prete Filippo Balsamo Curato di Cassago Il compadre e stato il signor Giovanni Nava da Cizano la commadre Issabella Giussana tuti di questa Cura di Cassiciago stanza di santo Agostino".

Nei primi atti di matrimonio del 1631 e 1632 compare come testimone un certo Carlo Balsamo, forse un parente del parroco.

In un Inventario dei Beni del Marchese Giovanni Pirovano Questore di Milano del 1651 (Archivio Visconti, fald. I-149, Eredità Pirovano, Questore Giovanni Battista 1646-1748) viene annotato che il "Signor Filippo Balsamo Curato di Cassago deve per un Capitale sopra beni situati in Torrevilla come al Libro di Cassago L. 460".

In un altro documento del 21 febbraio 1669 (Istruzioni per l'Azienda Pirovana, Archivio Visconti di Modrone, fald. I-140, Eredità Pirovano, mons. Filippo Testamento 1673) si scrive che "Al Sig. Filippo Balsamo, che fu Curato di Cassago avanti del Capitaneo per leuarlo dalla cura fù necessario constituirgli un patrimonio e gli fù assegnato un luogo chiamato il S. Salvatore."

Da questa scrittura si evince che don Filippo Balsamo fu aiutato o convinto a lasciare la Parrocchia assicurandogli una rendita sui beni di San salvatore, che potrebbero essere quelli di Tremoncino.

 

Don Filippo Balsamo aveva studiato al Collegio di Brera a Milano ed era un prete della generazione post-carolina, un prete cioè che era cresciuto e si era formato nello spirito della controriforma tridentina. Un anno dopo il suo insediamento le ricche proprietà che i De Sapis possedevano a Tremoncino con annessa la chiesa di san Salvatore passarono ai nobili Pirovano, così come il legato che prevedeva l'annua distribuzione ai poveri di 4 stadi di pane di frumento. I nobili Pirovano, che vantavano personalità di rilievo, fra cui vescovi, senatori, questori, uomini d'arme, abati, avevano acquisito nella prima metà del '500 a Cassago la Possessione della Torre, che comprendeva l'antico castro de Caxago, con quello che si chiamerà il castello o palazzo dei Duchi. Nel 1639 il parroco riceve una nuova visita pastorale con il cardinale Monti che si reca anche a Oriano. Nel 1640 Filippo Balsamo celebra i funerali di Apollonia Valtorta, la donna più anziana del paese, che aveva 110 anni. Muore anche Prospero Perego a 88 anni, che lascia un legato alla chiesa di Oriano, come ricorda la lapide ancora murata in questa chiesa. Questo legato è sotto forma di beneficio e viene assegnato ai nobili Origo, il che costituirà una continua fonte di litigi con il parroco, anche nei secoli a venire. Durante l'attività pastorale del Balsamo ci fu anche un caso clamoroso: l'assassinio di Domenico Viganò un giovane di 25 anni ucciso alla cascina di Odosa da un sicario con uno sclopetto arotato, come dice il registro dei morti. La sua salma fu sepolta il 23 maggio 1646 nella chiesa parrocchiale con una concelebrazione di sei sacerdoti. Lo stesso Balsamo riferisce anche un curiosissimo episodio e cioè la nascita l'11 gennaio 1650 di un certo Carlo Giovanni figlio di Carlo Ratti che, dice il registro parrocchiale, "ha sei ditti in una mano."

Una succinta nota senza data conservato nell'archivio della curia arcivescovile di Milano ci informa che, in quell'anno, aveva cinquantotto anni ed aveva seguito gli studi di Grammatica, Humanità e Casi de Conscientia nelle scuole del Venerando Collegio di Brera a Milano sotto l'attenta guida dei Gesuiti, chiamati a Milano da san Carlo per forgiare un clero in conformità alle novità introdotte dal Concilio di Trento. I padri Gesuiti dirigevano il Collegio di Brera come una vera e propria Università con 12 cattedre, i cui titolari erano illustri professori e dove i seminaristi studiavano teologia.