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1696: Muore il soldato Benedetto Nava

Stampa con scena di soldato che spara con un archibugio seicentesco

Un soldato spara usando un archibugio seicentesco

 

15 dicembre 1696

Muore per un colpo d'archibugio il soldato Benedetto Nava di Zizzanorre

 

Archivio Parrocchiale di Cassago, Registro dei battesimi, morti e matrimoni, 3, 1661-1705

 

 

Il signor Benedetto Nava del luogo di Cizanò di questa cura di Cassago che commilitava sotto lo stendardo di Sua maestà Catolica Felippo Licante Horbizze della Spagna, nella legione di Catalogna del signor Capitanio Alfonso Rodrigo in questo stato di Milano, è morto il di sudetto quindici dicembre alla notte antecedente, essendo stato finito nella gola d'archibugiata con palla andatali nello stomaco di poi tre giorni morì come sopra, hauendo prima ricevuti li SS. Sacramenti della penitenza, S. ma Eucharestia et S. Estrem'onzione, et anche la raccomandazione dell'animo, et fu sepelito il tredici sudeto mese e gli è fatto il officio il dieci sette detto mese et era d'età d'anni diecisette.

 

 

 

L'archibugio è un'arma antenata del moderno fucile, arma "vietatissima", ma che a partire dalla fine del Cinquecento troviamo nelle mani di tutti i banditi, mentre in precedenza nei duelli e negli agguati brillavano sempre le lame delle spade e dei pugnali.

L'archibugio da ruota era così chiamato per un congegno a rotella nel sistema d'accensione, funzionante come un moderno accendisigari, congegno che lo rese rapido nello sparare, più preciso e funzionante in qualsiasi condizione. Sostituì i vecchi archibugi a corda, a miccia, i quali erano più macchinosi nell'uso e spesso facevano cilecca nel colpo.

L'archibugio ad acciarino, una successiva evoluzione tecnica di quest'arma, comparve solo nella prima metà dei Seicento. La distinzione fra archibugio lungo e corto era dovuta alla lunghezza della canna. Il porto d'armi per gli archibugi a canna corta non veniva mai concesso alle singole persone, mentre eccezioni erano praticate per quello a canna lunga (cfr. AA. VV., Tecniche, tipi e forme dell'armatura lombarda nel Cinquecento in La Lombardia spagnola, Milano 1984, 53-55).