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Il Roccolo del Baciolago

L'annotazione relativa al roccolo del Baciolago

L'annotazione relativa al roccolo del Baciolago

 

 

sec. XVIII

Il Roccolo del Baciolago

 

tratto da "La caccia nel Milanese dalle origini ai nostri giorni"

di Mario Borsa, ed. Ulrico Hoepli, Milano, 1924, pag. 283

 

 

 

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Del resto alla graduale scomparsa dalle nostre campagne del cignale e del cervo corrispondevano un crescente disamore ed un manifesto disinteresse per la caccia grossa. Nel '700 infatti ha maggior voga l'uccellagione e la passione del secolo è il roccolo. La sua origine - ci dice Giulio Franceschi - avrebbe avuto, secondo una antica tradizione, carattere di opera pia. Sul finire del secolo XVI, quando nella valle Brembana al contagio aveva fatto doloroso seguito la carestia, l'abate dei monaci di S. Pietro d'Orzio, ad alleviare in qualche modo le sofferenze della fame, pensò di catturare gli uccelli che transitavano in frotte dal Pizzo del Diavolo e impiantò colà il primo roccolo.

L'esempio fu presto seguito, ed i roccoli si moltiplicarono, nessuno osando frapporre ostacoli a quanto aveva ideato un religioso morto in odore di santità. Il Franceschi non cita la fonte di questa tradizione, che non è priva, del resto, di verosimiglianza; ma a me non risulta che il roccolo fosse comune nel '500 e nel '600.

Esso, ancorché la sua origine risalga indubbiamente ad un'epoca precedente, è divenuto invece popolarissimo nel milanese durante il '700. Se ne trovano tracce in tutti i documenti ed in quasi tutti gli editti riferentisi alla caccia. Ho già detto che i signori ne erigevano nei loro parchi e nelle loro tenute. Celebre era un roccolo fra Cremella e Cassago in Brianza, detto il Baciolago.