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Percorso : HOME > Cassago > Archivio Storico > Settecento > 17241724: Eredità Pirovano
Lo stemma di Visconti di Modrone
1724
Note relative all'Eredità Pirovano
Archivio Visconti-Modrone, presso Università Cattolica Milano, Fald. M-6, Eredità Pirovano 1549-1724
Eredità Pirouana
Avendo imposto il Sig. Arbitro, che si dovesse dare un Conto esatto dell'importo dei Beni lasciati dal Sig. Francesco Pirovano Senatore, propongono il Marchese Modrone et il Conte Filippo Visconti i seguenti fatti.
Il Sig. Gio: Francesco Pirovano Senatore fece testamento il 6 settembre 1585 in cui ordinò un fideicommisso a favore de suoi Abbiatici in detto Instromento di testamento dota le figlie superstiti 29500 lire cadauna maritandosi e lire 3000 monacandosi e rispetto ad altri legati in somma di L. 1390 detto Testatore palesa la sua intenzione di disobligar gli Eredi.
Nel mese di Genaro 1587 morì il Testatore cioè mesi =16= dopo il Testamento. Al 24 Genaro 1587 la signora Margarita Brasca Pirovana costituita Tutrice de Figlj minori Bartolomeo, Julio, Domenico e Gio: Battista come pure delle tre figlie Margarita, Cecilia e Giovanna, la medema prout fece l'inventario de beni stabili, redditi, Capitali, e mobili, con riserva di continuarlo, qualora si scoprissero altre sostanze, sin'ora non si è venuto in chiaro della continuazione di detto Jnventario, quale necessariamente vi deve essere, essendo il primo Inventario mancante de denari, gioie, frutti esistenti a nomi de Fittabili debitori e parimenti creditori.
Onde esattissimo calcolo per tale mancanza non si può produrre, delle tre figlie sudette due sole si sono maritate Cecilia e Margarita.
L'anno 1595 essendo tutti li Figlj Maschj fuori di tutela fecero tra loro la divisione de beni stabili e redditi solamente calcolati in via di valutazione L. 308.627:18 e indivisi li Capitali e mobili per la somma di L. 109.500.
Nel 1608 si ratificò la divisione 1595 ed evvi espressa protesta del Cavaliere Giulio Dominico nell'istrumento 1612 di sottoporre al fideicommisso paterno le porzioni di falcidia legittima perchè a lui competessero, quando non ne disponesse.
Nel 1612.17.settembre seguì tra Fratelli l'Instrumento di vicendevole liberazione in cui si osserva pure essersi esatto dal Sig. Bartolomeo Brasca L. 2140 per le spese della lite vertente tra esso e li Fratelli Pirovani innanzi la Rota Romana, si osserva ancora essere stata alienata da Fratelli dalla porzione di Giulio Domenico la possessione Galimberta Molino e Torchio Sormano tutti in Pandino per il prezzo di L. 18.857 per la quale alienazione li Fratelli si sono obbligati reintegrarlo per 4/5 cioé per L. 15.086:6:5 per li quali interinalmente gli assegnarono tanta parte di reddito sopra la ferma del sale corrispondente al godimento de' beni alienati.
La porzione però di detto Giulio Domenico diminuita per 1/5 cioé per L. 3.777.11.7 in Causa commune resta nuovamente reintegrata nella somma di L. 65.824.11.6 per quanto gli spetta a contodi legitima e del Fideicomisso paterno mediante la quinta parte de Beni di Cassino, delle acque del Bocchello de Pobione, che non erano nelle precedenti divisioni, e della quinta parte de mobili pure non divisi.
Morì prima il Cavaliere Giulio Domenico senza Testamento l'anno 1618 onde tutta la sua sostanza nella somma sudetta di L. 65.824.11.6 rimase sottoposta al fideicomisso e benché fosse divisa tra fratelli detta eredità senza far menzione de beni alienati, anzi benché non essendo li predetti beni facilmente divisibili fossero in parte acquistati da Bartolomeo, e Gio: Battista senz'alcuno sborso de denaro habita fide d epretio quale si dirà abbasso, fu sborsato dagli Eredi della Contessa Teresa Modrona Visconti per l'Instrumento di Transazione 1724 tuttavia ancorché seguita sia vicendevole compra tra chiamati nel Fideicomisso senza dispensa del Senato, e senza causa privilegiata, detti beni sempre rimangono sotto disposizione del Cavaliere Giulio Dominico M.to più ritenuta la stessa volontà de Contraenti spiegata nell'Istrumento di ratifica 1608 e replicata 1618 nell'Istrumento di divisione rogato da Germano Burrigozzi.
Secondo a morire fu Bartolomeo con Testamento e Codicillo in cui viene lasciato per prelegato al Sig. marchese Gio: Battista la Casa della Torre, giardino e pezza annesse 50 pertiche calcolata nelle divisioni a L. 67 la pertica, che rileva L. 3350 secondo la valutazione nelle divisioni, ed altro legato nel Codicillo al Sudetto Gio: Battista d'incerto valore, poiché carica lo stesso legatario contribuire due parti delle tre di L. 2500 nel rimanente instituisce eredi li tre Fratelli, quale Eredità disibile fra Fratelli si è considerata L. 51.094:15 oltre li mobili dalle quali deducendosi L. 32.912:5:9 dovuta al fideicomisso paterno, con che rimane L. 18.182:9:3 delle quali la terza parte cioé 6060:16:5 appartiene all'Auditor di Rota quale ha disposto a favore di Filippo Pirovano Juniore ed altre L. 6060:16:5 spettanti al Sig. Gasparo furono redente dagli Eredi della Signora Contessa Teresa per l'instrumento 1724 ricorre poi quanto si è detto di sopra rispetto all'Eredità di Giulio Dominico cioè che li Contratti fatti inter vocatos senza dispensa del Senato non pregiudicano al Fideicomisso, e senza causa necessaria molto più dove non "è seguito alcun esborso effettivo", ma solamente obbligazioni per gli frutti ricompensativi, o commutazione de beni come seguì coll'Auditor de Rota poiché unico Sborso agli Eredi del Sig. Gasparo ed al Sig. Capitano Marco Antonio Pirovano per le rispettive loro ragioni anzi per communicazione delle stesse ragioni del Capitano Marc'Antonio fu fatto uno sborso pure dalla signora Contessa Teresa e parte degli Eredi della detta come nel Istrumento 1724 si dovrebbe aggiungere all'asse ereditario, o sia in deduzione L. 10.625 per porzione d'acqua di ragione del sig. Gasparo, che si estraeva dal Bocchello del Pobione pagate successivamente dal Sig. Gasparo dagli Eredi della Signora Contessa Teresa.