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1759: CONVOCATO DEL 25 APRILE

La tomba del Conte don Francesco Antonio Visconti Pirovano nella nuova chiesa parrocchiale

La tomba del Conte don Francesco Antonio Visconti Pirovano

 

 

25 Aprile 1759

CONVOCATO della Comunità di Cassago

 

Archivio parrocchiale di Cassago, cartella n. 3, Libro dell'ordinazioni della Comunità di Cassago Pieve di Missaglia per affari spettanti a detta Comunità

 

 

 

Cassago 1756 circa 25 aprile al dopo pranzo dopo gli vesperi.

Essendosi ad istanza de dellegati Console e Sindico di questa Comunità di Cassago Pieve di Massaglia fatto esporre la cedola alla Pubblica nova Piazza ed in altri loghi invitatoria per giorno diecisette corrente a tutti i Capi di Casa perchè intervenissero in detto giorno sopradetto in detta Piazza per trattare delli affari infrascritti ed essendo stati tutti gli detti capi di casa resi notiziosi ed avisati per mezzo dello stesso console che si è portato nelle respetive case replicatamente à ciò in questo giorno dopo il duplicato suono di campana d'oriano a tenore delli orodini Magistrali, e della solita pratica de convocati lo che videlicet.

Convocati e congregati gli qui sotto notatti essedno interventui di sopra la sudetta Piazza con l'asistenza di me sotto scritto Cancelliere Dellegato queli sono gli seguenti:

 

n. 1. Signor Carlo Giovanni Sangalli dellegato per il Signor Don Conte Francesco Antonio Visconti

n. 2. Signort Antonio Maria Sangalli dellegato dal Egregio signor secretario Stampa

n. 3. Signor Domenico Sangalli

n. 4 Clemente Radaelli

n. 5 Pauolo Fumagallo

n. 6 Eugenio radaello

n. 7 Gervasio Brambilla

n. 8 Giuseppe caccia

n. 9 Giuseppe Motta

n. 10 Andrea Caccia

n. 11 Aquilino Riboldi

n. 12 Pauolo Viganò

n. 13 Gerolamo Rigamonti

n. 14 Pietro Pozzuolo

n. 15 Rocco Rouello

n. 16 Benedetto Fumagallo

n. 17 Giuseppe Gezzi

n. 18 Girolamo Colzano

n. 19 Allesandro Colzano

n. 20 Francescho Friggerio

n. 21 Gerolamo Caccianiga

n. 22 Giovanni Angiolo Donghi

n. 23 Giovanni Mauero

n. 24 Giovanni Radello

n. 25 Signor Antonio Caglio

n. 26 Tomaso Ghezzi

n. 27 Gioseppe Mappelli

n. 28 Gio Penatti

n. 29 Ambrogio Viganò

n. 30 Francesco Mappello

n. 31 Giovanni Nava

n. 32 Giovanni Caglio

n. 33 Pietro Antonio Confoloniero

n. 34 Cesare Confoloniero

n. 35 Pietro Penatti

n. 36 Pietro Antonio Mambretto Console

n. 37 Antonio Pajabò

n. 38 Antonio Rouello

n. 39 Giuseppe Motta detto il schinchino

n. 40 Giuseppe Pirovano

n. 41 Pauolo Radello

n. 42 Gerolamo Mauero

n. 43 Domenico Rigamonti

n. 44 Giovanni Consonni

n. 45 Gioseppe Riva

n. 46 Giovanni Pirovano

n. 47 Giovanni Battista Viganò

n. 48 Carlo Valli

n. 49 Francesco Viganò detto il mercante

n. 50 Giovanni Battista Caccia

 

Quali sono e passano il numero di due terzi di componenti di detta Comunità di età maggiori.

Rifertosi dal signor Antonio Castiglione altro de dellegati in Milano e Messer Antonio cagli, ed Aquilino Riboldi dellegati in Cassago come a tenore della loro dellegazione sia seguito gli Istromento di permuta del sitto della Vecchia demolita col sitto della presentanea Chiesa à Piazza e Casa detta della torre per l'abitazione del Paroco mediante convenzione rattificata fra l'Illustrissimo Signor Conte Don Francesco Antonio Visconti e dellegati di detta Comunità à tenore del Convocato Generale del giorno 28 aprile 1756 e di seguentemente rogito dal signor Pietro Antonio Ruscha Notaro e Cancelliere della Curia Arciepiscopale anche à nome delle visite del Reverendo signor Luca Damiano Proposto di Missaglia e Vicario Foraneo con suo voto ed approvazione dell'Eminentissimo signor Cardinale Arcivescovo Puozzobonelli in tutto inserto nel sucenato Istromento.

Fatosi pure presente come successivamente siasi passato all'alienazione de fondi di detta Chiesa e come da Signori Dellegati si siano fatti tutti gli passi convenevoli per detta Fabrica come in fatti si vede ridotta nello stato presente sospesa solo per l'insusistenza è mancanza di denaro e pure come sotto gli 14 ottobre 1758 gli dellegati fecero racorso all'Illustrissimo Signor Conte Don Francesco Antonio Visconti Priore, e Protettore affinché si compiacesse con gli Signori dellegati di Milano porgere suplica alla curia arcivescovile e tribunale di Sanità per ottenere la facoltà di trasportare provvisoriamente nella Chiesa ed oratorio di Oriano l'officiatura sino a che venghi abbilitatta la nova Chiesa e di poter demolire la Chiesa Vecchia attesa la nova rovina della medema così anche per ottenere qualche ellemosina per detta Pia opera e per l'evachuazione de Sepolcri ed ossario l'oché a tenore de decretti del giorno 18 novembre 1758 venne approvato dall'Eminentissimo nostro inserto pure al raccorso e voto del Signor Vicario Foraneo e della licenza del giorno venticinque ottobre 1758 così in detto temo si sono fatte espore replicatamente le cedole per l'affitto del Pascolo di ragione di detta Comunità situato in vicinanza di Tremoncino di pertiche 18 circa.

Quindi successivamente nella scorsa invernata per il maggior vantagio di detta opera pia da detti dellegati a tenore delli decretti siassi fatto disporre tutti gli materiali legnami ferramenti di detta Chiesa Vecchia nelle vicinanze della medema nova Chiesa per la continuazione e così per sparmiare le magiori spese onde sij necessario darli le providenze per quanto sij dopo fare in seguito.

Propostosi che essendo stati da dellegati di questa Comunità insinuato al Egregio Signor Secretario Don Giovanni Battista Stampa altro de Signori Estimati perché concedesse a titolo di donativo per la nuova fabrica della Chiesa che sono una rouere da somero, e tre gobbe esistenti nel pra Colomaro, a linea della Sciepe verso la pubblica Strada, di prospetto la Piazza di detta Chiesa, come pure altra pianta di pobia, esistente nel pradello attiguo al orto e casa del preffto Egregio Signor Secretario, confinante per una parte con la strada sudeta e per l'altra col la Piazza di sudetta Chiesa alla quale Richiesta siasi auto dal suaccennato il favorevole riscontro con condizione però come siegue.

Che detto Signor Segretario passerà in donativo le sovracenate piante a beneficio della nova Chiesa Parochiale con inteligenza che non si debba per parte di detta Chiesa e Comunità, o qualsivoglia altra persona in qualunque futuro tempo Piantare ne allineare pianta da cima nella Piazza sudetta o sij in quella parte qual possi pregiudicare con l'ombra al predello ed orto della casa del detto Signor Segretario, ma che sol tanto vi si possa piantare et allevare in dito sitto moroni, o altri simili, quali frutto à beneficio di detta Chiesa cos' come vicendevolmente detto Signor Segretario à promesso e promette fare e tenere detto ordine come ne mentovati suoi fondi confinanti con detta Chiesa e Piazza in maniera che non abbi a recare simil danno alla medema d'ombreggimento alla deta Piazza.

Che il detto Signor Segretario Stampa farà a sue spese ò sij  del suo fittabile piantare con sciepe di vino di spine ò Carpani ò d'altra simil qualità nel sitto e à linea della Sciepe, che presentemente divide l'orto e pradello sudeti del detto Signor Secretario dalla Piazza di detta Chiesa, e Piacendo al medesimo Secretario, o suoj in qualunque futuro tempo, come giova sperare al più presto fare estirpare la sciepe fatta che sarà come sopra, ed invece nel sitto ed alla linea di quella far construere pure a sue spese un muro di cinta possa ciò e debba essergli lecito e facoltativo anche con lasciare in esso mura la pertura di una porta o restella per comodo di sortire dal dito suo orto ò pradello alla detta Piazza della Chiesa con che però piacendo anche alla sudeta Comunità, o fabricieri di detta Chiesa di far fare intorno a detta Piazza e nelli muri di detta cinta divisoria le piture anche ornati di sagre figure ed immagini rappresentanti la via Crucis, sia permesso alla Comunità di alzare a sue spese le parti di detto muro in quei sitti, ove saranno distribuite le prospetive de misteri con picciole cimase adatte, secondo porterà l'ornamento delle medeme, ben intesi che la sopra indicata appertura d'una porta per comodo della casa del dito Signor Secretario non possa impedirsi, così pure che la manutenzione di detta cinta di muro, per il tratto successivo per tutto quelle parti du muro che saranno occupate dalle dite prospettive siano è debbono essere à carico di detta Comunità.

Che interinalmente sino à che si facia detta sciepe divisoria, si pongano gli termini di vivo, di legno à linea confinanti tra detta Piazza e fondi del detto Signor Secretario Stampa, acciò in occasione di piantar detta sciepe non insorga controversia veruna, lasciando frà tanti quelli che à questo effetto saranno necessarj lasciarsi,

Che però essendosi in questo presente convocato approuato tutto quanto resta di sopra spiegato, restano supplicanti gli Signori Antonio Castiglione e Giovanni Girola dellegati in Milano di procedere all'opportuna scrittura col detto Signor Secretario Stampa, per la corispondente esechuzione del concordato conferendosi inoltre à medemi Signori Dellegati la facoltà ed autorità di potere trattare e conchiudere col detto Signor Secretario Stampa qualonque ulteriore accordo relativamente alla sudeta opera nelle emergenze e circostanze del occular inspiccione secondo che essi stimeranno convenire per il maggior beneficio della Comunità, ò simetria della detta Piazza per lo che a tenore di detto concordato si sono in questo giorno posti due termini di vivo confinanti tra detta piazza e fondi del dito Signor Secretario alla presenza de respetivi dellegati delle parti e marcate le piante d'alterarsi per detta Chiesa.

In oltre resta conferta l'autorità a dellegati di poter trattare col dito Signor Secretario Stampa ogni qual volta piacesse al medemo far construere detta cinta di muro concedendola in apalto alla deta Chiesa nella somma che essi stimeranno convenire.

Propostosi dal reverendo Signor Don Giacomo Bossi, Messer Giovanni Pirovano, e messer Antonio Tagliabò dellegati per l'alienazione del Pezzo di Terra Pascolo, à vista delle obblationi aute, abbino fatto esporre le cedole d'incanto, e nel giorno 28 scorso decembre sij seguito lo esperimento, che fù in ragione di lire 50 la perticha, ma poi abbino stimato di lasciar sospeso il detto incanto lo ché restarono invitati novamente per questo giorno per affitto longo cosiché appertosi all'incanto dal console Pietro Antonio Mambretto per anni trenta in avanti da incominciarsi a San Martino prossimo a titolo di fitto e l'uso di questo giorno in avanti che però Giuseppe Motta detto il Baldino à offerto lire cinquanta l'anno.

Al secondo incanto Antonio Caglio à augmentato a lire 53

Al terzo incanto Giuseppe Motta à augmentato a lire 56

Al quarto incanto il signor Antonio Sangallo à augmentato a lire 57

Al quinto incanto il signor Giuseppe Motta à augmentato a lire 58

Al Sesto incanto il signor Antonio Caglio à augmentato alire 59

Al settimo incanto Giuseppe Motta à augmentato a lire sessanta dico L. 60.

Ed essendosi ritirati tutti gli altri che aspirauano, dopo replicato avito del Console, che si passava alla deliberazione, così da dellegati fu ordinato che si deliberasse nel dito Giuseppe Motta per lire sessanta annue per anni trenta prossimi, restando conferta la dellegatione negli stessi dellegati di passare al'investitura col detto Motta, con gli patti convenuti, e gli modi come sopra, con che si ponghino gli confini divisibili dalle strade al deto fondo affitatto. Propostosi che non ostante qualunque sovenzione o sia anticipazione di detto fitto di detto pascolo quando si potesse ottenere, credessi non essere possibile il poter sperare di ridure la detta fabrica alla perfecione di poter officiare quando detti dellegati non venghino abilitati di potersi obbligare a nome di questa Comunità per qualche picciola somma a favore del Soventore mediante anche dispensa del Senato Eccellentissimo per cui stimano detti dellegati far presente e suggerire, quando da questa Comunità si credesse opportuno di cerchare qualche somma a caricho di detta Comuntà, che però presi li voti di caddauno di quelli che sono intervenuti in questo convocato fù ordinato e viene conferito l'autorità di poter prendere per la cifra di L. 1200, sotto l'interesse di lire 4 per cento e nulla più, con le cauzioni opportune e necessarie à favore del soventore come stimaranno convenire, e con che le dette lire Mille e due cento di Capitale non si abino a pore in Reparto, ma ben sì con il tempo ramassando le ellemosine de benefattori servirsi di quale per l'estensione sudeta, e frà tanto restando obbligata la detta Comunità non solo per gli annui interessi, ma anche per detto Capitale.

Finalmente Rifertasi da detti dellegati come à tenore della bona intencione dell'Eminentissimo nostro si replicherà racorso allo stesso esponendo lo stato presente di detta pia opera, con la speranza di ottenere quel soccorso caritatevole posibile à beneficio della medema per cuj restano nuovamente supplicati dalli diti Signori Dellegati continuare col loro Zelo che e quarto.

Le quali cose tutte e ciaschuna d'esse in tutto e per tutto ne modi come sopra restano del detto convocato promesse come si promettono d'averle ratte e ferme e di non contravenire remossa ogni eccezione e sotto reffectione.

E per fede

Giuseppe Caccia Cancelliere

Affermo come sopra.