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1320: Donzello cassago

Ritratto di papa Giovanni XXIIe

Ritratto di papa Giovanni XXII

 

 

1320

Cassago donzello di Matteo Visconti compare in un presunto beneficio contro papa Giovanni XXII

 

 

Fonti bibliografiche: GEROLAMO BISCARO, Dante Alighieri e i sortilegi di Matteo e Galeazzo Visconti contro papa Giovanni XXII, Archivio Storico Lombardod, 1920, fasc. IV. 454

  

 

 

 

Il 9 febbraio 1320 il chierico milanese Bartolomeo Cagnolato testimonia nella Curia di Avignone che Matteo Visconti l'ha sollecitato a compiere un veneficio, grazie a una statuina, contro il papa Giovanni XXII.

Nella prima deposizione Cagnolato dichiara che l'abboccamento avvenne a più riprese a partire dall'ottobre 1319. In quel tempo papa Giovanni XXII era acerrimo nemico del ghibellino Matteo Visconti.

 

  APPROFONDIMENTO

Nella seconda deposizione dell'11 settembre 1320 Cagnolato documenta lo sviluppo della vicenda e dichiara che, ritornato a Milano, nel mese di marzo del 1320 con alcuni famigli per affari, venne affrontato da Bertamino Prendebon e Cassago, donzello di Matteo Visconti, i quali lo fecero incarcerare per ben 42 giorni.

Matteo Visconti sospettando il doppio gioco lo fece torturare, ma inutilmente. Giangaleazzo Viconti lo convocò presso di sé ordinandogli di approntare il veneficio. Cagnolato accettò e ottenuti denari  e statuina, ritornò ad Avignone.

Dichiara inoltre che se lui non avesse accettato c'era già pronto un certo Dante Alighieri di Firenze a sostituirlo.

 

 

 

 

Le testimonianze di questa storia sono conservate nell'Archivio Vaticano. I relativi documenti furono pubblicati da Jorio nel 1895, mentre il testo completo apparve in Von Zanbereinnwesen Aufangs des XIV Jahrundert in Historisch Jahrbuch XVIII, 1987.