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1344: Testamento di Alberto de Cremellina

Resti delle fortificazioni dell'area del castello medioevale di Cassago

Resti delle fortificazioni dell'area del castello medioevale di Cassago

 

 

11 aprile 1344

Testamento di Alberto de Cremellina fu Pagano, abitante a Cassago nella Pieve di Missaglia in cui nomina erede di tutti i suoi beni e diritti suo figlio Pagano

 

Milano, Biblioteca Trivulziana, Pergamene Belgioioso, Cart. 294, n. 20

 

 

 

11 aprile 1344 domenica XII, nel castello di Cassago, casa di prete Giovanni Martinus, officiale della chiesa di Cassago.

Testamento di Alberto de Cremellina fu Pagano, abitante a Cassago nella Pieve di Missaglia in cui nomina erede di tutti i suoi beni e diritti suo figlio Pagano. Il testamento stabilisce inoltre quanto segue: che tutte le usure da lui percepite siano restituite; che il settimo giorno della sua morte il suo erede sia tenuto a dare per la salvezza della sua anima presso la porta del castello di Cassago ai poveri 12 staia di mistura di segale e frumento in pane, secondo la misura milanese, uno staio di ceci in cibo e uno staio di sale; e il trigesimo dalla sua morte similmente 10 staia di uguale mistura in pane nello stesso luogo; e [...]; che ogni anno in perpetuo nell'anniversario della sua morte il suo erede sia tenuto a dare ai poveri nello stesso luogo un moggio di simile mistura in pane e a far celebrare due messe dando sacerdoti celebranti soldi 5 di terzoli; che i suddetti biada e denaro debbano essere ricavati da un appezzamento di terra, in parte lavorativo e in parte a prato, che Alberto possiede nel territorio di "biolzagetum" in località detta "ad Gambalionum" di 12 pertiche.

Stabilisce che Guglielma, Bruna e Maria, sue figlie legittime, qualora restino senza marito e senza beni propri, possano abitare ed avere le case del detto Alberto, con l'annesso forno, nel sedime sito a Cassago, dove abita il detto Pagano suo figlio. Lascia a Martinolo de Leuco fu Pietro, suo nipote, un sedime con edifici e corte sito a Vimercate nella contrada della "Curtexella", e due appezzamenti di terra lavorativa con le viti siti nel detto territorio in località detta "in contrata de Opreno" o "in Camercita", di circa 25 pertiche, a condizione che il detto Martinolo non possa alienare in alcun modo le terre senza il consenso del detto Pagano.

Lascia a Giovanna de Placentia fu Paolo, sua nipote, in occasione di un suo matrimonio temporale o spirituale, lire 12 di terzoli. Lascia al monastero di Pontida nella diocesi di Bergamo due case con portico nel castello di Cassago presso la casa chiamata "Palatium" e in cui abita il suo massaro.

Lascia a Floramonte, sua legittima moglie, il suo letto con tutti i drappi, le gioie, uno scrigno e lire 150 di terzoli che ha portato in dote; un affitto livellario perpetuo di tre moggi di mistura di segale e miglio, dovuto da Attolo de Biolzago di Filippo detto Polo fu Attone di Bulciago, con libertà di farne ciò che vuole; stabilisce che se Floramonte vuole abitare nel castello di Cassago possa avere e godere di un sedime con due case, portico e corte sito nel detto castello, di un "columbarium" sopra la porta del castello e della terra con le viti sita nel "terragium" del castello, a condizione che dopo la morte di lei il "columbarium" vada al detto monastero di Pontida, il sedime al detto Pagano e la terra al cappellano della chiesa di Cassago, che sarà tenuto a sua volta a celebrare una messa ogni mese per la salvezza dell'anima del testatore; lascia inoltre a Floramonte un appezzamento di terra lavorativa con le viti sito nel territorio di Cassago in località detta "ad fontanam", di circa 12 pertiche; lascia ancora a lei gli animali, gli utensili, vari altri oggetti e lire 50 di terzoli. Inoltre se i suoi eredi verranno meno alle dette condizioni relative alle elemosine, le terre in questioni dovranno essere amministrate ed affittate dal detto cappellano della chiesa di Cassago e dal "castaldus" del monastero di Pontida, nonché dai consoli di Cassago, che adempiranno all'obbligo di cui sopra.

Lascia infine alle sue due nipoti, figlie di sua figlia Maria e di Princivalo de Bernadigio, lire 12 di terzoli ciascuna in occasione di un loro matrimonio temporale o spirituale.

Notaio Paganino de Sartirana fu Uberto, di Milano, Porta Nuova, abitante a Monte nella Pieve di Abbiategrasso, notaio e messo regio.

Sottoscrivono: prete Giovanni Martinus, officiale della chiesa di Cassago, e Parascuinus de Sartirana di Pagano, notaio di Monte.

 

 

La famiglia Cremellina o Crimellina era già presente a Cassago alla fine del Duecento. In un atto del 1288 compare Alberto figlio di Pagano. Nella famiglia si susseguono alternati i nomi Alberto e Pagano anche Trecento: il Pagano padre di Alberto de Crimellina, testatore di questo atto, era quasi certamente figlio dell'Alberto che compare nell'atto del 1288, a sua volta figlio di altro Pagano. In altro atto del 1386 compaiono Antonio e Maxetum de Cremellina figli di Pagano.

Cremellina deriva probabilmente dall'omonimo toponimo di un abitato oggi scomparso che sorgeva sulla riva sinistra dell'Adda, nell'attuale territorio del Pascolo di Calolzio. Sembra di poterlo ubicare nell'area delimitata a nordovest dall'antico corso del torrente Galavesa e forse dall'antica strada che portava al ponte di Olginate, a sud-ovest dall'Adda e dal lago di Olginate ed a sud-est dalla zona delle località Zuccarello, Prato della Guerra e Baserga. La zona in cui sorse Cremellina fu abitata in epoca antica e la fondazione di questa località è certamente remota, ma di datazione incerta. Poco dopo il 1969, lavorando ad un pozzo nell'orto presso una vecchia casa in località Pascolo, a 100-150 di metri dal ponte, furono scoperti resti forse di età romana fra cui, sembra, un mosaico, pare geometrico e policromo, forse attinente ad un'abitazione, che venne purtroppo distrutto. Potrebbe trattarsi dei resti di una delle ville rurali romane sorte nel territorio, una delle quali è stata scoperta a Garlate. Va ricordato come Cremellina ed Olginate si trovassero poco distanti dal ponte di Olginate e dalla relativa strada, datati al III secolo d. C.

A Cremellina esisteva una chiesa che è ricordata anche nel 1288 circa ed il 30 gennaio 1366, quando è detta ecclesie sancti bernabovis de Cremlina ed è noto che avesse proprietà nei dintorni. Cremellina è ricordato come località ancora nel 1373, quando i provvisionati di Bernabò Visconti passarono da Mapello, Palazzago, Pontida, Vercurago, Cremellina. Le ragioni della scomparsa dell'abitato possono essere principalmente due: o un'esondazione dell'Adda o del Galavesa o le vicende belliche dei secoli XIV e XV, forse proprio quelle del 1373.

Già nel XIII secolo molti abitanti si erano trasferiti da Cremellina in altri luoghi e dopo la distruzione dell'abitato tutti dovettero esulare. Nel XIII e XIV secolo li troviamo ad esempio a Lecco, Olginate, Cassago e Monte Brianza.

Diversi da Cremellina compaiono nei documenti, anche se non sempre è possibile capire se si tratti di membri della famiglia o solo di persone provenienti dalla località. Nel febbraio 1148 Enrico da Cremellina possedeva un fitto su terre a Calusco [1] e ricompare il 23 marzo 1156 [2], il 17 ottobre 1178 il monaco Enrico da Cremellina era presente ad un atto fatto dal vescovo per il monastero di Fontanella. [3] Nel marzo 1187 troviamo Ariprando da Cremellina [4]. Mastro Girardo da Cremellina è citato il 18 maggio 1193 in un atto [5], il 15 dicembre 1195 ricompare come Canonico di Sant'Alessandro in Bergamo [6] e il 1 febbraio 1197 è fra i testimoni ad un rogito steso a Bergamo sulla loggia della cattedrale di Sant'Alessandro [7]. Il 24 settembre 1211 è definito quale canonico di Bergamo [8].

Troviamo anche due notai: Pietro di Giacomo da Cremellina di Olginate il 18 aprile 1213 [9] ed il 24 giugno 1219 [10] e Guizardo o Guitardo da Cremellina il 26 febbraio [11], il 28 marzo [12] e il 28 settembre 1217 [13]. Un certo Guizardo di ser Rogero da Cremellina è citato in documenti di domenica 7 aprile 1248 e martedì 18 marzo 1281 [14].

Varie altre persone sono citate come da Cremellina: il 4 febbraio 1204 Trincherio [15], il 13 luglio 1211 Oberto e suo fratello Guglielmo ed Uberto Negroni [16], nel 1212 Pietro Alazi e Maifredo ed Arnolfo suoi figli, il notaio Guizardo, Zambello Cone [17], il 18 aprile 1213 Alberto Gambaroni e Guglielmo suo fratello [18], il 26 febbraio 1217 Guglielmo fu ser Lanfranco [19] ed il 28 settembre Maffeo ed Andrea "che ora stanno nel luogo di Cremellina" [20], il 12 febbraio 1220 Gabriele Medolago Oberto e suo figlio Guglielmo [21]. Il 1 dicembre 1264 troviamo il notaio Lanfranco fu Guizardo [22]. Nello Statuto antico del Comune di Bergamo del 1248, troviamo Negro fu Urico da Cremellina fra coloro che avevano commesso "offesa e male" contro il Comune di Bergamo ed erano fuggiti [23]. Si ignora quale ne fosse il motivo specifico, anche se il momento era particolarmente significativo sia per le lotte fra le città nell'ambito della lotta fra Federico II ed il papa, sia perché in quel periodo il Comune di Bergamo cercava di consolidare il proprio potere sul contado, in particolare sulle zone periferiche. Il 5 marzo 1250 troviamo Belforte da Cremellina cittadino di Bergamo [24]. Tedaldo era fra i cento consiglieri del Comune di Lecco che il 31 maggio 1252 si arresero all'esercito del Comune e dell'arcivescovo di Milano [25]. Il 25 aprile 1288 è citato Alberto figlio di Pagano presbiter de cremelina che esercitava a Cassago la professione di notaio [26]. Il 10 giugno 1293 troviamo Pagano da Cremellina prete e Canonico della pieve di Almenno [27]. Il 18 aprile 1304 troviamo frate Teoldo fu ser Giacomo da Cremellina abitante in Civate [28], il 15 marzo 1338 Pietro da Cremellina notaio di Civate [29], il 4 maggio dello stesso anno sono citati illorum de Cremellina che avevano beni nel territorio di Valle Magrera [30]. Nel 1344 ritroviamo a Cassago Alberto de Cremellina figlio di Pagano. Il 31 luglio 1351 a Civate fra i testimoni ad un atto vi era Don Martino da Cremellina [31]. Mercoledì 26 novembre 1373 a Calco troviamo gli eredi di Balsarino da Cremellina [32]. Il 15 marzo 1373 troviamo Antonio fu ser Galizino da Cremellina del Borgo di Lecco, impegnato nel commercio della lana [33]. Il 12 novembre 1384 nella contrada Flumaselle del Borgo di Lecco esisteva una casa di Antonio detto Maffiolo da Cremellina [34], che il 21 febbraio 1387 ritroviamo come Antonio detto Matafolo da Cremellina fu Galizini Abitati del Borgo di Lecco [35].

 

 

Note

 

(1) - Pergamene dell'Archivio capitolare di Bergamo (=PACB) 2093; François Menant "Lombardia feudale" 1992 p. 178, 181; Longoni "Fonti ... IV-XII)" p. 27

(2) - PACB 2779

(3) - Pergamene del Monastero di Pontida (=PMP 78) in ASMi, perg.; Tagliabue "Cremellina ... " p. 28; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 27; Liliana Martinelli Perelli "Alcuni documenti del priorato di S. Egidio di Fontanella (secoli XII-XIII)" in "Archivio Storico Lombardo", anno CXV, 1989, serie XI, VI, p. 309-328, p. 323-324

(4) - PMP LXXXI, cart. 36 n.° 56; Longoni "Fonti ... IV-XII)" p. 111, 112

(5) - PMP LXXXVII, cart. 36 n.° 62; Longoni "Fonti ... IV-XII)" p. 27; Martinelli Perelli p. 324-326. Regesto in Paruta Paolo - Ottavio Maurelli "Compendium rerum excerptarum ab archivio civitatis Cumarum" Bibl. Civ. Como ms. 2.2.21, f. 103v-104. Fedele Savio "I "Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300 Descritti per regioni - La Lombardia Parte II volume I Bergamo-Brescia-Como" 1929, p. 43; Mario Tagliabue, Luigi Chiodi "Il priorato di S. Egidio dei Benedettini Cluniacensi in Fontanella del Monte (1080-1473) Storia e documenti" 1960 p. 26, Paolo Lunardon, Giovanni Spinelli "Pontida 1076- 1976 Fonti per la storia del Monastero di San Giacomo" 1977 anche in "Bergomum" lugliodicembre 1976, LXX, N.° 3-4 p. 164; Lunardon "I due priorati cluniacensi di S. Giacomo di Pontida e S. Egidio di Fontanella" in "Cluny in Lombardia Appendice ed indici" Italia Benedettina I, 1979, p. 159-182, p. 177; Martinelli p. 323-326

(6) - PACB 244

(7) - PACB 2758 e 4403; Menant p. 178; G. Medolago "San Gregorio di Cisano Bergamasco" 2001 p. 75

(8) - PACB 191

(9) - ASMi Perg. S. Margherita in Milano, cart. 476, N.° 18; Longoni "Fonti ... IV-XII)" p. 121

(10) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 27-28, 117; Perg. cart. 476 N.° 21; Longoni "Fonti ... IV-XII)" p. 132

(11) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 27, 120

(12) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 131. Dovrebbe così trasformarsi l'espressione V ante kal. apr., dato che in Lombardia anticipava di un giorno.

(13) - Perg. cart. 476 N.° 21; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 134

(14) - Not. V. Gatti I, 71

(15) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 129

(16) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 27, 28, 130

(17) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 129

(18) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 121

(19) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 27, 120

(20) - Perg. cart. 476 N.° 21; Longoni "Fonti ... IVXII)"p. 134 Gabriele Medolago 84

(21) - Perg. cart. 476 N.° 18; Longoni "Fonti ... IVXII)" p. 12

(22) - Bibl. Trivulziana di Milano, Fondo Trivulzio, cart. 1, N.° 20; Longoni "Monte Barro ... " p. 210-211; Longoni V. "Fonti per la storia della Valle San Martino Gente e comunità di Valle San Martino (sec. XII-XV)" 1998 p. 59 e 98- 10

(23) -Statuto vecchio del Comune di Bergamo coll. IX, 34 BCBg Sala I D 9 21, f. 16, edito in "Antiquae collationes statuti veteris civitatis Pergami" in "Historiae patriae monumenta" XVI, 1876, col. 1921-2086, col. 1947. Il riferimento è accennato in Tiraboschi "Nomi locali ... " sub voce, editoin Rosa, Tiraboschi, Gaffuri pag. 140

(24) - Not. Pietro Rocca ASBg not. 1c f. 31

(25) - Bibl. Trivulziana di Milano, fondo Belgiojoso, perg., cart. 292 (già); pubblicato da foto in Borghi "Eresia religiosità e fatti politici a Lecco nei secoli XIII e XIV" in AdLc, a. I, N.° 3, genn.-mar. 1978, p. 125-150, p. 133-134, 13

(26) - PMP CXCIX, ASMi FR cart. 38 n. 174

(27) - PACB 4109; Paolo Manzoni "Madonna del Castello Almenno La Pieve" 2006, p. 189

(28) - "Codice diplomatico d'Italia, ossia raccolta di documenti originali per la storia delle città e dei comuni d'Italia fatta dal conte Carlo Morbio (1811-1881)", Biblioteca Martin Luther Universitat - Halle (Saale) (Germania) - Fondo Morbio, Autografo XXIII, p.10, segnalazione di G. Aldeghi

(29) - "Codice diplomatico ... " Autografo. CXLV, p. 66, segnalazione di G. Aldeghi

(30) - ASMi FR 3711; Longoni "Monte Barro ... " p. 218-219

(31) - "Codice diplomatico ... " n. XIII - p. 9, segnalazione di G. Aldeghi

(32) - Archivio ECA Milano, Famiglie Cartella 149

(33) - Federica Zelioli Pini "Economia e società a Lecco nel tardo Medioveo. La famiglia de Molzio tra XIV e XV secolo" in AdLc a. XV, N.° 4, ott-dic. 1992, pp. 63, 67

(34) - ASMi, Perg. Lecco, cart. 129, fasc. 65; trascritto in Zelioli Pini p. 161

(35) - ASMi, Perg. Brescia varie, cart. 97; Zelioli Pini, p. 174-176