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DALLA AMMINISTRAZIONE DUCALE A CORTI ILARIO AMMINISTRATORE

La duchessa xenia

La duchessa Xenia

 

 

DALLA AMMINISTRAZIONE DUCALE A CORTI ILARIO AMMINISTRATORE

di Luigi Beretta

 

 

La questione dell'Asilo e dell'Oratorio femminile

Il 6 aprile 1951 era morta suor Ernesta Brambilla, superiora dell'Asilo fin dalla sua fondazione nel 1903. Don Motta cercò un colloquio con la Duchessa, benefattrice dell'Asilo, dove era ospitato l'oratorio femminile perché provvedesse alle opere di miglioramento che le suore sollecitavano. Queste opere furono chieste anche dalla Superiora provinciale che ammonì la Casa Ducale di togliere le Suore qualora non si fossero apportate migliorie all'Asilo. La querelle continuerà fino a metà 1953 quando la Duchessa comunica il proprio disimpegno e aggrava l'Amministrazione Comunale di ogni onere relativo alla ristrutturazione. I lavori vengono eseguiti dal Comune senza che don Motta possa intervenire come vorrebbe.

Anzi nel 1956 la Duchessa in visita a Cassago per vedere i lavori di ristrutturazione dell'Asilo che erano stati eseguiti arrivò alla conclusione che ora che il locale era ben messo, le "figliole dell'Oratorio, che sporcano, rovinano, rompono ..." non avrebbero più dovuto entrare nei locali dell'Asilo. La notizia trapelò fino alle orecchie del parroco e quel che temeva presto accadde. La Signora Duchessa gli consegnò una lettera dove in sostanza chiedeva che le ragazze non entrassero più in Asilo dal 1 marzo 1957. Si scatenò un putiferio con scambio di pesanti lettere, ma ogni azione del parroco fu inutile e la sera del 31 agosto 1957 la portinaia del Palazzo Ducale consegnò a don Motta un avviso ducale che con il 1 settembre, cioè l'indomani, le ragazze sarebbero state definitivamente escluse dall'Asilo.

Per tutta risposta, il 1 settembre, che cadeva nella festività parrocchiale di S. Agostino, don Motta alla prima S. Messa lesse l'avviso ducale e poi aggiunse: "oggi verrò alle vostre case e mi darete la vostra offerta per l'Oratorio femminile."

Viene trovata una soluzione provvisoria grazie all'intervento della Signora Rosa Carera vedova Galli che mette a disposizione un locale vicino all'Oratorio maschile. Ma a don Motta questo non basta e subito contatta Eugenio Colnago per chiedergli un progetto e il capomastro Pozzi per eseguire i lavori. Nonostante la parrocchia avesse con quest'ultimo molti debiti, egli accetta di eseguire il lavoro, tralasciandone altri. per don Motta è il segno che preghiere delle ragazze sono state accette al Signore e così il giorno 15 settembre, incolonnate le ragazze dell'oratorio, si reca sul posto dell'erigendo locale e posa la prima pietra. Era la festa della Madonna Addolorata - annota don Motta - e nella capsula della prima pietra allegata a una pergamena fu messa una medaglietta d'oro con l'effigie dell'Addolorata. L'ultima domenica di gennaio le ragazze entrano nel nuovo salone. E' ancora rustico, senza pavimento. Sarà completato gradualmente solo il 1 giugno 1958. L'Oratorio femminile sarà tuttavia veramente completato solo nell'agosto 1965. Sia pure concepita nel suo insieme, l'opera fu però attuata a lotti, poiché la congiuntura economica nazionale, dopo gli anni del boom, stava vivendo una fase di stagnazione che si sentiva anche nei piccoli paesi. Le finanze parrocchiali erano dissanguate e per di più l'impresa era pressata dalle richieste di altri clienti che la minacciavano di rompere il contratto.

A questo punto don Motta si decise a chiedere un prestito bancario, cosa che ottenne dopo numerose noie burocratiche grazie all'intervento preciso e professionale di Eugenio Colnago. Il mutuo fu concesso a buone condizioni dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.

 

Le Suore chiedono ufficialmente delle migliorie all'Asilo

Da Brescia il 21 ottobre 1952 viene spedita una lettera al Duca Marcello Visconti di Modrone affinché provveda ad alcune migliore all'edificio dell'Asilo. E' la Superiore Provinciale, suor Maria Rosaria Nascimbene a firmare la missiva. Il contenuto della lettera è pacato ma nello stesso tempo piuttosto chiaro e preciso e mette a nudo tutte le pecche e le inadempienze economiche ed educative della Amministrazione ducale:

"Mi permetto di far presente a cotesta Onorevole Amministrazione alcuni rilievi riguardanti l'Asilo Infantile di Cassago, dove le mie Suore da moltissimi anni esercitano la loro missione di bene tra i bimbi e la popolazione cassaghese, certa di Sua cortese comprensione. Rendo noto anzitutto, che i bimbi frequentanti l'Asilo, sono assai numerosi, quindi le aule sono insufficienti alla bisogna; l'arredamento scolastico è in cattive condizioni e necessita di urgenti riparazioni, nonché di innovazioni. Le Suore Insegnanti non possono svolgere il programma governativo della Scuola Materna che prescrive disegni ed altri esercizi grafici e manuali perché i bimbi non possono far nulla sui banchi, tanto sono disadatti e consumati dal lungo uso di moltissimi anni. Poveri piccoli ! fa davvero pena il vederli in una condizione disagiata ... Cotesta onorevole Amministrazione poi, non ignora il deplorevole stato in cui si trovano la cucina e il Refettorio dei bimbi, posti nel seminterrato; manca il locale per la ricreazione, specie nel tempo piovoso ed invernale; pure i servizi igienici abbisognano di radicali riparazioni e si impongono altri lavori necessari. Le Suore pure attendono una discreta sistemazione del loro alloggio ed un aumento di assegno mensile, poiché è loro impossibile affrontare le spese della vita con la misera e indecorosa somma di £. 15000, per quattro persone, che sono pur necessarie per l'insegnamento, l'assistenza, la refezione scolastica e l'ordine degli ambienti, dati i numerosi bimbi iscritti.

Da tutto questo insieme di cose incresciose, Suore e piccoli si trovano in uno stato di disagio, che si accrescerà nella stagione invernale che si avanza, anche perché il combustibile non viene sempre fornito a tempo debito ed in quantità sufficiente. Ed in conseguenza, chi non comprende i gravi sacrifici che si compiono all'Asilo di Cassago ? Per dovere di coscienza, io non posso più permettere che le mie Suore continuino in tale penosa situazione, perché io ne ho tutta la responsabilità, quindi mi permetto di chiedere a cotesta Onorevole Amministrazione quali intenzioni ha per la sistemazione dell'Asilo di Cassago. Se mi si assicura che verranno fatte le debite riparazioni e modifiche al più presto, e che si provvederà ad una gista e doverosa retribuzione delle Suore, io lascerò che esse continuino a Cassago l'Opera loro; in caso contrario, riferendomi all'articolo ultimo della Convenzione stipulata fra la mia Comunità e la Distinta Famiglia Ducale, nel lontano 1903, nella persona di Sua Eccellenza il Duca Uberto Visconti di Modrone, di santa memoria, che dà alle parti contraenti la facoltà di rescinderla, con un anno scolastico di preavviso, io fin d'ora comunico a cotesto Onorevole Consiglio di Amministrazione che alla chiusura dell'Asilo, nell'estate dell'anno 1953, ritirerò le mie Suore. Mi spiace, ma proprio dopo 50 anni di indefesso lavoro, compiuto con tanto amore e disinteresse per i bimbi e per la popolazione, nonché per la Parrocchia, le Suore della Carità, sarebbero costrette a lasciare la loro missione di Cassago. Certa che cotesta Spettabile Amministrazione vorrà prendere ad esamina il mio esposto, e venire ad una decisione soddisfacente, attendo una cortese risposta.

Col massimo ossequio

Devotissima Suor Maria Rosaria Nascimbene

Superiora Provinciale delle Suore della Carità."

Ad una lettera così dura e puntigliosa la Casa Ducale non potè che piegarsi ed accondiscendere alle richieste della Madre Superiora. Ma la Casa Ducale incominciò a fare qualche conto e si accorse che le esigenze economiche dell'Asilo in quel primo dopoguerra diventavano via via più cospicue. Per cui pensò di provvedere diversamente alla sua gestione incaricando qualche persona di sua fiducia con buone capacità amministrative in grado di traghettare l'Asilo in quei miseri frangenti economici. Il Duca Marcello probabilmente già pensava ad un futuro disimpegno della Casa Ducale, tenuto conto soprattutto della volontà, ormai prossima, di vendere gran parte delle proprietà immobiliari e terriere che la famiglia possedeva a Cassago. Fu trovata la persona adatta, un uomo distinto, di buona famiglia borghese, con una eccellente preparazione per quei tempi: era il signor Corti Ilario, Sindaco del paese, che negli anni a venire avrebbe svolto un ruolo di primo piano nella società civile di Cassago venendo rieletto Sindaco per più volte.

E' a lui che la Suora Provinciale Maria Rosaria Nascimbeni invia una fiduciosa lettera di auguri perché grazie alla sua autorità riesca a risolvere gli annosi problemi che la gestione dell'Asilo si trascinava da anni e che rischiava di far ritirare le Suore da Cassago:

"Egregio Signor Corti Ilario Sindaco di Cassago

Dalla pregiata Sua dell'8 corrente mese apprendo con piacere che la Signoria Vostra ha avuto dalla Casa Ducale l'autorizzazione ad essere Presidente di un Comitato di Capi-Famiglia, allo scopo di studiare e risolvere i vari problemi inerenti a cotesto Asilo Infantile. Rilevo pure che Vostra Signoria dopo aver presa visione di tutte le riparazioni che vi si impongono ha, di comune accordo, coi Capi-Famiglia deciso di iniziare nel prossimo Agosto, i lavori più urgenti, e continuare in seguito gli altri fino a completa e decorosa sistemazione dei locali dell'Asilo, che sarà di onore al paese e di comune soddisfazione. Ora, fiduciosa nell'appoggio di Vostra Signoria e nella buona volontà di cotesta popolazione di cooperare a tale sistemazione, comunico che da parte mia sono disposta ad annullare il provvedimento preso in merito al ritiro delle mie Suore, e significato alla Signoria Vostra con lettera raccomandata del 28 aprile 1953. Prego però la Signoria Vostra di venire incontro alle mie Suore con un'equa e docorosa retribuzione.

Coi più deferenti ossequi, mi raffermo Brescia 16 luglio 1953

Devotissima Suor Maria Rosaria Nascimbene

Superiora Provinciale delle Suore della Carità "

Dal 1953 il signor Ilario Corti amministra, senza alcun compenso, l'asilo infantile per incarico della Casa Ducale e ciò allo scopo di renderlo più confortevole sia per le Reverende Suore, sistemando i locali da loro occupati, quanto per i numerosi bambini che lo frequentavano, dotandolo dei principali servizi indispensabili quali servizi igienici più efficienti, la cucina, il refettorio, la sistemazione del cortile con le tubazioni per la raccolta delle acque, l'impianto centrale di riscaldamento con termosifoni. Riuscì anche ad ottenere al piano sopra una spaziosa aula dividendo il salone centrale, che era alto quanto il fabbricato, in due aule; il piano terreno fu destinato alla ricreazione e il primo piano alle attività dei più grandi. Tutto ciò venne realizzato in collaborazione con la popolazione, che con molta comprensione contribuì generosamente alle spese, e con altri contributi da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, della Provincia e del Comune. In quegli anni i bambini che frequentavano l'asilo pagavano solo una modesta retta mensile per la minestra del mezzogiorno dopo la quale mangiavano quanto da casa portavano nel cestino.

Un altro fine da raggiungere e per il quale il signor Ilario Corti accettò dalla Casa Ducale l'incarico di seguire e amministrare l'asilo, era quello di arrivare a convincere il Duca Marcello Visconti di Modrone e sua moglie la Duchessa Xenia a donare la costruzione all'Ordine delle Reverende Suore o al Comune o almeno, nell'impossibilità della donazione, a venderlo al Comune, la qual cosa si riuscì ad ottenere definitivamente nell'anno 1970.

 

I salari delle Suore

La convenzione del 1903 prevedeva un salario complessivo per tutte le Suore (più la fantesca) di 1300 lire. Il salario seguì diversi aggiustamenti nel tempo, soprattutto nel dopoguerra, quando l'economia in espansione fece lievitare l'inflazione. In più occasioni la Superiora Provinciale chiede un adeguamento dei salari per sopperire alle ristrettezze economiche in cui versavano le Suore di Cassago.

Ne abbiamo un esempio nel 1959, quando Suor Domenica Costantini, da Brescia invia il 28 ottobre una lettera alla duchessa Xenia perché provveda ad aumentare il salario globale da corrispondere a tutte le suore a 50000 lire al mese:

" A sua Eccellenza la Duchessa Xenia Visconti di Modrone

Milano via Cerva n. 28

In ossequio alle disposizioni dei miei Superiori maggiori, e dato l'accresciuto costo della vita, mi permetto di presentare all'Eccellenza Vostra la mia fiduciosa domanda, perché venga aumentato il compenso mensile delle mie Suore, prestanti servizio negli Asili Infantili di Cassago e di Macherio. Dalla Direzione Centrale del mio Istituto viene proposto che l'attuale insufficiente mensile, a far tempo dal 1 gennaio 1960 venga portato alla somma globale mensile di 50.000 lire. Nutro fiducia che l'Eccellenza Vostra, ben compresa delle odierne esigenze, non avrà difficoltà a soddisfare la mia richiesta. D'altra parte può stare ben sicura che le mie Suore continueranno, col massimo zelo, a prodigarsi per il buon andamento dei suoi Asili, a vantaggio di tanti innocenti. In attesa di un cortese cenno di risposta favorevole, anticipatamente ringrazio e distintamente ossequio, riconfermandomi all'Eccellenza Vostra Signora Duchessa,

devotissima Suor Domenica Costantini

Superiora Provinciale delle Suore della Carità."

Una lettera dello stesso tenore fu inviata confidenzialmente anche alla Superiora della Comunità di Cassago Suor Alinda, per tenere un posizione comune verso la Casa Ducale:

"Dio Solo!

Carissima Suor Alinda,

Le mando in visione la lettera che ho spedito alla Signora Duchessa per avere l'aumento mensile in loro favore. Qualora venisse interpellata faccia comprendere che l'attuale mensile è davvero troppo misero, ed insufficiente per affrontare le spese della vita. Speriamo che la mia domanda venga prese in considerazione, così col 1 gennaio, potranno percepire la somma di L. 50.000. Colgo l'occasione per fare loro gli auguri di una santa Festa di Ogni santi e dei morti.

Coi più cordiali saluti le benedico,

affezionatissima nel SignoreSuor Domenica Costantini. "

Alla richiesta delle suore rispose la Casa Ducale con un dispaccio a firma del Duca Marcello e della Duchessa Xenia, che accettava l'aumento di salario proposto:

"Molto reverenda Suor Domenica Costantini Superiora

Provinciale delle Suore della Carità

BRESCIA - Via Torricella 8

Reverendissima Madre,

prendo atto di quanto Ella mi scrive nella lettera del 28 ottobre uscente mese.

Dal 1 gennaio 1960, il compenso mensile alle Reverende Suore che prestano servizio presso gli Asili Infantili di Cassago e Macherio, verrà corrisposto nella misura da Lei richiesta in lire Cinquantamila. Mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei deferenti saluti. pp. Duca Marcello Visconti di Modrone

la Duchessa Xenia Visconti di Modrone."

Una nuova richiesta di aumento venne avanzata dalla stessa Superiora Provinciale Suor Domenica Costantini nel 1963. In una lettera datata 18 dicembre 1963, indirizzata al Duca Marcello nella sua qualità di proprietario e presidente dell'Asilo Infantile di Cassago e anche di Macherio, la Madre lo invita ad adeguare lo stipendio delle Suore alle nuove esigenze economiche della Comunità cassaghese:

" A Sua Eccellenza il Duca Marcello Visconte di Modrone proprietario e presidente dell'Asilo Infantile di Cassago e di Macherio In ossequio alle direttive pervenutemi dalla Direzione Centrale del mio Istituto, e in considerazione dell'enorme aumento del costo della vita verificatosi in questi tempi, sottopongo all'attenzione di Vostra Eccellenza la convenienza e l'opportunità di elevare il compenso mensile che le mie Suore, in servizio presso gli Asili Infantili di Cassago e di Macherio, percepiscono attualmente e che è insufficiente a coprire le spese indispensabili alla vita.

Pertanto viene fatta la proposta che l'attuale compenso venga portato, a partire dal gennaio 1964 a: lire 25.000 (venticinquemila) mensili per ciascuna Suora. La Eccellenza Vostra bene aggiornata sul costo della vita attuale, e a conoscenza di quanto si deve spendere per la preparazione delle Suore al conseguimento del diploma legale di Maestra di Scuola Materna, certamente non riterrà eccessiva la richiesta, e l'accoglierà senz'altro. Con questa fiducia, ringrazio anticipatamente della comprensione che l'Eccellenza Vostra vorrà avere, e resto in attesa di un cortese cenno di risposta in merito.

Colgo l'occasione per porgere santi auguri di liete feste Natalizie e distintamente ossequio, riconfermandomi, dell'eccellenza Vostra,

signor Presidente,

devotissima Suor Domenica Costantini

Superiora Provinciale delle Suore della Carità."

Responsabile dell'Amministrazione dell'Asilo era in quell'epoca il duca Marcello Visconti di Modrone (Macherio 1898 - Carns sur Sierre, Svizzera 1964). Uomo d'altri tempi, mal si adattava alle mutate condizioni politiche del dopoguerra. Proprietario fondiario e imprenditore tessile, era andato giovanissimo volontario nella prima guerra mondiale combattendo in artiglieria e poi in aviazione, dove, distinguendosi come pilota, raggiunse il grado di colonnello.

Nel 1929 venne nominato podestà di Milano, carica che ricoprì fino al 1935. Fu uno dei pionieri della bonifica della piana di Metaponto e si dedicò anche a varie opere benefiche. Durante il secondo conflitto mondiale venne chiamato a presiedere il comitato della Croce Rossa Italiana.