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Percorso : HOME > Cassago > Quattrocento > Ugo De CazagoUGO de Cazago
Lapide del 1603 che ricorda il lascito di Bernardino de Sapis
UGO DE CAZAGO
di Cristina Belloni
tratto da FRANCESCO DELLA CROCE CONTRIBUTO ALLA STORIA DELLA CHIESA AMBROSIANA NEL QUATTROCENTO (Milano, NED, 1995, [Archivio Ambrosiano, LXXI])
Veronica Della Croce nel gennaio 1422 sposò Giacomo de Cazago: dal matrimonio nacquero numerosi figli, tra cui almeno cinque maschi - Alberto, Luca, Ambrogio, Martino e Ugo de Cazago - quattro dei quali furono avviati alla carriera ecclesiastica. G. Masini, Per la storia della società milanese. La famiglia della Croce tra XIV e XVI secolo, tesi di laurea, Milano, Università degli Studi, A.A. 1982-1983, pp. 56-57 riporta il regesto dell'atto di consegna della dote di Veronica, pari a 681 lire e 12 soldi imperiali e del suo corredo, del valore di 323 lire e 10 soldi. La famiglia de Cazago (Cassago Brianza, prov. di Lecco) aveva dato nel XIV secolo un capitano di Parma nella persona di Cassago de Cazago (B. Corio, Storia di Milano, a cura di A. Morisi Guerra, Torino 1978, I, p. 762).
Probabilmente il più giovane dei fratelli che abbracciarono la carriera ecclesiastica. Le prime notizie che lo riguardano risalgono solamente al 1458, quando comparve in un documento come canonico residente nella chiesa milanese di S. Nazaro in Brolo [1], prebenda che aveva probabilmente ricevuto per rinuncia dello zio, Francesco della Croce. Ebbe inoltre altri due canonicati nella chiesa di Corbetta [2] e in S. Ambrogio maggiore di Milano [3] e la cappellania di S. Maria della Florana nella chiesa di S. Nazaro, sottoposta al giuspatronato ducale [4] e nel 1478 tentò, come vedremo, di ottenere la provvista di altri benefici. Nel 1494, infine, si trovò coinvolto insieme al nipote Luigi, figlio di Alberto [5], in una vertenza contro Giovanni Antonio Bossi per la provvista di una delle cappellanie del Duomo [6]. Anch'egli negli anni Ottanta soggiornò presso la curia pontificia ove ebbe modo di agire come sollecitatore in una causa tra la Fabbrica del Duomo e l'antica cattedrale di S. Tecla, demolita durante i lavori di costruzione del nuovo edificio [7]. La documentazione sforzesca non tramanda molte notizie su Ugo, che ci appare, però, come dotato di un carattere alquanto turbolento.
Nel marzo del 1474 fu il principale protagonista di un'aggressione ai danni del preposito di S. Maria degli Ottazzi e del generale degli Umiliati nella quale furono coinvolti anche i fratelli [8], mentre nel novembre del 1478 fu accusato di aver provocato la fuga di un prigioniero che si trovava nelle mani di alcuni famigli dei collaterali ducali Francesco Birago e Giovanni Busti e per questo fu prima incarcerato, quindi confinato a Como [9]. Tra le due date appena menzionate si collocano due tentativi da parte di Ugo di ottenere la collazione di due benefici curati. Nell'agosto del 1476, essendo vacante la chiesa parrochiale di S. Quirico di Gudo Tabiago - oggi Gudo Visconti - sottoposta al giuspatronato di un ramo della famiglia Visconti, Ugo ottenne da una parte dei patroni di essere eletto come nuovo rettore, mentre l'altra parte preferì un certo prete Giacomo Zacchei da Cannobio, ed il duca propose come nuovo beneficiario il proprio cantore Antonio [10].
Questa volta il duca dovette rinunciare al conferimento della rettoria al proprio candidato, forse per non urtare i patroni del beneficio, ma non fece altrettanto lo Zacchei e si aprì una controversia per la collazione del beneficio che si concluse il 30 gennaio 1478, quando i due litiganti cedettero i propri diritti a Martino de Cazago, il fratello di Ugo, che ottenne la collazione apostolica della rettoria [11]. Poco prima di procedere a tale rinuncia Ugo aveva tentato con la complicità del preposito di S. Giuliano Milanese di ottenere la provvista di un'altra chiesa, quella di S. Ambrogio di Calvenzano, annessa a S. Maria di Bustighera. Dopo essere stato eletto dai vicini di Calvenzano, infatti, Ugo si era presentato al preposito, cui competeva l'istituzione canonica del nuovo titolare, che aveva emanato il previsto editto fissando un termine per la presentazione di eventuali opposizioni alla sua nomina.
Quando, però, alla data prevista, i vicini di Bustighera si erano presentati per respingere la candidatura di Ugo, prevedendo che gli oneri connessi agli altri benefici di cui era titolare gli avrebbero impedito di fare residenza [12], il preposito di S. Giuliano non si era fatto trovare ed aveva in seguito fraudolentemente proceduto alla conferma del nostro. I vicini di Bustighera, che avevano nel frattempo eletto al beneficio un certo prete Agostino da Mantova, si erano rivolti a Filippo Calvi, vicario degli appelli dell'arcivescovo milanese, ma temevano che Ugo trascinasse l'intera vicinia nella solita, costosa e interminabile controversia: l'unica via per evitarla era parsa loro il ricorso ai duchi, nella speranza che essi sollecitassero la rapida conclusione della vertenza e l'istituzione di prete Agostino a rettore del nuovo beneficio [13]. L'esito della vicenda ci è, purtroppo, ignoto.
Note
(1) - ASMi, Reg. Duc., reg. 156, c. 186r - patente ducale del 18 novembre 1458 con la quale, su richiesta di Francesco della Croce, venne concessa licenza a Ugo di esercitare il diritto di opzione nei confronti di qualsiasi casa canonicale si rendesse libera nella chiesa in seguito alla vacanza di una prebenda, essendo la dimora assegnatagli del tutto indatta.
(2) - Ivi, reg. 101, c. 25r - il duca al vicario arcivescovile di Milano, 1464 luglio 20.
(3) - Secondo l'Elenco dei canonici ..., ad vocem tenne il beneficio almeno dal 1473 al 1475.
(4) - Risulta titolare del beneficio nel gennaio 1478 (ASMi, Sforzesco, c. 1080 - supplica dei vicini di Bustighera al duca).
(5) - Alberto è l'unico dei fratelli a noi noti che non intraprese la carriera ecclesiastica. Di lui sappiamo solo che negli anni Quaranta assunse in un caso la rappresentanza del fratello Luca (v. sotto, p.>>>>) e che nel 1494 era già defunto.
(6) - E. Salanti, Il capitolo..., p. 143. Luigi aveva un'età compresa tra gli undici e i quattordici anni.
(7) - Annali ..., III, pp. 39 e 45. Nel dicembre del 1487 ricevette il pagamento di 181 lire e 4 soldi. La segnalazione successiva è del 27 gennaio 1489.
(8) - ASMi, Sforzesco, c. 922 - Francesco Fossati a Cicco Simonetta, 1474 marzo 25.
(9) - Acta in consilio ..., II, pp. 309 e 334.
(10) - ASMi, Sforzesco, c. 931 - Filippo Calvi e Giovanni Imperiali al duca, 1476 agosto 30. Dalla lettera risulta che il defunto rettore Ambrogio Zacconi avesse anche tre prebende in S. Alessandro di Milano, S. Martino di Bollate e S. Vittore di Arcisate. A sostegno della candidatura di Ugo intervenne anche il solito Ambrogino da Longhignana, scrivendo al Simonetta (Ibidem - 1476 settembre 14).
(11) - ASV, Annatae, reg. 25, c. 151v - 1478 febbraio 18 in G. Battioni, Camera apostolica ..., II, sub data.
(12) - Il sospetto era più che fondato, in quanto la cappella della Florana imponeva la residenza presso il beneficio e la celebrazione di messe presso lo stesso, e prevedeva la privazione degli inadempienti (v. sopra, p.>>>>>).
(13) - ASMi, Sforzesco, c. 1080 - supplica dei nobili e vicini di Bustighera ai duchi, s.d. [ma gennaio 1478].