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La Chiesa medioevale di Santa Brigida di Kildare

Icnografia della vecchia chiesa medioevale in un disegno dall'architetto Sangalli

L'icnografia della chiesa medioevale di santa Brigida prima della demolizione (1757)

Disegno di Carlo Gio:Sangalli

 

n. 2    sagrato (cui si accedeva da una scala)

n. 6    accesso alla scala per la cantina           n. 7    cortile parrocchiale

n. 8    campanile                                              n. 9    salettino parrocchiale

n. 10  cucina                                                    n. 11  Chiesa di santa Brigida

n. 12  Battistero                                              n. 14  strada processionale (al cimitero)

n. 15  muro del portico Visconti                       n. 16  Palazzo Visconti

n. 17  stalino parrocchiale                               n. 18  sacrestia

n. 20  muro di cinta Visconti  (che si allacciava a una casa da Pigione dei Visconti)

Il nord è indicato dalla direzione della freccia.

All'interno della chiesa si notano due altari, preceduti da una scalinata.

 

 

LA CHIESA DI S. BRIGIDA VERGINE E S. GIACOMO MAGGIORE APOSTOLO PARROCCHIALE DI CASSAGO

di Luigi Beretta

 

 

La dedicazione

La chiesa medioevale e poi parrocchiale di Cassago all'epoca di san Carlo, porta il titolo di S. Brigida Vergine, monaca irlandese del V secolo, fondatrice del doppio monastero di Kildare. E' molto probabile che questa titolazione si possa riferire all'età carolingia od ottoniana, quando monaci irlandesi percorsero l'Europa evangelizzando intere popolazioni.

Questa dedicazione si trova nell'elenco delle chiese milanesi redatto dal Bussero nel suo Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis nello scorcio finale del XIII secolo. Al primitivo titolo fu aggiunta nel XIV-XV secolo la dedicazione a S. Giacomo Maggiore Apostolo, per analogia alla medesima del monastero benedettino di Pontida, di cui era diventata una dipendenza fra il XII e il XV secolo. In età carolina questa chiesa diventò la chiesa parrocchiale di Cassago. Fu sempre una chiesa povera senza redditi propri.

 

La prima descrizione di questa chiesa fu fatta dal Clivone nella prima visita pastorale in età borromaica.

 

Die suprascripto visitavit ecclesiam parochialem sanctorum Jacobi et Cristofori Cassaghi in qua Sacramentum non est tamen est tabernaculum ligneum super altare pro servanda eucharestia in quo brevi servare velle dixit parochus. Sanctuarium est a dextris Altaris sub Bredella lignea et est clausum. Olea sacra sunt in tribus vasibus plumbeis coniunctis. Liber Baptismatum et matrimoniorum adest iuxta forma ordinationum generalium. Sanctorum reliquiae non sunt. Ecclesia est satis pulchra et partim picta longa bracia 15 lata 10 tegulis tantum cooperta et pavimento solata, Sacristia non est, Campanile non est sed tantum pilastrellum super domum vicini ecclesie contiguam quae domus dicitur turris et ibi est campanella quae pulsatur pro fune que trahitur ab ipso pilastrello per transeundo tectum usque et supra Curiam usque domus suprascripta usque ad Cimiterium a quo Cimiterio parochus vel Clericus pulsat ipsam Campanellam. Cimiterium est partim Clausum et partim apertum. Et ibi est Capella Sancti Rochi cum Altari aperta et cooperta, sed ibi non celebratur. Redditus non est, paramenta vero descripta sunt in infrascripta lista videlicet. Ecclesia paramenta sancti Jacobi Cassaghi. Altaria sunt duo videlicet maius sub capella magna pulchra picta fornicata ornata cum duobus columnis siliceis ante fornicem sustinentibus. Altare sanctae Marie est a sinistris ecclesie inornatum, sive Bredella, discoopertum, sine paramentis et sine redditu. Domus ecclesie est contigua et habet quatuor loca videlicet duo inferiora et totidem superiora cum Curia et Hortulo, in qua habita solus.

Presbiter Jo:Antonius Brambilla Rector dicte ecclesie cui dant homines dicte terre Lire 80 imperialium singulo anno pro dicta Rectoria exercenda ex eorum devotione. Supra Cimiterio adest capelle Sancti Rochi aperta cooperta cum altari, sed ibi non celebratur, sed non est obligatio. Animae que sumunt sacramentum sunt 150 vel circha et omnes sunt Confessi. Schola Corporis domini adest et parochus Docet Doctrinam Christianam diebus festivis post prandium. Ordinavit quod altare Sancte marie aptetur iuxta forma ordinationum generalium servetur sacratissimum sacramentum eucharestie attamen quod homines parati sunt ad expensas faciendas. Fiat pixis, cimiterium totum claudatur. Amoveatur sanctuarium a loco ubi est de presenti et alibi fiat Iuxta ordinationes. Fiat campanilr vel saltem pilastrum supra pariete ecclesie ibique ponantur campane. Fiat baptisterium. Claudatur Capella Sancti Rochi, vel destruatur altare. Fiat sacrastia.

 

L'ultima descrizione di quella che fu la chiesa medioevale di S. Brigida, prima che venisse demolita per dare spazio al giardino del Palazzo Pirovano-Visconti, risale al 1757 si trova negli atti della visita pastorale che il cardinale arcivescovo Pozzobonelli fece a Cassago quell'anno. Chi stese la relazione afferma che non era noto l'anno di erezione della chiesa. Questa aveva all'entrata un frontespizio con un ornato architettonico e vi si entrava da una porta sufficientemente ampia.

L'interno aveva una sola navata di 21 cubiti di lunghezza e 16 di larghezza. Il pavimento era in laterizio, mentre il tetto aveva delle tavole levigate.

Nella chiesa erano conservati sei sepolcri: uno per i parroci, un altro per la nobile famiglia Nava, un terzo per la famiglia Masnaga, i rimanenti servivano per la Comunità. Esistevano anche due cappelle: la maggiore era alta 14 cubiti, larga 16 e lunga 9. Vi si accedeva da una porticina di ferro salendo tre gradini che portavano all'altare. Quest'ultimo aveva un tabernacolo parte in ferro, parte dorato con due finestrelle, dove era conservato il SS. Sacramento. La cappella era lastricata con laterizi e sulle pareti aveva pitture antiche: c'era una croce e un'altra pittura raffigurava un Crocifisso che era protetto da un velo color porpora. L'altra cappella, sulla parete sinistra per chi entrava, fu edificata in onore della Beata vergine Maria.

Era lunga 5 cubiti, larga 6 con una arco sottostante il tetto ed era protetta da un cancello di legno. Aveva un altare sulla parete e sopra una mensola era conservata in una nicchia una statua in legno della Beata Vergine. L'altare maggiore era sulla parete di fondo della chiesa e vi si accedeva salendo tre gradini con in mezzo due colonne che reggevano un architrave.

Nella chiesa c'era anche la cappella del Battistero abbastanza ampia, con in mezzo una pietra di forma rotonda a columella e un ciborio di legno a forma ottagonale. Fra questa cappella e la parete laterale era stata scavata una finestrella ad uso di sacrario. Verso sud la chiesa era collegata a una torre da cui pendevano due campane a uso religioso. All'esterno, in prossimità della cappella maggiore si sviluppava, attorno alla chiesa, il cimitero. Per impedire l'accesso delle bestie al pascolo l'entrata era stata provvista di quattro gradini. Sempre vicino alla cappella maggiore c'era la sacrestia e l'ossario. Sull'altare maggiore erano esposte le ossa dei santi Gaudenzio, Costanzo e Magno.

I lavori per la costruzione della nuova chiesa durarono dal 1755 al 1761-1762: il 12 novembre 1755 si incominciarono i preparativi per la costruzione; il 5 agosto 1756 fu gettata la prima pietra delle fondamenta e l'onore toccò al mons. Vincenzo Visconti, fratello del conte don Antonio Francesco; il 28 novembre 1758 si concluse l'evacuazione dei sepolcri della vecchia chiesa; il 29 dicembre 1758 si iniziò a demolire la chiesa e la casa del parroco, il reverendo don Giuseppe Beretta.