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Percorso : HOME > Cassiciaco > Brianza Romana > Caratebrianza romana: Carate
Capitello romano con delfini nella basilica romanica di san Pietro ad Agliate
CARATE
Gli insediamenti e le tracce della romanità che si sono trovate a Carate e intorno a Carate sono notevoli. Uno dei più grossi insediamenti venuti alla luce è quello di Mariano Comense dove insieme ai resti degli edifici che costituivano l'antico vicus, è stata scoperta anche la necropoli con più di 220 sepolture.
A Biassono sono affiorate le tracce della villa romana di S. Andrea con una grande cisterna per la raccolta delle acque e un «tesoro» con oltre 2000 sesterzi.
Ancor più vicine a Carate sono i mosaici della villa romana di Robbiano di Giussano e la vicina necropoli di Cascina Gallazza, tra Robbiano e Verano.
A Capriano e a Brugora sono stati trovati, e ancora oggi si rinvengono, depositi di materiali di scarto provenienti da fornaci romane, organizzate con lavorazioni semi industriali.
Nel territorio caratese i rinvenimenti di materiali e testimonianze romane si sono avuti ad Agliate, alla Costa e a Realdino.
Tracce dei primi insediamenti wurmiani al Lambrodeno
Proprio sopra questo costone, che delimita il terrazzo fluviale dietro al cimitero di Carate, alcuni anni fa furono rinvenuti casualmente alcuni utensili di selce lavorata che sono stati genericamente datati all'età del Bronzo e testimoniano una fase insediativa, presente in tutte le culture, caratterizzata dall'aver il perimetro naturalmente delimitato e difeso da scoscendimenti. La località è strategicamente importante perché posta a controllo del guado del fiume, naturalmente difesa da due lati dalla ripidità della costa e fornita abbondantemente di fresche acque sorgive.
APPROFONDIMENTO
Il pianoro è noto col toponimo di Lambrodeno, meglio, nel nostro dialetto, Lambradu. Già lo svolgimento etimologico di questo toponimo, rafforzato dalla pronuncia locale terminante in u, dovrebbe metterci sull'avviso circa la strategica importanza del sito.
Le due parole che lo compongono, Lambro-dunum non lascerebbero dubbi sulla sua definizione: altura o recinto sul Lambro. Il luogo è dunque un punto di passaggio obbligato e qui dovevano convergere più vie che congiungevano la pianura occidentale alla Brianza collinare, selvaggia e boscosa, ma che doveva essere percorsa per i collegamenti verso oriente e verso le montagne ricche di metalli.