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Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Agostino TrapèAgostino Trapè: Terre di brianza
Immagine della copertina del libro
SANT'AGOSTINO - LA REGOLA
TESTO LATINO - ITALIANO
INTRODUZIONE DI P. AGOSTINO TRAPÈ O.S.A.
COLLANA «CARITAS VERITATIS» DI SPIRITUALITÀ AGOSTINIANA DIRETTA DA P. AGOSTINO TRAPÈ O.S.A.
EDITRICE ANCORA MILANO - Giugno 1971
Pag. 17-18
Capitolo 1 - Le fonti [del Monachesimo Agostiniano in generale]
Distinguiamo subito le fonti storiche da quelle dottrinali: le prime c'informano circa le esperienze personali del Santo, le altre ci danno un panorama del suo pensiero. Tra le prime, le principali sono:
a) I dialoghi di Cassiciaco
b) Le Confessioni
c) I sermoni 355; 356
d) La vita di S. Agostino, scritta da Possidio.
Tra le altre, oltre la Regola, di cui diremo in appresso, ricordiamo:
a) Il lavoro dei monaci
b) La santa verginità
c) Alcune lettere
d) L'esposizione sul Salmo 132.
1. Fonti storiche
a) I dialoghi di Cassiciaco, che sono quattro - Contro gli Accademici, La vita beata, L'ordine, I soliloqui - c'informano qua e là, in mezzo alle animate discussioni filosofiche, sullo stato d'animo di S. Agostino nel periodo che intercorre tra la conversione (primi di Agosto del 386) e il battesimo (25 Aprile 387).
Furono composti a Cassiciaco, una villa di campagna non lontano da Milano, messa a disposizione dall'amico Verecondo. Erano con lui «la madre ... il fratello Navigio, Trigezio e Licenzio, concittadini e discepoli ... Lastidiano e Rustico ... cugini ... e c'era (anche) il figlio Adeodato» (1) ed Alipio.
Essi ci offrono preziose indicazioni non solo sul tenore di vita che si conduceva in quell'amena solitudine della Brianza, ma anche - e questo conta di più - sulle disposizioni interiori del protagonista principale: nessuno che voglia conoscere l'ideale di S. Agostino può ignorare queste indicazioni. Sappiamo così che la giornata, aperta e chiusa dalla preghiera (2), trascorreva tranquilla tra le cure domestiche, cioè la cura del fondo dov'era la villa, le lezioni scolastiche ai discepoli, le discussioni filosofiche. Sappiamo inoltre che S. Agostino:
a) aveva rinunciato, «per la libertà della (sua) anima», ad ogni disegno di matrimonio (3);
b) che si era consacrato totalmente, con ardore incredibile, alla ricerca della sapienza (4);
c) che bramava di amare e servire solo il Signore, di cui si sentiva e voleva essere esclusiva proprietà (5). Sappiamo infine quale profonda coscienza possedesse delle sue infermità interiori e con quali gemiti quotidiani chiedesse a Dio di esserne guarito per poter giungere quanto prima all'amplesso beatificante della sapienza (6).
Che S. Agostino parli spesso in questi Dialoghi di «filosofia» nel cui porto dichiara di essersi finalmente rifugiato (7), e a cui esorta gli altri affinché ne contemplino la bellezza (8), non deve ingannare nessuno: il termine «filosofia» ha in S. Agostino, come spesso nei Padri, un significato vastissimo, che comprende ricerca e possesso della verità, cognizione e amore di Dio, distacco e fuga dalle cose sensibili; cioè un significato che ha insieme un contenuto intellettuale, religioso e ascetico. [...]
1. De beata vita 1, 6; PL 32, 962
2. De ordine 1, 8, 25; PL 32, 989; Ep. 3, 4; PL 33, 65
3. Solil. 1, 10, 17; PL 32, 878
4. Contra Acad. 2, 2, 5-6; PL 32, 921-922; De beata vita 1, 4; PL, 32, 961
5. Solil. 1, 1, 5 ; PL 32, 872
6. De ordine 1, 10, 29-30 ; PL 32, 991-992
7. De beata vita 1, 1-4; PL 32, 959-961
8. Contra Acad. 2, 2, 3-3, 8; PL 32, 920-923