Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Virginio Riva

Virginio Riva: Nibionno Tabiago Cibrone

Immagine della copertina del libro realizzata dal prof. Alberto Ceppi

Immagine della copertina del libro realizzata dal prof. Alberto Ceppi

 

 

 

NIBIONNO TABIAGO CIBRONE

TRE PAESI DUE PARROCCHIE UN COMUNE

Di GAETANO RIVA

STAMPA LEGATORIA A.G. BELLAVITE S.R.L. - MISSAGLIA (LC) - 1997

 

 

 

 

CAPITOLO QUINTO - IL CRISTIANESIMO IN BRIANZA - PAG. 46

 

[...] Si può dire con certezza che in qualche località della Brianza il cristianesimo era già giunto verso la seconda metà del secolo IV: ci riferiamo a CASSICIACUM che ormai la quasi totalità degli studiosi identifica con il paese a noi confinante di Cassago Brianza. Dalla fine del 386 alla metà di marzo del 387 S. Agostino, con la madre Monica, il figlio Adeodato, il fratello maggiore Navigio, i cugini Rustico e Lastidiano, i discepoli Trigezio e Licenzio e con l'amico Alipio, soggiornò proprio a Cassiciacum, nella villa di Verecondo, uomo ancora pagano ma sposato con una donna cristiana; si convertirà al cristianesimo più tardi, quando Agostino era a Roma. Verecondo morirà poco dopo, nell'inverno 387- 388 d.C. S. Agostino quando era a Cassiciacum, aveva 32 anni, anzi li compì proprio in questa località il 13 novembre 386, offrendo un pranzo, sia pure sobrio e parco. Agostino in questo periodo trascorso a Cassiciacum, approfondisce il suo pensiero e cerca di risolvere la sua crisi di coscienza avvicinandosi al cristianesimo. Riceverà il Battesimo insieme al figlio Adeodato, da S. Ambrogio, la notte di Pasqua tra il 24 e il 25 aprile del 387 (1).

Nonostante la moglie di Verecondo fosse già cristiana e lui stesso lo diverrà poco dopo, è tuttavia da ritenere per certo che Cassiciacum fosse ancora completamente pagano, come del resto tutti i nostri paesi a qual tempo. Per inciso aggiungiamo che S. Agostino, parlando del fondo di Verecondo a Cassiciacum dice che "(...) aqua strepebat silicibus irruens".

Queste parole sembrano rafforzare l'idea di una canalizzazione. "Qualcuno pensa che (...) il torrente di S. Agostino fosse il Gambaione che addirittura si vuol far derivare da canalis balneorum. È un po' discosto da Cassago, ma non c'è ragione che la villa di verecondo dovesse essere proprio al centro dell'attuale abitato" (2).

Si sa da alcune opere di S. Agostino, che nella villa c'erano i bagni, cioè locali appositamente costruiti con stanza da bagno con acqua calda (calidarium), stanza di passaggio (tepidarium), e stanza da bagno con acqua fredda (frigidarium): tutto come le grandiose thermae romane, in misure evidentemente ridotte. C'era un canalis che portava l'acqua dentro la villa e uno che poi la scaricava. Oggi si indica come probabile fonte delle terme di Verecondo una sorgente vicino al Gambaione, sul pendio di Cremella che, pur essendo d'estate secca, poteva essere alimentata in modo costante a quei tempi. Tutto rimane nelle ipotesi (3).

Concludendo l'argomento possiamo dire che nei nostri paesi il Cristianesimo si sia diffuso in modo massiccio tra il 400 e il 500 con qualche raro caso anteriore.

[...]

 

 

 

(1) L. BERETTA, S. Agostino e Cassiciaco, Cassago Brianza, 1982

(2) A. BOSISIO - G. VISMARA, in Storia di Monza e della Brianza, Milano 1969-1974, Vol. IV, tomo I, p. 23

(3) Cfr. a proposito L. BERETTA, o. c. p. 89 ss.