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Giulio Barberis: RICERCHE SUL LUOGO DEL RITIRO DI S. AGOSTINO

Agostino e Monica a Milano incontrano Ambrogio

Agostino e Monica a Milano incontrano Ambrogio

 

 

 

RICERCHE SUL LUOGO DEL RITIRO DI S. AGOSTINO PER PREPARARSI AL BATTESIMO

di Giulio Barberis

Appendice II tratta da Vita popolare di Sant'Agostino scritta nel XV centenario del suo battesimo

S. Benigno Canavese, Tip. e libr. salesiana, 1887

 

 

 

Di fronte alla controversia tra Casciago del Varesotto e Cassago di Brianza, abbiamo fatto ulteriori ricerche e visti i lavori in proposito di mons. Biraghi, bibliotecario dell'Ambrosiana di Milano pensammo di fare questa appendice in cui ci proponiamo di chiarire tre punti:

I. Che il nome latino del luogo del suo ritiro usato da S. Agostino nelle Confessioni è CASSIACUM non Cassiciacum

II. Che il paese che ora corrisponde a questo Cassiacum è Cassago in Brianza e non Casciago presso Varese

III. Che tute le circostanze toccate da S. Agostino nelle Confessioni convengono a Cassago

 

Trattandosi di nome proprio ad un villaggio milanese, ognuno ammetterà quelli tra i codici antichi essere vieppiù ad attendersi, che siano scritti a Milano o nelle vicinanze, che non quelli scritti all'estero in lontani paesi: imperocchè i nostrali devono bene averne saputo e il nome vero e la pronuncia retta e la giusta scrittura; né avrebbero registrata una terra milanese con forma falsata. Ora i codici milanesi ci hanno tramandato non Cassiciaco ma CASSIACO. Cominciamo dalla primissima stampa delle Confessioni la quale per fortunato caso venne appunto fatta a Milano nell'anno 1475.

Chi ebbe cura di questa prima edizione ( e a quei tempi gli editori erano fiore di letteratura e di critica) avrà frugato ne' più vecchi e più riputati codici di Milano e messili a confronto onde scegliere la lezione più accreditata. Ed egli vi stampò CASSIACO.

E prima di lui nel 1464 aveva fatta a penna in pergamena una copia delle Confessioni un religioso milanese, la quale si conserva nella Biblioteca Ambrosiana segnata F 69, copia bella, esatta. Essa pure ha RURE EJUS CASSIACO.

A questi codici di Milano si è grato poter aggiungere la prima tampa delle Confessioni eseguita a Venezia nel 1484 da Pellegrina de' Pasquali: essa pure offre la lezione di CASSIACO. Un codice dell'Ambrosiana la M 3 in pergamena, di poco posteriore all'anno 1300: esso ha pure chiarissimo il RURE ILLO EJUS CASSIACO. Ma sopra ogni altro merita attenzione un antichissimo codice della medesima Ambrosiana, in pergamena, la C 80, proveniente da Arezzo, forse scritta a Bobbio, assai corretto, il quale per carattere, pel maiuscoletto delle prime linee, pel cotali miniature semplici ed iniziali, per mancanza di divisioni in capi e dell'appellativo SANCTI ad Agostino e per altri cotali indizi, si può giudicare dal secolo nono al decimo.

Esso ti reca innanzi limpido e netto il RURE ILLO EJUS CASSIACO. Se dai codici de l'Ambrosiana passiamo a quelli della Vaticana trovo prima un codice in pergamena della collezione detta Regina Cristina n. 2085 in quarto, il quale dice PRO RURE ILLO CASSIACO, e questo appartiene al secolo XII.

Un'altra pergamena in quarto grande della collezione vaticana n. 414 parte I, presenta pure la lezione CASSIACO, e questo è da ascriversi al secolo XIII. Che se in altri codici nostrali non v'ha la precisa forma Cassiaco, tanto però si avvicinano a questa quanto più si allontanano da Cassiciaco. Tale si è la stampa delle Confessioni fatta nel 1482 benchè senza data e luogo, essa ti porge Rure caseato: tale il codice pergameno del secolo XV scritto a penna della Biblioteca di S. marco in Venezia: in esso leggesi CASSIATICO: tale il codice Ambrosiano segnato A 47 del secolo XIII, assai elegante che dà RURE CASSITIACO. Bisogna che anche in Francia i codici favoriscano meglio CASSICIACO, perocchè il dotto e diligentissimo Tillemont nel t. XIII delle sue Memorie per la storia ecclesiastica, benchè conoscesse la lezione CASSICIACO (art. 45), pure costantemente preferì ed usò CASSIACO nelle cento volte che ebbe a nominare questo villaggio di Verecondo.

Il Regio Archivio diplomatico presso S. Fedele ci presenta Cassago in ottime pergamene ritirate dai soppressi monasteri. La prima è una pergamena del celebre monastero di S. Ambrogio di Milano scritta nell'anno 854 colla quale un Lupo da Olcio, De Vico Auci sulla riva del lago, circa quattro leghe sopra Lecco, vende a un Gaiderisso figlio di Agemundo di Cassiaco, un fondo a Lierna. Qui adunque si legge CASSIACO e il carattere è chiaro e la parola integra.

Un'altra pergamena è del medesimo archivio, scritta nell'anno 1117 nel Castello di Cremella vicinissimo a Cassago: è una convenzione tra un prete rappresentante del Monastero di Pontida ed alcuni abitanti di Rotenate, ossia renate, sopra beni che quel Monastero possedeva a Cassago. In questa pergamena Cassago ricorre ben cinque volte e sempre vi è scritto CASSIACO.

A dare ottima luce viene pure l'archivio diplomatico della basilica di S. Giovanni di Monza. La Basilica possedeva molti beni per la Brianza e per buona ventura ancora esiste l'antico libro in pergamena nel quale sono registrati i diversi affitti col rispettivo nome del luogo nel margine cominciando dall'anno 1211. Nel primo registro parrocchiale di Cassago che ha inizio nel 1566 in apposita pagina si fa memoria di gravissima pestilenza, e si fa memoria di dire che Cassago sia stato esente di quel flagello anche per intercessione di S. Agostino, già abitatore di quel paese, come porta la tradizione antica.

E' un parroco e una comunità intera, che nel secolo XVI dichiarano tenere da antica tradizione aver Agostino abitato sotto quei comuni patrii tetti: il che è come dire che tale tradizione era già antica e sincera anche dai più vecchi di quel paese e di quei dintorni.