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MONS. LUIGI BIRAGHI: Inni sinceri di sant'ambrogio

Il testo dell'autore dove è citato Cassago

Il testo dell'autore dove è citato Cassago

 

 

 

INNI SINCERI E CARMI - SANT'AMBROGIO VESCOVO DI MILANO CAVATI SPECIALMENTE DA MONUMENTI DELLA CHIESA MILANESE E ILLUSTRATI DAL PRETE LUIGI BIRAGHI DOTTORE DELLA BIBLIOTECA AMBROSIANA

 

 

MILANO

TIPOGRAFIA E LIBRERIA ARCIVESCOVILE DITTA BONIARDI POGLIANI DI ERMENEGILDO BESOZZI

1862

 

 

 

CAPO I.

- VICENDE DEGLI INNI DI SANT'AMBROGIO E CANONI CRITICI PER RICONOSCERLI.

 

1. Non è solamente come teologo ed oratore che il grande Ambrogio salì a singolarissima fama di genio, di scienza e di cultura, ma pur anche siccome poeta sacro. Non si possono leggere elogii maggiori di quelli onde sino da' tempi suoi i di lui carmi vennero celebrati. Erano le poesie predilette dei fedeli e delle cristiane adunanze. I Milanesi li ripetevano ogni giorno (1) con tale frutto di fede, con tanto entusiasmo di pietà che gli Ariani inveleniti spacciavano essere gli inni di Ambrogio una magia, un ammaliamento potentissimo. Il giovane professore Agostino, di sì fino sentire, di sì alti pensieri, trovandosi dopo il suo battesimo a que' canti nella chiesa di Milano, fondeva in lagrime per consolazione e diceva (2) che per quegli inni sentiva distemperarsi nel cuore la verità e come liquefarvisi dolce dolce, e venirgli cara soavità di affetti, e gaudio di religione e lagrime consolatissime.

Santa Monica di lui madre sui colli della Brianza nel ritiro di Cassago, presa a pia allegrezza, con versi di Ambrogio saluta e prega la Trinità Santissima (3).

Di nuovo Agostino sul Tevere ad Ostia in grave domestico lutto si conforta cogli inni del santo Vescovo milanese (4). E l'amico di Agostino s. Celestino (5) dall'alto della pontificia cattedra, ai Nestoriani discioglitori del Cristo, meglio che i trattati dommatici di Ambrogio, oppone i carmi teologici di lui. Qual meraviglia se il diacono sant'Ennodio, poi vescovo di Pavia, sul cadere del seguente secolo V, trova si belli, si istruttivi i carmi di Ambrogio e li viene ripetendo con tanto amore e con si devota riverenza (6)?

 

 

 

(1) S. Ambr. Epistola XX. nell'inseritovi Sermone contro gli Ariani.

(2) Quantum flevi in hymnis .. Voces illae influebant auribus meis et eliquabatur veritas in cor meum et exastuabat inde affectus pietatis et currebant lacrimae et bene mihi erat in eis. Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici...... quegli accenti fluivano nelle mie orecchie e distillavano nel mio cuore la verità, eccitandovi un caldo sentimento di pietà. Le lacrime che scorrevano mi facevano bene. - Confession. IX; c. VI.

– Tunc hymni....ut canerentur... institutum est; et ex illo in hodiernum diem retentum, multis jam ac paene omnibus gregibus tuis et per cetera orbis imitantibus. Fu allora, che s'incominciò a cantare inni e salmi secondo l'uso delle regioni orientali, per evitare che il popolo deperisse nella noia e nella mestizia, innovazione che fu conservata da allora a tutt'oggi e imitata da molti, anzi ormai da quasi tutti i greggi dei tuoi fedeli nelle altre parti dell'orbe. - Confession. IX; c. VII.

(3) Illic Mater... versum illum Sacerdotis nostri, Fove precantes, Trinitas, laeta effudit. A questo punto mia madre, avendo rievocato le parole che erano profondamente impresse nella sua memoria e risvegliandosi, per così dire, alla propria fede, profferì con gioia il versetto del nostro vescovo: “O Trinità, proteggi coloro che t'invocano” e soggiunse: "La felicità consiste senza dubbio nel raggiungimento del fine e si deve aver fiducia che ad esso possiamo esser condotti da una ferma fede, da una viva speranza, da un'ardente carità".

(4) S. Aug., De Beata Vita, in fine. Vedi l'Inno XVII. - Recordatus sum veridicos versus Ambrosii tui: tu emim es Deus, creator omnium polique rector vestiens diem decoro lumine, noctem sopora gratia, artus solutos ut quies reddat laboris usui mentesque fessas allevet luctuque solvat anxios. Mi vennero alla mente i versi così veri del tuo Ambrogio: tu sei proprio Dio creatore di tutto, reggitore del cielo, che adorni il dì di luce, e di sopor gradito la notte, sì che il sonno sciolga e ristori gli arti, ricrei le menti stanche, disperda ansie e dolori

(5) Confess. IX, 12. Vedi l'Inno XVII - Concilior. Acta sotto l'anno 430.

(6) S. Ennodi, Carm. L. I Dictione VI.

 

 

 

 

CANTEM QUAE SOLITUS, CUM PLEBEM PASCERET ORE AMBROSIUS VATES, CARMINA PULCRA LOQUI.

 

Ed ecco il grande Cassiodoro, ex-ministro dei re goti, nel suo ritiro in fondo alla Calabria sul golfo di Squillace, non rifinisce di deliziarsi nelle poesie del santo Dottore, e qua e là ne coglie fiori a dipingere i suoi commentarii. Ecco sant'Isidoro dall'estremo delle Spagne, sant'Idelfonso da Toledo, Beda dall'Anglia, e i vescovi delle Gallie a gara accogliere questi Inni, inserirli nelle salmodie, recitarli nelle chiese, recarli in mezzo alle sinodi quali splendidi monumenti delle verità cristiane.

2. La fama arrivò a tale, che il nome appellativo Ambrosianum valse a significare in modo assoluto gli inni della Chiesa; come da Saffo, da Alceo, da Anacreonte vennero a diversi metri e componimenti poetici le qualificazioni di Saffico, di Alcaico, di Anacreontico. Infatti il patriarca dei monaci d'occidente san Benedetto, che sul monte Cassino, al principio del Secolo VI compose la celebrata sua Regola, venuto al capo della salmodia (7), ove si indica doversi cantare un inno, dice: qui si reciti l'Ambrosiano. Per lo che bene ebbe a notare (8) sant'Isidoro di Siviglia: inde hymni ex ejus nomine Ambrosiani vocantur, quantunque provenienti da altri autori. Tanta fu la celebrità dei versi di Ambrogio.

 

7. C. XII, C. XIII, C. XVII.

8. L. I., De Officis Ecclesiast. c. VI.

 

 

 

INNO XVII HYMNVS VESPERTINVS AD HORAM INCENSI. [ ... ] CHRISTUM ROGEMUS ET PATREM, CHRISTI PATRISQUE SPIRITUM: UNUM, POTENS PER OMNIA, FOVE PRECANTES, TRINITAS.

[ ... ]

[commento: ] Unum... Fove... Trinitas. - Era Agostino nella villa di Cassago sui colli milanesi in ritiro ed apparecchio al battesimo: e toccato un giorno della santa Trinità conchiuse..... quae tria unum Deum ostendunt. Hic Mater (santa Monica) recognitis verbis, quae suae: memoriae penitus inhaerebant et quasi evigilans in fidem suam, versum illum Sacerdotis nostri, Fove precantes, Trinitas, laeta effudit. L. De Beata Vita in fine: e ciò nell'anno 386 a mezzo ottobre: Sacerdotis, cioè Episcopi Ambrosii. - Potens per omnia vale potens in tutto, omnipotens. Vellejo Pat., L. II, e. 33, vir per omnia laudabilis.