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Ignazio Cantù: Guida pei monti della Brianza e per le terre circonvicine

Immagine di Ignazio Cantù

Immagine di Ignazio Cantù

 

 

 

SANT'AGOSTINO A CASSAGO L'ANTICO CASSICIACO

di Ignazio Cantù

Estratto da Guida pei monti della Brianza e per le terre circonvicine

pubblicato a Milano da Santo Bravetta contrada S. Margherita all'angolo de' Due Muri N.° 1042

1837, alla pagina 135.

 

 

 

"Uscendo da Barzanò, dalla parte d'occidente, si arriva ad un trivio d'onde, prendendo la strada più ascendente, costrutta nel 1826, si sale a Cremella, ove i Kramer possiedono un giardino all'inglese, e nel già convento delle monache, fondato dalla regina Teodolinda, hanno una fabbrica di cotone. Di là si progredisce a Cassago, che molti pretendono sia il Cassiciaco, dove si ritirò Sant'Agostino presso Verecondo grammatico, mentre si preparava al battesimo.

Qui merita essere veduto il vasto palazzo Pirovano-Visconti e la chiesa decorata dei recenti freschi di Carlo Ronchi.

Oh se io fossi, senza danno d'alcuno, possessore del Baciolago !

sclamai la prima volta che mi venne veduta questa deliziosissima collina poco discosta da Cassago, coi suoi viali a chiocciuola, colla sua vista portentosa, con quel tutto insieme che la rende sì vagheggiata e ricercata. Oh fosse perenne la vita ! dove goderla più felice ?

Se non che il poco discosto monumento sepolcrale Visconti che si sta erigendo dall'architetto Clerichetti, ricorda che passano come un lampo i giorni dell'uomo tra cenci e la porpora, tra le delizie e le miserie.

 ..."

 

 

Con queste parole si esprime nel 1837 Ignazio Cantù quando accenna a Cremella in una pagina del suo agile e simpatico volumetto "Guida pei monti della Brianza e per le terre circonvicine". Cremella, che pure vantava la presenza di un antico monastero, è in pratica un paese di passaggio fra Barzanò e Cassago grazie alla strada, oggi alberata, che scollina proprio là dove le case si fanno più numerose. Cassago è famoso perché molti credono che sia l'antica località romana dove Agostino soggiornò nella villa dell'amico Verecondo.

Questo brano è esattamente uguale a quanto scritto da Carlo Redaelli nel suo volume "Dell'antico stato del lago di Pusiano nell'alto milanese" pubblicata nel 1824 a Milano.

 

Ignazio Cantù nacque a Brivio nel 1810 e ricevette il nome di battesimo dal nonno paterno. La fama del fratello Cesare, assai più famoso per cultura e per vastità di interessi, ne ha oscurato il nome e l'opera, tanto che di Ignazio ben pochi conoscono la vita e l'impegno letterario. Parecchi dizionari nemmeno lo citano e perfino l'Enciclopedia Treccani ne parla sommariamente. Tuttavia Ignazio Cantù resta, nel panorama culturale italiano dell'Ottocento, se non un protagonista di certo una personalità di rilievo, impegnata non solo nella narrativa, ma anche nella ricostruzione di vicende storiche, come dimostra una sua fatica, ancor oggi interessante e ricca di spunti, intitolata Le vicende della Brianza e dei paesi circonvicini, opera in due volumi edita a Milano negli anni 1836-1837.

Muore a Monza nel 1877.